NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


The Magdalene Sisters - Magdalene
Anno: 2002
Regista: Peter Mullan;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Scozia; Gran Bretagna;
Data inserimento nel database: 31-08-2002


The Magdalene Sisters

Visto a Venezia 2002

The Magdalene Sisters - Magdalene
Regia: Peter Mullan
Sceneggiatura: Peter Mullan
Fotografia: Nigel Willoughby
Montaggio: Colin Movie
Produzione: Frances Higsonv
Interpreti: Geraldine McEwan (Sorella Bridget), Anne-Marie Duff (Margaret), Nora-Jane Noone (Bernadette), Dorothy Duffy (Rose/Patricia), Eileen Walsh (Crispina), Mary Murray (Una)
Origine: Scozia, Gran Bretagna, 2002, 119 min., 35 mm

Da una storia vera si ha il diritto di prelevare cinematograficamente tutte le forme retoriche dell'indignazione. Almeno quando una storia suscita nella morale collettiva contemporanea lo sdegno verso le privazioni dei diritti di giovani fanciulle. Non deve essere tuttavia l'unica chiave di lettura, per cui procedendo nel racconto si arriva al grido di liberazione di Crispina verso il prete "porco", lussurioso: "Non sei un uomo di Dio". Tra risate e soddisfazioni per la "parziale" rivalsa. In effetti Mullan tiene a ricordarci, descrivendo in epigrafe il destino di ciascuna protagonista, che questa è stata solo la loro vita. Ma una vita condizionata prepotentemente dal pensare comune. Non solo quello devastante, vigliacco e canagliesco della Chiesa Cattolica, ma delle famiglie, la cui identità sembra scritta col fuoco e vive solo all'ombra della benedizione dei Cristiani. Magdalene è un ritratto molto intenso del luogo di chiusura, la prigione dell'anima, la reclusione delle adolescenti che hanno peccato, mentre i veri peccati (gli stessi dei comandamenti cristiani in un gioco perverso) sono quello di gola delle suore che avide divorano la prima colazione, separate da un filtro, eppure visibilissime, tra marmellate, carni, burro, e altre leccornie. Il peccato di avidità e cupidigia, amore per il denaro, laddove la sorella Bridget raccoglie i suoi tesori, le offerte dei fedeli, probabilmente perché questa grande vergogna si perpetui nell'interesse di tutti. Le famiglie che rientrano nel dannato conformismo, nella morale del giusto e sbagliato che infine appare capovolta. I giusti sono sempre le vittime, i carnefici vestono i panni dell'ufficialità. Mullan mira a un cinema denso di emozioni, almeno sulla carta e sull'onda delle parole ad effetto lasciando prevalere spesso il volto ed i corpi degli attori; rappresenta con precisione le sofferenze quotidiane delle giovani recluse, l'umiliante impotenza di fronte alla perfida autorità ecclesiastica, la loro speranza che si riduce al possesso di una arancia in più strappata alla vicina, o al non castigo delle suore che è sempre accompagnato da tremende sferzate. Certo l'occhio della mdp è sempre vigile su questi dettagli di una scrittura totalmente "padrona della situazione". Quello che manca è una contemplazione più lunga delle cose, azione e reazione appaiono sempre pronti, in equilibrio e, cosa più grave, senza eccessive sorprese.

Ù