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Oasis
Anno: 2002
Regista: Lee Chang-dong;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Repubblica di Corea;
Data inserimento nel database: 16-09-2002


Oasis 1

Visto a Venezia 2002

Oasis
Regia: Lee Chang-dong
Sceneggiatura: Lee Chang-dong
Fotografia: Choi Young-taek
Montaggio: Kim Hyun
Produzione: Myung Kaynam, East Film
Interpreti: Sol Kyung-gu (Hong Jong-Du), Moon So-ri (Han Gong-Ju), Ahn Nae-sang (Hong Jong-Il), Ryoo Seung-wan (Hong Jong-Sae), Chu Gui-jeong (moglie di Jong-Il)
Origine: Repubblica di Corea, 2002, 132 min., 35 mm
Sezione: Concorso

La possibilità di "vedere" non può che consistere nella condizione in cui subiamo una situazione. Sta a noi poi considerare soggettivamente se una determinata visione ci scandalizza come responsabilità che abbiamo negato, libertà che ci siamo presi solo per un atto di prevaricazione. Il più debole, in questo bellissimo film, è proprio colui che non può spiegare le sue ragioni, né tanto meno il suo modo di essere, perché questo modo è già stato piegato a un pregiudizio da parte della società dove prevale il più forte. La condizione di Jong Du è totalmente passiva, di riflesso, poiché la sua possibilità di agire è scomoda, per il fatto di non conformarsi a una normale e quieta apparenza. Quando Hong Jong Du porta Han Gong-Ju alla festa di famiglia, presentando la ragazza come sua fidanzata, compie un atto di destabilizzazione di quella coltre opprimente ed ipocrita, quasi borghese, suggellata perfettamente dal ritratto in posa di famiglia, immagine dove concretamente non può entrare un altro che non sia pienamente accettato (solo in corrispondenza a tutti i canoni di accettazione). Il film esplora alla perfezione gli spazi di una ingenuità insanabile. Il fratello maggiore di Jong Du a un certo punto lo picchierà con una sbarra di metallo per ricordargli la necessità di crescere, di non comportarsi ancora come un bambino, e diventare adulto, e smetterla di combinargli sempre un sacco di guai. Ma quando apprendiamo che Jong Du è stato in carcere al posto del fratello, circuito semplicemente dalla logica della famiglia che approfitta del suo non esserci come presenza consapevole in una società brutale, capiamo che, se è vero che Jong Du può commettere anche azioni gravi - per esempio l'iniziale violenza a Han Gong-Ju, gli eventi più terribili, la morte dell'operatore ecologico per incidente stradale (è stato investito) e l'omissione di soccorso, sono stati commessi dal fratello di Jong-Du, che spietatamente si è sottratto alle sue responsabilità. Dall'altra parte anche Han Gong-Ju è sfruttata cinicamente da coloro che fingono di assisterla, è lasciata nel suo appartamento senza alcun vero affetto, è davvero una condizione che aumenta il grado di alienazione del suo handicap di coordinazione motoria. L'immagine segue clinicamente queste condizioni al limite, la mdp cerca di ricondurci a un punto di osservazione diverso. Il contatto con i due "handicappati" finisce col risultare davvero catartico per lo spettatore, stimolando una solidarietà più cosciente con le vittime.

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