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Scarface
Anno: 1983
Regista: Brian De Palma;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Scarface. Brian De Palma. 1983. USA.

Attori: Al Pacino, Michelle Pfeiffer, Steven Bauer, Mary Elizabeth Mastrantonio, Robert Loggia, F. Murray Abraham

Durata: 170’

 

 

Nel maggio 1980 Fidel Castro aprì le frontiere con il presunto obiettivo di far espatriare una considerevole mole di cubani verso la Florida. Il delinquente Antonio Montana è fra questi. Spalleggiato dal suo compagno Manny, riesce ad ottenere un lavoro in cambio dell’omicidio di un vero rifugiato politico. È il permesso di soggiorno. Dopo pochi giorni, coloro che avevano commissionato l’assassinio si presentano alla coppia e da allora per Tony e Manny si aprono le strade del sogno americano. Prima con un colpo particolarmente pericoloso contro dei colombiani, per una partita di cocaina, Tony si guadagna le simpatie del boss Lopez, ma quando conosce Elvira, la donna di questo, s’infatua di lei e sogna di possederla. Il profumo del potere rapisce Montana. Dopo una brevissima scalata, Tony va a trovare la madre e la sorella Gina, anche queste espatriate ma che lavorano legalmente nello stesso paese. La madre di Tony, conoscendo l’inclinazione del figlio alla delinquenza, lo caccia di casa rifiutando i suoi aiuti economici. Non è così per Gina, la sorella, che invece ne rimane attratta. Nel frattempo Tony si reca in Bolivia per concludere un importante contratto con il trafficante Sosa a nome del boss Lopez ma al suo rientro questo rifiuta l’accordo e tra i due si scioglie il sodalizio. Tony Montana decide di mettersi in proprio. Continuando ad importunare la donna di Lopez, costringe questo prima a mettergli contro la polizia corrotta e poi a tentare di ammazzarlo con due sicari. Sfuggito all’agguato Montana si vendica contro Lopez e assume il comando del suo giro. Trasforma il giro d’affari in un impero. Assieme ad Elvira, ottiene anche le simpatie di Sosa, ma aumenta in lui, soprattutto a causa dell’eccessivo uso di cocaina, un senso di persecuzione che egli stesso non nasconde come molto vicino alla paranoia. È incastrato dalla polizia durante il conteggio di ben 3,000,000$ e deve farsi aiutare da Sosa per evitare la galera. Il narcotrafficante gli offre protezione da Washington, grazie ad alcune influenze, ma Montana deve eliminare un giornalista ed un parlamentare boliviano che stanno per mandare in onda un filmato che denuncerebbe una serie di persone importanti dei due paesi immischiate con il narcotraffico. Posizionata una bomba sotto l’automobile del politico, Montana non riesce a farla saltare in aria a causa della presenza dei figli di quello. È la fine. Lasciato solo da tutti, scopre che Manny è sparito da giorni con Gina e scoperti, uccide il suo amico, mentre gli uomini di Sosa sono già stati incaricati di eliminarlo. Con il viso ed i vestiti ormai completamente macchiati di cocaina, Tony affronta l’esercito di uomini da solo, ma inutilmente.

Rifacendosi in larga misura allo Scarface (1932) di Howard Hawks (al quale è dedicata la pellicola) ispirato a sua volta dalle gesta del più conosciuto gangster della storia americana, Al Capone, Brian De Palma monta un film d’ascesa e declino di un altro immigrato, questa volta cubano (che odia i comunisti quanto i capitalisti). Eccedendo forse troppo nel linguaggio e nella definizione dei personaggi, forzati tutti dalla marcata interpretazione\presenza di un pur bravo Al Pacino (che il regista sembra in alcuni momenti perdere dal controllo) il film rischia di annoiare una volta che s’intuisce la parabola discendente del protagonista, anticipata con largo tempo rispetto alla conclusione del film. Ad inserirsi come punto di svolta è invece il gesto buono (quando decide cioè di risparmiare i bambini) che in realtà sembra decontestualizzato rispetto alle oltre due ore di violenza rampante che muove i fili della vita di Tony Montana. Opulenza portata dagli eccessi fa scoppiare l’uomo (e la società che egli rappresenta) nelle sue contraddizioni, riflessioni che affrontano Tony ed Elvira, accusandosi l’un l’altra ma domandandosi entrambi “Che razza di vita è questa?”. L’America, il sogno americano di un mondo che può essere di chiunque abbia palle a conquistarlo, come recitano slogan pubblicitari o come si fa scrivere Tony su una statua al centro della sua piccola piscina interna (“Il mondo è tuo”) altro non è che un insieme di collusi (il sorriso di soddisfazione del banchiere quando Tony deposita il suo denaro) che partecipano, tutti senza distinzion fatta alla delinquenza (forse proprio eccetto i bambini, che Elvira non può nemmeno avere per quanta cocaina assume) in un modo o nell’altro: i trafficanti con quella dichiarata, i banchieri arricchendosi grazie a loro ed i politici rastrellando voti in nome di una lotta alla delinquenza. La felicità è un divertimento distorto che nasce soprattutto dal consumo (lo dice Tony alla sorella, lo dice l’ispettore capo della narcotici Bernstein a Tony) e dalla magra soddisfazione che questo apporta: mangiare, bere, scopare, sniffare, soprattutto, metafora del consumo breve ed immediato… Non manca nel finale, l’ambiguo rapporto tra fratello e sorella (versione bruna di Elvira), al limite dell’incestuoso, del possessivo, al limite della follia: Tony chiede al cadavere di Gina “Non essere arrabbiata…”. Molto bello l’ingresso di entrambi i personaggi: primo piano circolare su al Pacino mentre risponde alle domande dell’ufficio immigrazione e grazie alle quali risposte si autodescrive; le spalle di Micelle Pfeiffer per tutto il tragitto dell’ascensore a vetri, seguita dallo sguardo stordito di Tony. De Palma abbandona ogni tipo di decostruzione dell’immagine lasciando che la narrazione proceda come un treno, sicuro della fine, obbligata, convenzionale (Enrico Ghezzi – Paura e desiderio). Unico momento in cui si avverte la presenza del regista è quando Michelle e Pacino sono in auto, zoom e carrello in senso opposto, la firma del regista. La sceneggiatura è stata scritta da Oliver Stone (che non rinuncia mai a scrivere storie di una certa lunghezza). Film d’esordio per l’attrice Mary Elizabeth Mastrantonio (Il dizionario dei film - Mereghetti 2000).

 

Bucci Mario

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