Il
marchio di Kriminal. Fernando Cerchio. 1967. ITALIA-SPAGNA.
Attori: Glenn Saxson, Helga
Liné, Andrea Bosic, Evi Riganò, Armando Francioli
Durata: 88’
Incarcerato ad Istanbul, in realtà Kriminal è il direttore
di un ospizio a Londra. Il suo nuovo lavoro lo vuole come motivo d’infarto per
le anziane signore, il che gli permette d’intascare una considerevole somma
dall’assicurazione. Un giorno, deciso a fare l’ultima vittima e prossimo a
cambiare obiettivi, rompendo involontariamente la statuetta di un Buddah di
proprietà di una deceduta, trova al suo interno un quarto di una mappa che
dovrebbe condurre, qualora si riesca a ricomporre, ad un nascondiglio in Libano
dove un ladro ha nascosto due tele di Goya e Rembrandt. Messosi subito alla
ricerca delle altre tre statuette del Buddah, Kriminal ne riesce a rubare una
alla prossima moglie dell’ispettore Milton, ma gli sfugge quella di proprietà
di un collezionista tedesco assassinato poco prima del suo tentativo. Recatosi
in Spagna per trovare l’altra statuetta, s’imbatte in una sensuale danzatrice
di flamenco disposta a raggirarlo. Intanto i sospetti dell’ispettore sono
verificati dal fatto che ad Istanbul colui che è segregato con il nome di
Kriminal in realtà non ha nulla a che fare con il sadico ladro. Arrestato un
innocente su una crociera (con un doppio sotterfugio di Kriminal e quello
involontario della ballerina) il commissario si mette sulle tracce del
delinquente una volta ricostruito il mosaico che lo ha portato in Libano.
Pedinata la ragazza, Kriminal riesce ad avere le parti mancanti della mappa e,
ottenute le due preziose tele, fugge da Milton a bordo di una jeep, finendo
però in una scarpata.
Secondo capitolo dedicato al fumetto di Luciano Secchi
(Max Bunker) esattamente un anno dopo il lavoro di Umberto Lenzi. Stesso cast,
stessa aria internazionale (Londra, Spagna, Istanbul, Libano) ma maggiore
esemplificazione della trama e minore spessore del personaggio principale
(tutti gli aspetti più sadici sono qui visti quasi in maniera parodistica se non
tralasciati completamente). Poche novità interessanti: il corpo di Kriminal che
quando si muove cigola come un mucchio d’ossa, e maggiore partecipazione dei
fumetti, anche all’interno del film, mentre Lenzi aveva preferito inserirli
solo nei titoli di testa ed in quelli di coda (sono anche questi disegnati
dallo Studio Favalli). Musiche di Manuel Parada meno interessanti di quelle di
Raymond Full, ma comunque piacevoli. Meno bello del primo.
Bucci Mario
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