I
violentatori della notte. Jesus Franco. 1988. FRANCIA-SPAGNA.
Attori: Helmut Berger, Brigitte
Lahaie, Telly Savalas, Caroline Munro, Florence Guèrin, Stèphane Audran, Chris
Mitchum
Durata: 92’ min.
Titolo originale: Les
predateurs de la nuit
Parigi. Feste di Natale. Il dr.
Flamand è il responsabile della clinica Le Mimose, specializzata in chirurgia
estetica. Una notte è aggredito con l’acido da un’ex paziente insoddisfatta
dell’operato del dottore, ma in realtà è colpita e rimane sfigurata Ingrid, sua
sorella. Ossessionato dall’accaduto, il dottore si fa aiutare dal primario
della clinica, Natalie, a rapire belle donne per riconsegnare un volto a sua
sorella. Natalie riesce a sequestrare Barbara Hallen, figlia di un magnate
americano che, una volta perse le tracce della figlia, assolda l’ispettore Sam
Morgan per indagare su quanto è successo alla figlia a Parigi. Il dottor
Flamand nel frattempo, grazie all’intermediazione del dr. Orloff, riesce a far
arrivare nella sua clinica il dottor Karl Hans Moser, ex medico delle SS, il
miglior chirurgo capace di sostituire l’intero viso senza ottenere il rigetto
del paziente. La prima operazione non riesce però, e Natalie, grazie all’aiuto
di Gordon, uno stupido bestione, continua a rapire altre donne incaricando
l’uomo di far sparire i loro corpi. L’ispettore americano riuscirà a scoprire
quanto accade nella clinica, solo dopo aver ritrovato le tracce di Barbara in
una spesa fatta con la carta di credito, in realtà usata da Natalie,
specializzata nell’appropriarsi dei beni delle vittime. Coperto e murato vivo
assieme a Barbara, Morgan si affiderà ad un messaggio lasciato sulla segreteria
del padre di lei.
Coma artistico di un regista che
da sempre si era caratterizzato per la visionarietà delle sue trame, delle inquadrature
e dei personaggi. Il film di Jesus Franco, quasi un remake di Occhi senza
volto (1960) di Georges Franju, sicuramente più vicino ad un suo storico
prodotto del 1961, Gritos en la noche, questo prodotto è in realtà una
pellicola piatta, davvero poco raffinata (abbandono dell’uso delle lenti) e
molto cruenta: questo lavoro del regista spagnolo insomma delude su ogni
spunto, anche le folli musiche dei suoi precedenti lavori sono scomparse per
nuove composizioni del noiosissimo Musamarra. Questo viaggio nel mondo della
bellezza, dell’apparenza, è affrontato con una distanza insolita.
All’immaginazione dello spettatore questa volta Franco risponde con il macabro
rituale degli effetti speciali (davvero duri) e con una trama che si compiace
di insipido voyeurismo. “Un’attrice, una puttana, una modella, fanno tutte
lo stesso mestiere” dice Natalie a Ingrid, e Franco, che ci aveva abituati
all’immagine dei corpi femminili descritti con diversa immaginazione, altro non
fa che abbattere tutti i suoi precedenti lavori. Deludente e cruento, si avvale
della partecipazione di Telly Savalas e di quella dell’ex porno star Brigitte
Lahaie. Citazione del regista che, con la presenza del dr. Orloff, personaggio
storico della sua biografia cinematografica, riprende i temi de Il diabolico
dottor Satana (1961).
Bucci Mario
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