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Steve plays Duke
Anno: 1999
Regista: Franco Maresco;
Autore Recensione: Marcello Testi
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 22-11-1999


Steve plays Duke
Daniele Ciprì e Franco Maresco
Italia, 1999, Betacam, 45'

Forse hanno ragione Ciprì e Maresco, quando dicono, con la loro sincerità provocatoria (se vogliamo, anche un po' irritante perfino per chi ama le provocazioni…) che il cinema italiano non s'interessa quasi per nulla di jazz e che forse anche per questo è brutto. Certo è che swing e improvvisazione (ma anche "stile") sono da queste parti merce rarissima.

Anche per questo vale la pena fermarsi ad ascoltare e vedere un repertorio jazzistico che ruota intorno alla figura del "Duca", che i due autori palermitani non esitano, nel loro lavoro assolutamente di parte, a inserire tra i grandi musicisti del '900.

L'occasione è il centenario della nascita di Duke Ellington, caduto nel 1999, e in questa ricorrenza si rinsalda l'amicizia che lega i due a Steve Lacy, già protagonista di una performance nel 1996 sulle "note" di un altro video di Ciprì e Maresco.

L'ambizioso progetto vede Lacy, virtuoso solista del sax soprano, interpretare da solo, appunto, alcuni dei brani da lui preferiti del repertorio di Ellington (come è noto, indirizzato principalmente verso orchestre e per questo l'interpretazione senza alcun accompagnamento è un ulteriore motivo di interesse), fornendo tra un pezzo e l'altro un'appassionata testimonianza indiretta di quanto sia stato influente il "Duca" sul jazz dei suoi tempi e su quello futuro.

Partendo da una nota autobiografica-affettiva sull'acquisto istintivo del primo disco di jazz, le parole e le note di Lacy si susseguono, montate più in accordo con l'emozione e il ritmo del ricordo che non con una vera intenzione storiografica. Anche su uno dei "nodi" della critica ellingtoniana (il tipo di rapporto fra la creatività di Ellington e la personalità dei suoi solisti), malgrado vengano forniti di seguito più punti di vista, sono gli stessi autori a prendere posizione in voce-off, anticipando le conclusioni del dibattito, e spesso Lacy è portato a divagare anche a proposito della propria carriera e della "storia" del sax soprano.

Ne risulta quindi un'attestazione d'amore, un'affettuosa cornice per le note di Ellington (rivisto anche grazie a un raro filmato di un suo concerto palermitano nel '70), lasciate sospese, a rispettosa distanza, nell'eterea interpretazione di Lacy, solo davanti a quinte di pietra, ripreso in un costante movimento circolare mai completo intorno alla sua figura.

visto al Torino Film Festival 1999 No rights reserved