Tutto
quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere. Woody
Allen. 1972.
USA.
Attori: Woody
Allen, John Carradine, Lou Jacobi, Louise Lasser, Lynn Redgrave, Anthony
Quayle, Tony Randall, Burt Reynolds, Gene Wilder.
Durata:
87’
Titolo originale: Everything
You Always Wanted to Know About Sex (But Were Afraid to Ask).
Sette episodi. Nel primo, Gli afrodisiaci funzionano?
Woody Allen è un giullare che spinto dal fantasma del padre cercherà di
concupire la moglie del re finendo decapitato. In Cos’è la sodomia? Gene
Wilder è un medico che s’innamora di una pecora armena, perdendo lavoro, moglie
ed onore. In Perché alcune donne faticano a raggiungere l’orgasmo? Woody
Allen è un italiano sposato con una bolognese frigida che si eccita a fare
l’amore solo in pubblico, costringendolo ad avere rapporti un po’ ovunque. In I
travestiti sono omosessuali? Un padre di famiglia è scoperto dalla moglie
nella sua mania di vestirsi con abiti femminili. In Quali sono le
perversioni? Un programma televisivo gioca sul far indovinare ai
concorrenti le perversioni dell’ospite, e l’ultimo è un rabbino che ama farsi
legare ad una sedia, essere frustato e vedere la moglie in terra che mangia
carne di maiale. In Fiducia negli studi sul sesso? Allen è un laureato
in biologia che con una bionda giornalista si reca a casa di un folle dottore
che attraverso esperimenti sessuali fa nascere una pericolosa tetta gigante.
Nell’ultimo episodio, Il laboratorio del sesso, un’equipe al lavoro
rappresenta il cervello di un maschio durante un approccio, una relazione, ed
un orgasmo.
Film ad episodi che oscillano facilmente tra noia e colpi
di genio. A parte un paio davvero tedianti (quello sui travestiti e quello del
giullare) il lavoro di Woody Allen rimane un titolo interessante oltre che per
colpi di genio (quasi folli) anche per il modo in cui è girato e che spesso ha
preferito abbandonare per una cinematografia più essenziale, ricercata ed
esistenzialista. A movimenti di camera a spalla, si alternano carrelli, campi lunghi,
ed una musicalità delle immagini (a volte montata in maniera quasi
incomprensibile, come un salto di ritmo nel jazz) che spesso metterà da parte
con il proseguimento della carriera. Il progetto è comunque più ambizioso di
quanto appaia ad una prima analisi se si tiene conto che ad ogni
domanda-capitolo è fatto corrispondere un diverso tipo di cinema: quello in
costume e boccaccesco del primo episodio, quello horror sugli esperimenti,
quello fantascientifico del cervello, commedia italiana per la coppia di
Bologna, inglese per i travestiti ed americana per l’episodio sul gioco
televisivo. Il fatto che non tutto gli sia venuto bene, rende questa pellicola
comunque incompleta. Belli i titoli di testa che appaiono sullo sfondo di una
moltitudine di soffici conigli bianchi, a tempo di jazz. Il titolo del film fu
preso dal libro del sessuologo David Reuben, best seller durante il periodo
della rivoluzione sessuale.
Bucci Mario
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