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Vendredi soir - Venerdì sera
Anno: 2002
Regista: Claire Denis;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 08-09-2002


Vendredi soir 1

Visto a Venezia 2002

Vendredi soir - Venerdì sera
Regia: Claire Denis
Sceneggiatura: Emmanuèle Bernheim, Claire Denis, dal romanzo omonimo di Emmanuèle Bernheim
Fotografia: Agnès Godard
Montaggio: Nelly Quettier
Produzione: Bruno Pesery, Arena Films, France 2 Cinéma
Interpreti: Valérie Lemercier (Laure), Vincent Lindon (Jean), Hélène de Saint Père (Marie), Hélène Fillieres (la donna in pizzeria), Florence Loiret Caille (la ragazza che gioca a flipper), Grégoire Colin (il passante nell'ingorgo)
Origine: Francia, 2002, 90 min., 35 mm
Sezione: Controcorrente

Il tema dell'intimità sessuale tra due sconosciuti torna ancora, dopo Une Liaison pornographique -Una relazione privata e Intimacy - Nell'intimità ed è forse una autentica metafora del bisogno di incontro con l'altro. Non si tratta soltanto di un'attrazione sessuale, ma di trovare all'esterno del mondo quotidiano dei punti di riferimento abituali una possibilità comunque di "apertura". Lo si vede bene all'inizio, quando Laure si asciuga i capelli nella sua auto avvicinando la testa alle bocchette del riscaldamento, ed improvvisamente sussulta perché uno sconosciuto bussa su un finestrino. La reazione di Laure è di proteggersi immediatamente da un'aggressione esterna, perciò abbassa subito la sicura della portiera e sprona la macchina in una partenza immediata, ingrana la marcia per sfuggire a quello straniero. Il piccolo thriller continua qualche istante dopo. Bloccata a un semaforo, ricompare il giovane minaccioso, ma è soltanto la sua paura ad immaginare il pericolo. Laure ha già chiuso tutta la sua vita in alcune scatole perché deve traslocare. Forse ha chiuso anche se stessa, ma improvvisamente si rende conto che non guardare fuori dal finestrino è una scelta talmente egoistica che forse è responsabile anche dell'incredibile ingorgo stradale in cui sono bloccate decine e decine di veicoli nelle strade di Parigi. Anche la radio, che comunica i disagi stradali, suggerisce la soluzione possibile: non viaggiate da soli, viaggiate in gruppo, ospitate altri automobilisti e viaggerete più veloci. In effetti Laure ha già cominciato a guardarsi intorno. Vede altre auto bloccate intorno a sé, abitate da umanità varie, ciascuna appare confusamente alle prese con il proprio cammino. Laure sembra improvvisamente dare una scossa alla sua stabilità, decide di abbandonarsi al piacere di guardare uno sconosciuto, un bell'uomo che si aggira tra le automobili. Claire Denis fissa chiaramente nell'inquadratura i dettagli dei pensieri della protagonista. Per esempio quando intravede una donna molto attraente su un'auto vicina, e fa intendere chiaramente la sua consapevolezza di sconfitta nella competizione tutta femminile, ma lo sconosciuto invece chiederà a lei il passaggio. Il cinema di Denis ha anche la caratteristica vincente di costruire delle immagini suono: all'inizio le inquadrature sulla notte parigina lasciano scorgere i più famosi monumenti, la Tour Eiffel, la Basilica del Sacro Cuore in cima a Mont Martre, carezzandoli con alcuni motivi musicali. Sono spazi del sentimento, di contemplazione dello sguardo, è quasi sempre una sorta di soggettiva che lascia intravedere il suo stato emotivo. E sempre in soggettiva continua il racconto, l'immaginazione che si scatena che vede la "s" di valves mettersi a posto sulla scritta posteriore di una Volvo 16 valves, o l'acciuga che si agita sulla pizza, o ancora la passione che si scatena nella toilette o la lampada sulla quale vola la decorazione di stoffa. L'amore tra Laure e Jean sgorga nel modo più naturale possibile, elimina prima le barriere, poi ricostruisce gli spazi tempi del benessere: la calma, la serenità ed il piacere di un fiducioso contatto con l'altro.

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