Prodotto a Belfast, racconta in pochi minuti dell’incontro tra una ragazzina e un giovane. Lei lo accudisce e ci gioca, il problema è che quello è stecchito dentro un rigagnolo. Diventa invece un amico. Si ride amaro, ma il discorso non finisce con l’humour sardonico, perché pone il problema di quale percezione bambini e ragazzi abbiano (o non abbiano) della morte, dell’umano e del non-umano, della realtà e del virtuale. Pensiamo a quel ragazzo di Torino che qualche settimana fa si è identificato con il videogioco; pensiamo agli incidenti (?) di quelli che sparano credendo che l’amico eventualmente colpito poi tanto si rialza come nei cartoni. Quanto ci manca Sergio Leone...

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