NearDark
database di recensioni
Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!
Torbido inganno - Bound Anno: 1996 Regista: Wachowski Brothers; Autore Recensione: l.a. Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 06-03-1998
Bound (Torbido Inganno), scritto e diretto da Wachoski
Bros. Usa, 1996.
Lei, Lui, L'Altro: un classico del noir. Lei, femme
fatale o dark lady che dir si voglia, intreccia una
relazione extra con L'Altro; poi, utilizzando le armi della
seduzione e del desiderio, trasforma l'amante in complice per portare
a termine il delitto perfetto o, più semplicemente, la truffa
ai danni di Lui. Atmosfere cupe e finale amaro, secondo tradizione;
humour nero e happy-end, nella reinterpretazioni in
chiave black-comedy. Per quanto riguarda il triangolo, i
Wachoski propongono una variazione omosessuale sul tema: L'Altro
è una donna, un ex-galeotta (ancora nella migliore
tradizione). Il meccanismo di seduzione che si innesca tra le due
è conservato: da qui la "scena bollente" su cui è stata
impostata la campagna di lancio del film. In pieno versante
black-comedy, i fratelli Wachoski, sceneggiatori del mediocre
"Assassins", occhieggiano ai migliori modelli che il cinema degli
ultimi vent'anni ha proposto per quanto concerne meticciamenti e
travalicazioni del genere "nero"; ammiccano ai primi Coen, (movimenti
di macchina spregiudicati in interni per connotare di atmosfere
incubiche gli spazi domestici, pastiche di
grand-guignol e comicità macabra che genera
suspense); a Lynch (lavorando su associazioni insolite di
suono e dettagli, diffondendo musiche jazzate in ambienti vagamente
retrò), citando in particolare "Hotel Room"; a
Tarantino, per l'esasperazione della texture di toni...
Sebbene "Bound" non sia innovativo, è un film molto
divertente, ben girato, ben orchestrato, soprattutto, ben
sceneggiato...: intelligente. I Wachoski, consci dei limiti
impostigli da un cast decisamente minore e da un genere inflazionato,
giocano con gli stereotipi e con gli spettatori: nell'incipit, si
divertono a fare sbuffare il pubblico creando una sensazione di
dejà-vu preoccupante, esasperante, impostando la
struttura narrativa sul flash-back e sulla voce narrante; poi vanno a
segno con un pugno nello stomaco con una scena di tortura; riprendono
il tono quasi fastidioso dell'inizio per finire l'impostazione
dell'intreccio... e con una soluzione di montaggio smaliziata ci
proiettano, quasi impercettibilmente, oltre l'evento che è
stato al centro del primo segmento del film (la progettazione del
crimine) e, progressivamente, scoprono il loro gioco spingendo sempre
più sulla componente ironica, fino ad una soluzione da
vaudeville macabro con continue entrate ed uscite di scena di
personaggi, di inseguitori e di inseguiti, e continui capovolgimenti
di parti basati sul doppiogioco. I Wachoski Bros., in questo modo,
hanno driblato i problemi di tenuta costante del livello
parodistico: una prima parte decisamente scontata e piuttosto
"facile", che, alla luce della seconda (decisamente complessa), si
rivela funzionale e funzionante e viene riscattata. I due autori,
poi, hanno dalla loro la capacità di risolvere e capovolgere
situazioni con leggerezza e piccole trovate geniali: il movimento di
macchina che corre lungo il filo del telefono è un classico;
ma la macchina da presa che segue non solo il percorso del filo, ma
riproduce anche gli attorcigliamenti ed i nodi del filo è
piuttosto inedita. Ed è grazie a tale dote che sono riusciti a
spremere, da una delle trame più sfruttate nella storia del
cinema e da due pessime attrici, un'altra black-comedy che
vale la pena di vedere.
|