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New Rose Hotel
Anno: 1998
Regista: Abel Ferrara;
Autore Recensione: luca aimeri
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 15-04-1999


New Rose Hotel

New Rose Hotel

Regia: Abel Ferrara; scenegg.: A. Ferrara, C. Zois (da un racconto di W. Gibson); cast: C. Walken, W. Dafoe, A. Argento, A. Sciorra. Usa, 1998; 92’

Ferrara e il guru del cyberpunk, William Gibson: un’accoppiata improbabile. Come di improbabilità vive "New Rose Hotel". A vedere il primo "tempo" si ripensa alla faccia sfatta del regista allo scorso Festival di Venezia: questo lavoro parrebbe averci a che fare più che direttamente. Allucinato e sospeso. Un film strutturato in "due atti" (piuttosto che nei classici tre): il primo si accende solo della luce del secondo. E un film a due marce, a due ritmi. Primo atto: i truffatori Fox (Walken) e X (DaFoe) devono strappare il geniale scienziato Hiroshi a una multinazionale, per conto di un altro potente gruppo; decidono di sfruttare la sensualità della giovane prostituta Sandii (Asia Argento) della quale X si innamora; il piano va a segno. Secono Atto: Hiroshi muore, Sandii scompare, Fox e X vengono fregati e braccati; X, rimasto solo, cerca di ricostruire i meccanismi della "stangata", ma il dolore per l’amore perduto annebbia la logica. Godardianamente il primo atto ci racconta un noir indirettamente: non vediamo le azioni nel loro svolgersi ma ne siamo informati; l’attenzione non è sull’intreccio, è sui personaggi; grandi ellissi, e un ritmo narrativo dilatato. Il secondo atto è costituito dal ripercorrere l’intera vicenda dal punto di vista di X: i piani temporali si stratificano mentre rivediamo sinteticamente il primo atto, ma arricchito, intersecato da schegge e frammenti prima negatici. Il ritmo subisce un’accelerazione, il cortocircuito della memoria di X è un vortice di immagini: come un nastro che si riavvolge. Il quadro del plot si ricompone relativamente, lasciando comunque ampio spazio all’inferenza dello spettatore: prende appieno corpo, invece, il rapporto X-Sandii (mentre prima l’attenzione era dedicata a quello Fox-X). Low budget, visivamente ricercato e sperimentale (facendo di necessità virtù, Ferrara crea loop visivi alternando senza sosta video e pellicola), "New Rose" è un film sbilanciato e imperfetto, ma interessante. Nella sua imperfezione risiede la sua bellezza ipnotica. Una storia d’amore disperata sopra tutto; poi, spionaggio (industriale) e un sapore di "futuro (più che) possibile", confinante con la contemporaneità (i questi due qui tratti risiede la filiazione cyberpunk). Sul lato audio, la colonna sonora musicale di Schooly D è così azzeccata da farci addirittura dimenticare la voce della Argento. Non è poco.