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Lourdes
Anno: 2009
Regista: Jessica Hausner;
Autore Recensione: Antonio Dabraio
Provenienza: Austria;
Data inserimento nel database: 02-02-2010


Quando una persona vuole qualcosa le basta allungare la mano per afferrarla. Se la cosa desiderata è abbastanza lontana basta che si muovi verso l’oggetto desiderato. Se qualcuno necessita di una nuova situazione, basta che si diriga nella direzione dell’ambiente più adatto a sé. E chi non può muoversi? E chi desidera una situazione che non consiste nello spostarsi in un nuovo ambiente ma in una nuova condizione? Una nuova condizione che non gli può essere fornita, né da ambiente diverso, né dai grandi passi della medicina. A queste persone non rimane altro che un miracolo, e quale altro luogo preposto a fornire nuove possibilità oltre il limite dell’umano se non Lourdes? Jessica Hausner sembra voglia parlarci di questo: dopo un secolo e mezzo da quando quella contadina analfabeta, e non eccessivamente intelligente, disse di aver visto un bella signora in una grotta; dopo i chilometri di pellicole spesi per tale rappresentazione, l’ultima versione di Lourdes ci suscita negli animi una semplice domanda: quanto di spirituale si può incontrare a Lourdes dopo più ci centocinquanta anni? Il pellegrino disabile che compra il pacchetto viaggio per Lourdes (una delle poche occasioni di svago visto che questa è una delle poche città dove si può essere assistiti al meglio), si ritrova con un gruppo di persone piene di speranza tra le strade ghermite di gente. Si accalcano tra i negozi che offrono “sacralità” per tutti i gusti e per tutte le tasche; non hanno che da scegliere. In un viaggio programmato al meglio e nei dettagli, tra preghiere e immersione nella fonte miracolosa, le giornate diventano ben presto noiose e monotone. Non succede mai nulla, il rischio che il viaggio a Lourdes diventi una grossa delusione; il rischio di coloro che già sono provati dalla sofferenza perdano definitivamente la fede, perché a dio piace giocare alla ruota della fortuna, è alto. L’animatore dei candidati al miracolo ne è ben cosciente e le sue preghiere oscillano tra l’incessante richiesta a dio per un miracolo e la continua esortazione ai fedeli a non crederci troppo, a prendere le precauzioni. Ma per quanto possa essere preorganizzano un viaggio potrebbe allo stesso modo essere preorganizzato l’animo umano? Accade quindi qualcosa di inaspettato, le vite e le storie di assistiti e assistenti si intrecciano, nascono sentimenti di amicizie, pietà, frustrazioni e invidie. Le esperienze di ognuno in pochi giorni diventano indissolubili e diviene difficile capire chi ha più bisogno di chi di essere miracolato, ma di sicuro tutti sono malati, chi nel corpo, chi nell’anima, chi nel cuore. E tutti scoprono di essere desiderosi di un miracolo. Intanto dio attende, sembra essere indeciso su chi far fermare la ruota della fortuna. Sulla paralitica? Sull’ammalata di tumore? Sulla signora con problemi familiari? E gli altri come la prenderebbero? Agli altri non rimarrebbe che tentare la fortuna al prossimo giro, e intanto, nell’attesa del proprio turno passano il loro tempo a chiedersi cosa aveva di speciale colui che è stato premiato. Non sarebbe meglio che dio premiasse tutti e in un solo giro concedesse il miracolo che ognuno desidera? La domanda iniziale posta da Jessica Hausner non dà nessuna risposta in questo film, ma suscita solo questi ed altri interrogativi che la coscienza di ognuno è capace di formulare. Si potrebbe provare a rispondere a ognuna di queste domante ma il rischio di incomprensione, o addirittura di derisione, è più che certo. Allora sarebbe più opportuno che ognuno lo facesse in cuor suo denudando la propria coscienza e analizzando i propri desideri e le proprie aspettative. Lourdes però ci propone una soluzione: se si partisse da sé stessi si potrebbe prendere coscienza dei propri limiti e delle proprie possibilità e cercare di superarle, e se ciò accadesse sarebbe già un miracolo. Così, con l’ausilio di dio o meno e senza andare fino a Lourdes, si verificherebbe la possibilità di un miracolo a portata di mano per tutti: malati nel corpo e malati nell’anima, credenti e scettici.