NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Dom Durakov - La casa dei pazzi
Anno: 2002
Regista: Andrej Koncalovskij;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Russia; Francia;
Data inserimento nel database: 04-09-2002


La casa dei matti 1

Visto a Venezia 2002

Dom Durakov - La casa dei matti
Regia: Andrei Konchalovsky
Sceneggiatura: Andrei Konchalovsky
Fotografia: Sergei Kozlov
Montaggio: Olga Grinshpun
Produzione: Persona, Hachette Première et Cie, Bac Films, Andrei Konchalovsky, Felix Kleiman
Interpreti: Julia Vysotsky (Janna), Eugeni Mironov (Il soldato), Sultan Islamov (Akhmed), Stanislav Varkki (Ali), Elena Fomina (Lucy), Rasmi Djabrailov (Mahmud), Vladimir Fedorov (Karlo), Vladas Bagdonas (il dottore), Anatoly Adoskin (Fuko), Georgy Ovakimyan (Goga), Ruslan Naurbiev (Capitano Vahid)
Origine: Russia, Francia, 2002, 104 min., 35 mm
Sezione: Concorso

Quando tutte le metafore di pace e di guerra sono mostrate, indicate senza un velo di incertezza, i misteri delle immagini si chinano alla più insopportabile direzione del senso, che è anche quella delle sicurezze assolute. Così la mela verde che simboleggia un pianeta Terra in fiamme per l'odio degli uomini imbarazza la visione e la partecipazione estetica a quest'opera che comunque ha diversi momenti felici. L'iniziale e singolare contrasto tra una scena di origini felliniane, nel suo trasporto alla vivacità caotica di personaggi clown e, dall'altra parte, un mirabile inserimento di scene in stile video-clip, nelle quali compare quasi come un angelo il cantante Bryan Adams. Lui canta, tutto intorno si colora, il sogno di una luce di calore si realizza per pochi istanti accompagnato dalle dolci note di "Have you ever really loved a woman". Dentro la casa dei mentecatti l'atmosfera è più che altro gioiosa, i tormenti sembrano tollerabili, sui tic e le fobie si può ridere sopra, mentre le bombe sovietiche piombano distruggendo quasi completamente l'edificio, la vita continua a brulicare. Certo l'intenzione di valorizzare l'incapacità mentale e porgerla quale soluzione utopica realizzabile appare piuttosto banale, ma l'incanto delle espressioni, lo stupore genuino di questi matti hanno l'effetto di ribaltare la percezione di una realtà di per sé molto buia. L'assurdità delle varie fasi di guerra non è rilevata solo inconsapevolmente dai folli, ma anche dai soldati impegnati nelle varie fasi delle battaglie. Poi ci si incontra da vicino e si scopre di essere amici e non schieramenti contrapposti, ceceni contro russi; quando un momento prima ci si sparava quello successivo si prepara uno scambio che accontenterà tutti, soldi, fumo, per cancellare o esorcizzare l'ennesimo ucciso.

Ù