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South West Nine
Anno: 2001
Regista: Richard Parry;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Regno Unito;
Data inserimento nel database: 11-07-2001


South west nine

South west nine
Regia: Richard Parry
Sceneggiatura: Richard Parry, Steve North
Fotografia: Graham Fowler
Montaggio: Chris Pancott
Musica: Dave Breadmon
Scenografia: Adam Makin
Produzione: Allan Niblo
Interpreti: Wil Johnson (Freddy), Orlessa Edwards (Helen), Frank Harper (Douser), Stuart Laing (Jake), Mark Letheren (Mitch), Nicola Stapleton (Sal)
Origine: Regno Unito, 2001, 98 min., 35mm
visto al TAORMINAFILMFEST 2001

Due anni fa era stato presentato a Taormina un film molto simile a South west nine. Si trattava di Human Traffic. Stesso produttore, Allan Niblo, e curiose coincidenze stilistiche. Niblo ha più volte dichiarato di cercare racconti molto aderenti all'atmosfera inglese e in particolare londinese e anche alle esperienze delle nuove generazioni. In Human Traffic l'età era inferiore ai protagonisti di South west nine, eppure le due storie convergono verso un'analisi socio storica della collettività attraverso le caratterizzazioni individuali e le paranoie. Il film ha nondimeno una forte componente politica. Per la sua esperienza di documentarista, Parry si è occupato delle tragedie in alcuni paesi del terzo mondo come la Sierra Leone, paesi in cui le guerre civili sono fomentate dai loschi gruppi affaristici che commerciano in armi e mantengono la facciata pulita delle banche con le vetrine nelle eleganti avenue, con la tragica inconsapevolezza di chi lavora a favore di questi terribili interessi e ne diventa automaticamente complice.C'è una manifesta rappresentazione dell'appartenenza. Ogni personaggio appartiene a un credo (dagli animalisti ai vegetariani) che si palesa come attrito costante con l'establishment borghese, sebbene intimamente tutti questi gruppi vivano tra loro in un effettivo compromesso. La ragazza bianca rasta fa ritorno all'ovile della famiglia borghese che dovrebbe odiare, il dj che è anche il narratore fuori campo convive con la criminalità, ma non fino al punto di diventare egli stesso un criminale e tutti sono dediti all'assunzione di droghe, tranne Mitch, il quale ne farà casualmente esperienza scoprendone le "meravigliose" aperture di coscienza.
Sembra quasi un ritorno all'era della psichedelia, quando, come ricorda uno dei personaggi, la droga girava gratis agli affollati e mitici raduni. I rave party sono stati quasi assimilati a un'attività redditizia in cui l'ecstasy, la nuova sostanza, è in grado di procurare un'esperienza forse più individuale anziché di comunicazione con l'altro. Il film, purtroppo, è "drogato" da questo incessante parossismo: narrare sotto uno stimolo visivo che si riduce a coazione e ripetizione insignificante. La velocità della mdp comunica all'inizio una grande eccitazione, che poi si spegne per mancanza di elementi drammaturgici. Una sorta di piccolo divertissement con la pistola puntata nell'epilogo tanto per dare l'ultimo brivido, e la memoria ridestata dagli insert documentaristici delle lotte a Brixton tra dimostranti e polizia negli anni ottanta che sembrano contemporanee a quelle recenti antiglobalizzazione di Seattle.



Conferenza stampa con Richard Parry

Lei viene dal documentario e nel film questo si vede nella commistione tra fiction e documentario
Sì, questo tipo di stile caratterizza il film, ma non voglio fermarmi a questo titolo

Dove sono state prese le immagini di guerra?
Le immagini della Sierra Leone, in particolare una del soldato col fucile e poi la madre ed un bambino morti, il cameraman è un mio caro amico. Si è avvicinato al soldato e gli ha chiesto perché lo aveva fatto. È stato molto coraggioso. Le immagini delle sommosse anarchiche a Londra le ho girate trovandomi io stesso tra la folla

Oltre alle droghe la violenza sembra venire dalla polizia che carica la folla
Sì, il film riguarda parti diverse; da una parte le droghe e dall'altro le proteste. Si tratta probabilmente in generale di una esplosione collettiva dovuta alle varie parti che inevitabilmente si scontrano. Per esempio il conflitto tra le generazioni, Le nuove si battono più per la distruzione del capitalismo. Le vecchie generazioni prendono droghe più pesanti come alcol e fumo, le nuove sostanze in fondo sono molto più innocue.

Mi ha colpito la dimensione eccitante
Credo che la cultura giovanile in Gran Bretagna passi attraverso una precisa visionarietà però nessuno ne fa dei film, forse perché gli altri generi tradizionali sono più redditizi commercialmente. Nell'industria si lavora poco per sviluppare alcuni concetti.

Quale è il suo punto di vista sulle proteste?
Penso di avere empatia con i movimenti, almeno quello che pensano, meno per come agiscono usando anche la violenza

Il lavoro con gli attori
Tutti nel set credevano nel film e c'era molta armonia e ho ricevuto tante emozioni dai miei attori

La musica del film. Ci può citare qualche nome?
Vorrei che colpisca la generazione della MTV, amiamo la musica che ci dà informazioni, e quindi volevo usare la musica come forma di linguaggio.
La canzone principale è di Eddie Grant, si intitola "Electric avenue" che è una strada di Brixton, e poi Alabama Three una band di Brixton, e Stereophonics; Brixton ha una grande produzione di musica dance.

Come mai ha scelto Brixton?
Perché io ci vivo e poi avevo bisogno di una rappresentazione di melting pot e forse solo a Brixton si possono trovare tali caratteristiche

Cosa ci dici della generazione dello sballo?
Il significato della droga ha due aspetti. Uno che Mitch ne assume quantità considerevoli e involontariamente, è un momento di caos. L'altro aspetto è che per molti ragazzi è un terreno di scambio, è il comune denominatore nell'attività di tutti. Questa sperimentazione sulle droghe fa le sue vittime ci sono anche i morti, alla fine.

Tu hai detto nella presentazione del film che volevi combattere le tue frustrazioni, e sei andato anche nella ex Yugoslavia e in Cecenia
Le mie frustrazioni non c'entrano niente con i miei viaggi in Cecenia o altrove.
Il film per me riguarda la fine di un'era, un'epoca di caos ma io credo che comunque dobbiamo andare avanti