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Uninvited - L'escluso
Anno: 1999
Regista: Carlo Gabriel Nero;
Autore Recensione: Andrea Caramanna
Provenienza: Italia; USA;
Data inserimento nel database: 27-07-1999


Uninvited
Visto al
Taormina Film Fest 99

Uninvited - L'escluso

Regia: Carlo Gabriel Nero

Sceneggiatura: Carlo Gabriel Nero

Fotografia: Giancarlo Ferrando

Scenografia: Jessica Shaw

Montaggio: Paolo Benassi

Musica: Carlo Siliotto

Con Franco Nero, Vanessa Redgrave, Kevin Isola, Adam Hann-Byrd

Durata: 97', 35mm.

 

Uninvited è il primo lungometraggio scritto e diretto da Carlo Gabriel Nero. Nel film recitano i genitori del regista, Vanessa Redgrave e Franco Nero, e quest'ultimo è anche coproduttore. La tentazione è di leggere Uninvited attraverso l'interpretazione perfetta di Franco Nero dell'avvocato Ralph Barolo. Viene in mente il recente The devil's advocate - L'avvocato del diavolo in cui Al Pacino esercitava la professione di incantatore d'anime.

Uninvited è la storia di un ragazzo, Tony Grasso, della sua ossessione amorosa per una compagna di scuola, Patricia Macchiato, che non ricambia il suo amore. L'ossessione cresce col passare del tempo, finché Tony è accusato dell'omicidio di Patricia, del marito e dei figli. Qual è la verità?

Costruito attraverso i flashback del protagonista, Uninvited intreccia immagini del passato di Tony, soprattutto i giorni a scuola, con il presente di accusato in attesa di giudizio rinchiuso in una cella del carcere, dove ha il tempo di creare un rapporto epistolare con una sconosciuta, ancora delle lettere, come con Patricia, e ancora una donna, picchiata dal marito, rinchiusa in una condizione terribile da cui difficilmente riuscirà a fuggire.

Le continue discussioni di Tony con l'avvocato Ralph sono la chiave del film per diversi motivi. La prima è che le tesi dell'avvocato costruiscono un universo morale e di senso ambiguo. La vita dell'uomo non ha riferimenti precisi e sicuri. "Se vi fosse stato un senso nella vita " dice l'avvocato "mia madre me l'avrebbe detto subito" e ancora "la verità non esiste, esistono solo delle buone o delle cattive storie", e ancora "la verità non si intromette mai nella vita se non ce la spingi".

Gli uomini e le donne della giuria devono essere sedotti, vogliono soltanto che si racconti loro una buona storia, una storia credibile. Ma a parte le considerazioni sui processi giudiziari, già sviluppate in film recenti come A civil action, l'analisi dell'avvocato si spinge più avanti. Tutti gli uomini, prima o poi, cadono, la vita degli uomini è talmente precaria che un evento terribile e devastante è sempre in agguato. L'avvocato ha a che fare con persone a cui il mondo è stato capovolto. Il dialogo tra Tony e Ralph sempre più appare come un dialogo tra padre e figlio. Franco Nero capta ogni vibrazione dell'atmosfera di vuoto pneumatico della vita del suo personaggio e di quella dei suoi numerosi assistiti.

Il racconto è lucido e terribile, le immagini sono austere e limpide, come se seguissimo le storie di Tony attraverso una teca di cristallo e la macchina da presa si muove in una ricerca curiosa e vana di senso e di risposte che mai arriveranno ancorché il finale sembri abbandonarsi al compromesso della rivelazione.

 

 

CONFERENZA STAMPA con Franco Nero e Vanessa Redgrave

Come mai lei lavora poco in Italia?

Franco Nero: "Sono sempre stato un attore italiano atipico, scoperto da John Huston, autore americano, ho accettato proposte provenienti da tutto il mondo, grazie al fatto di essere conosciuto in tutto il mondo, poi se c'è un buon film in Italia lo accetto, cerco di fare meno televisione possibile".

 

Sono passati trent'anni dal carabiniere di "Il giorno della civetta" alla ricerca della verità. È un'idea sua di ricercarsi il ruolo di cercatore di verità?

 

Franco Nero: "Essendo figlio di un carabiniere, questi ruoli li prediligo, mi si addicono anche se non sono i soli ruoli che ho interpretato. La versione definitiva della verità è quella che Barolo fa ai giurati, il film è sull'ossessione e mescola fantasia e realtà..."

Vanessa Redgrave: "Vi ricordate di Blow up di Antonioni, la domanda sulla verità, la verità dov'è?, tutto il film risponde che una verità esiste solo a diversi livelli. In Uninvited non ci sono solo due versioni, è importante la versione che si può credere. "Vuoi sapere veramente la verità?", dice Tony a Barolo, ci sono dunque altre verità, altre storie che vengono escluse, tutto è possibile, diventa alla fine una domanda filosofica: si può dentro un tribunale trovare la verità? Tony è un personaggio solitario, non ha veri legami affettivi col mondo, è l'escluso, e non sarà mai aiutato da nessuno, assolutamente privo di sostegno dalla società."

 

La produzione italoamericana.

Franco Nero: "È un romanzo americano, era quindi giusto girarlo nei luoghi del romanzo, di trovare una formula che ci permettesse di girarlo a Long Island. Abbiamo costituito la società Barolo. La troupe è tutta americana eccetto il direttore della fotografia, Giancarlo Ferrando, di grandissima esperienza. Insieme a hanno lavorato su ogni inquadratura. La postproduzione è avvenuta in Italia a Cinecittà."

 

La distribuzione

Franco Nero: "Abbiamo trovato un accordo con Medusa e Mediaset e con l'americana Sony Classics, ma anche moltissimi altri paesi, Francia, Spagna, Inghilterra".