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Il marchio di Kriminal
Anno: 1967
Regista: Fernando Cerchio;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia; Spagna;
Data inserimento nel database: 02-12-2003


La grande guerra

Il marchio di Kriminal. Fernando Cerchio. 1967. ITALIA-SPAGNA.

Attori: Glenn Saxson, Helga Liné, Andrea Bosic, Evi Riganò, Armando Francioli

Durata: 88’

 

 

Incarcerato ad Istanbul, in realtà Kriminal è il direttore di un ospizio a Londra. Il suo nuovo lavoro lo vuole come motivo d’infarto per le anziane signore, il che gli permette d’intascare una considerevole somma dall’assicurazione. Un giorno, deciso a fare l’ultima vittima e prossimo a cambiare obiettivi, rompendo involontariamente la statuetta di un Buddah di proprietà di una deceduta, trova al suo interno un quarto di una mappa che dovrebbe condurre, qualora si riesca a ricomporre, ad un nascondiglio in Libano dove un ladro ha nascosto due tele di Goya e Rembrandt. Messosi subito alla ricerca delle altre tre statuette del Buddah, Kriminal ne riesce a rubare una alla prossima moglie dell’ispettore Milton, ma gli sfugge quella di proprietà di un collezionista tedesco assassinato poco prima del suo tentativo. Recatosi in Spagna per trovare l’altra statuetta, s’imbatte in una sensuale danzatrice di flamenco disposta a raggirarlo. Intanto i sospetti dell’ispettore sono verificati dal fatto che ad Istanbul colui che è segregato con il nome di Kriminal in realtà non ha nulla a che fare con il sadico ladro. Arrestato un innocente su una crociera (con un doppio sotterfugio di Kriminal e quello involontario della ballerina) il commissario si mette sulle tracce del delinquente una volta ricostruito il mosaico che lo ha portato in Libano. Pedinata la ragazza, Kriminal riesce ad avere le parti mancanti della mappa e, ottenute le due preziose tele, fugge da Milton a bordo di una jeep, finendo però in una scarpata. 

Secondo capitolo dedicato al fumetto di Luciano Secchi (Max Bunker) esattamente un anno dopo il lavoro di Umberto Lenzi. Stesso cast, stessa aria internazionale (Londra, Spagna, Istanbul, Libano) ma maggiore esemplificazione della trama e minore spessore del personaggio principale (tutti gli aspetti più sadici sono qui visti quasi in maniera parodistica se non tralasciati completamente). Poche novità interessanti: il corpo di Kriminal che quando si muove cigola come un mucchio d’ossa, e maggiore partecipazione dei fumetti, anche all’interno del film, mentre Lenzi aveva preferito inserirli solo nei titoli di testa ed in quelli di coda (sono anche questi disegnati dallo Studio Favalli). Musiche di Manuel Parada meno interessanti di quelle di Raymond Full, ma comunque piacevoli. Meno bello del primo.

 

Bucci Mario

[email protected]