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In un occidente tediato dalla propria opulenza e che ha dimenticato il fine delle cose che possiede non poteva non mancare un film che affrontasse questa tematica. Gordos (che in italiano vuol dire grassi) ci mostra i metodi migliori che il nostro sistema capitalista è capace di offrirci per liberarci di tutto quel grasso che lo stesso sistema ha fatto in modo che accumulassimo. Dagli esercizi alle pillole dimagranti il metodo è assicurato, ma c’è chi non propone tutto ciò: che chi ci propone di andare alle cause della nostra “malattia”. È questa l’avventura che intraprendono alcuni gordos che si sottopongono ad una terapia di gruppo guidati dal loro dottore. In questo cammino però c’è un problema: i gordos non hanno alle spalle solo una storia di obesità; hanno vissuto amori, rancori, amicizia, davanti a loro hanno speranze e aspettative. Proprio come il loro dottore. Inevitabilmente le storie di tutti si intrecciano e ognuno scopre il dolore dell’altro scorgendo il proprio dolore in maniera diversa. Ma nonostante tutto il dolore non è il tema centrale di questo film che riesce a far sorridere, ridere e piangere con la sua abilità di passare dalla commedia più spassosa alla tragedia più sentita (una vera e propria abile e originalità dal punto di vista tecnico che ha reso il film leggero pur senza mai perdere il suo ritmo incalzante). Il tema centrale di Gordos sono molto semplicemente le persone, che grasse a magre che siano hanno una propria storia. E a volte, o forse quasi sempre, spetta a noi decidere se questa storia debba essere triste, felice o semplicemente divertente.