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The Hole
Anno: 2001
Regista: Nick Hamm;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Regno Unito;
Data inserimento nel database: 04-07-2001


The Hole

The Hole
Regia: Nick Hamm
Sceneggiatura: Ben Cort, Caroline Ip
Fotografia: Denis Crossan
Montaggio: Niven Howie
Produzione: Jeremy Bolt, Lisa Bryer, Pippa Cross
Interpreti: Thora Birch (Liz Dunn), Desmond Harrington (Mike Steel), Daniel Brocklebank (Martin Taylor), Laurence Fox (Geoff), Keira Knightley (Frankie Smith), Embeth Davidtz (Dr. Philippa Horwood), Steven Waddington (Dcs Howard), Emma Griffiths Malin (Daisy), Gemma Powell (Minnie), Gemma Craven (Mrs. Dunn), Anastasia Hille (Gillian)
Origine: Regno Unito, 2001, 90 min., 35mm

Visto al Taormina FilmFest 2001

The Hole imprigiona l'ossessione adolescenziale in uno spazio angusto, un rifugio sotterraneo nel quale gli studenti del college si nascondono sottraendosi al mondo. In questo luogo tutto è possibile perché le inibizioni e le pressioni delle autorità istituzionali, la famiglia oltre al college, appaiono lontani. Così i quattro protagonisti abitano quella zona in cui tutte le fantasie sono possibili. Possono fumare, fare sesso e abusare di droghe ed alcol. Nessuno li disturberà. In questa metaforica caduta agli inferi si conquista la bellezza della libertà assoluta laddove la responsabilità individuale si confonde con la necessità di soddisfare desideri che sono diventati passioni infiammabili pronte ad esplodere con le conseguenze del caso. La prigionia dei quattro ragazzi non è quella metafisica di The Cube di Vincenzo Natali, né quella di L'angelo sterminatore, sentimento automatico di impasse profondamente legato a una condizione mentale pressoché misteriosa. Qui i segreti sono pochi, perché Liz che ha organizzato la curiosa gita ha chiaramente la chiave della soluzione, anzi la utilizza per raggiungere il suo obiettivo: conquistare l'amore di Mike, il bello del college. In questa impresa coinvolge la sua migliore amica Frankie, l'altro ragazzo Geoff è il migliore amico di Mike. Sembra quasi che la deriva ossessiva di Liz si sviluppi sulle coordinate di una sceneggiatura ammiccante che introduce la tematica della multiprospettiva del racconto, coincidente con le ambigue versioni di Liz e dell'amico accusato Martin. La follia della caduta nel baratro rimane tuttavia sospesa, in una tensione che dovrebbe accumularsi solo alla vista del sangue e delle scene quasi splatter tanto care al filone cinematografico horror (per intenderci Scream). Di fronte al precipizio la caduta non è collettiva, come ad esempio in Scarfies, molto vicino a The Hole come sviluppi e domande; l'ostinazione ottusa e delirante di Liz rimane un capitolo inespresso dal punto di vista delle immagini che si riducono ad effetto. Come se l'accennata multiprospettiva, scelta come opzione principale del racconto, dovesse fare i conti alla fine con una storia segreta, molto individuale, intima, di una ragazza ventenne perfida e insicura.

Conferenza stampa con Nick Hamm
I rapporti tra il libro, scritto da un diciassettenne, e la sceneggiatura del film

Nick Hamm : Nel libro abbiamo utilizzato l'idea centrale, il libro è di natura più intellettuale, c'erano alcune differenze nella trama, il colpevole lì era Martin.

È stata forse una rilettura femminista?
Nick Hamm: Il film parla di ossessioni di una fascia di età di ragazzi; in quella età non si ha un limite emotivo, i sentimenti sono molto variabili e quindi mi sembrava una base importante per il film. Un momento molto semplice come mangiare una pizza insieme può trasformarsi in tragedia. Liz è un personaggio che può essere diabolico ed innocente allo stesso tempo, l'idea era di mostrare la potenza di un amore ossessionato.

Nel libro tutto resta ambiguo però
Nick Hamm: Il film è un'altra operazione e naturalmente il fatto che sia diverso dal libro non ha alcuna importanza

Il casting
Nick Hamm: Sul casting mi sono concentrato su un gruppo di persone giovani, volevo persone più giovani rispetto ai protagonisti del libro che hanno circa trent'anni. Per me è più facile lavorare con attori che non hanno esperienza e che soprattutto non avevano una storia di attori alle spalle.


Cosa pensa del mondo giovanile?
Nick Hamm: Penso che siano molto avanti rispetto agli adulti che li sottovalutano. Inoltre debbo dire che sono interessato alle loro azioni, quando si vede il film con loro si scopre effettivamente dalle reazioni che il film è per loro.

I teenagers sono rappresentati attraverso alcuni stereotipi come il college. Cosa pensa poi dei vari horror ambientati nei college?
Nick Hamm: È un genere fantastico, è un genere nuovo di filmografia, l'idea del dramma che ha a che fare con in giovani adulti è una invenzione straordinaria, in questo caso è un archetipo americano adattato ad un contesto europeo

Come lavora l'attrice protagonista?
Nick Hamm: Thora ha recitato, recita da quando aveva quattro anni ed adesso ha diciannove anni, ha una personalità molto complessa, paragonabile a qualcuno che ha un'età di trentacinque anni. Ha una capacità enorme di persuasione. La scelta della recitazione ci interessa come registi, in American Beauty aveva una grandissima presenza anche nelle scene più irrilevanti, la sua arroganza piace, ha anche una gran capacità tecnica, credo che in futuro realizzerà degli ottimi film.

C'è un attacco ai modelli di bellezza così diffusi nel mondo giovanile dei college?
Nick Hamm: Volevo che la prima sequenza fosse senza un indizio, vale a dire che non si capisse che fosse un film d'orrore o un thriller, cioè una sorta di tocco di bellezza, volevo sottolineare che ci sono ambienti in cui i modelli sono molto vanesi, i cui principi sono molto labili. La protagonista all'inizio non fa parte di questo mondo, ne è esclusa.