NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Nuomos Sutartis - Contratto d'affitto
Anno: 2002
Regista: Kristijonas Vildziunas;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Lituania;
Data inserimento nel database: 03-09-2002


Nuomos Sutartis 1

Visto a Venezia 2002

Nuomos Sutartis - Contratto d'affitto
Regia: Kristijonas Vildziunas
Sceneggiatura: Kristijonas Vildziunas
Fotografia: Vladas Naudzius
Montaggio: Ona Dirzyté, Kristijonas Vildziunas
Interpreti: Larisa Kalpokaite, Dalia Micheleviciute, Tomas Tamosaitis, Egle Mikulionyte, Laisvunas Raudonis, Asta Baurute, Gintoras Lintenevicius
Produzione: Uljana Kim, Sharunas Bartas
Studio Uljana Kim
Origine: Lituania, 2002, 78 min.
Sezione: Controcorrente

In molto cinema dell'est, in particolare quello sovietico, c'è un particolare gusto dell'erranza, dello spazio più familiare, domestico, che si trasforma in un territorio alieno. Anche gli esterni sono spogli, esprimono il senso di privazione universale. I sentimenti amorosi appaiono così rubati, sottratti ad istanti del tempo. E la casa, nella dimensione fantasmatica vicina a quella di Bartas, è il luogo prescelto, la trappola in cui sembrano bloccati alcuni momenti di vita o di mistero, il senso intrinseco dei vari movimenti però continuamente ci sfugge. Non c'è insomma in quest'opera una soluzione narrativa, da sceneggiatura, della sequenza di immagini almeno. Naturalmente è davvero un peccato che il film alla fine ricorra a quegli espedienti della sceneggiatura per fare la storia. Ci bastavano soltanto quelle immagini scarne quasi diroccate, quelle espressioni che manifestavano l'angosciosa fatica del vivere di fronte all'incertezza del futuro e agli eventi già tristi del passato. Corrispondenza velocissima con la Storia di un paese che solo di recente ha ottenuto la "libertà", ma i cambiamenti politici non si traducono mai, lo abbiamo già visto nelle opere che descrivevano eventi dopo la caduta del Muro di Berlino, in trasformazioni sociali così rilevanti da cambiare in modo repentino anche la vita alla maggior parte degli individui.

Ù