NearDark
database di recensioni
Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!
Arma Letale 4 Anno: 1997 Regista: Richard Donner; Autore Recensione: Luca Aimeri Provenienza: Usa; Data inserimento nel database: 25-08-1998
Arma letale 4
Arma letale 4
Tit. or.:
Lethal Weapon 4; regia: Richard Donner; soggetto:
Jonathan Lemkin e Alfred Gough & Miles Millar; sceneggiatura:
Channing Gibson; fotografia: Andrzej Bartkowiak; musiche:
Eric Clapton, Michael Kamen, David Sanborn; scenografia:
J. Michael Riva; costumi: Ha Nguyen; montaggio:
Dallas Puett, Frank J. Urioste; prodotto da: Richard Donner,
Joel Silver; cast: Mel Gibson (Martin Riggs), Danny
Glover (Roger Murtaugh), Joe Pesci (Leo Getz), Rene
Russo (Lorna Cole), Chris Rock (Lee Butters), Jet
Li (Wah Sing Ku), Steve Kahan (Capt. Ed Murphy),
Kim Chan (Uncle Benny), Darlene Love (Trish Murtaugh);
produzione: Warner Bros./Donner/Schuler-Donner Productions/Silver
Pictures; Usa, 1998; durata: 2h e 7'.
«The Gang's
All Here!»
considerazioni sul
serial-movie
Ormai al quarto episodio della saga, la
coppia di poliziotti Riggs & Murtaugh inizia a sentire gli
anni. Nella finzione. «Sono troppo vecchio per questa merda»,
ripete Riggs al compagno - per poi ripiegare subito su un comico
training autogeno che dà la forza ai due signori-di-mezza-età
di affrontare l'ennesimo inseguimento/sparatoria/scazzottata/ecc.
e quindi di spingere ancora una volta il carrello dello spettatore
su e giù per quel rollercoaster che è l'andamento
di una buona narrazione.
L'invecchiamento è il tema portante
del film a livello di personaggi: se il plot principale è
costituito dallo scontro dei due poliziotti con la gang di turno
(qui cino-americana), sul versante dei protagonisti gli sceneggiatori
tendono a cercare una soluzione verosimile facendo aderire i volti
invecchiati dei due attori a quelli dei personaggi nella simulazione
di un parallelismo tra tempi delle storie (Arma Letale 1-2-3-4),
tempo storico degli attori (Gibson-Glover naturalmente
invecchiati) e del pubblico (gli anni che trascorrono tra l'uscita
dei singoli episodi / gli anni che trascorrono nella vita dello
spettatore). Risultato a livello di pubblico: un uncino
che lega serie, fans e affezionati. «Uncino» (in inglese
«hook») è l'espressione gergale degli sceneggiatori
statunitensi utilizzata in alternativa a «teaser» (dalla
pubblicità, «qualcosa di stuzzicante») per indicare
quella sequenza di apertura «tesa e eccezionale» (propria
del cinema action-adventure), quasi un prologo in luogo dell'incipit
vero e proprio, mirata ad agganciare, «uncinare», l'attenzione
dello spettatore. Nel caso di Arma letale, come in quello
della altre serie blockbuster, quelle che sbancano al botteghino
e attraverso la continuità degli attori principali sono
riconoscibili come "originali e garantite", gli episodi,
di volta in volta, creano un "macro-uncino" che, agganciato
il pubblico, lo segue nel suo tempo: i protagonisti diventano
come "qualcuno che si conosceva bene" e che si ri-vede/ritrova
dopo lunghe pause. Per chi ha visto all'epoca dell'uscita nelle
sale i primi episodi di serie come Lethal Weapon (Arma
letale/Lethal Weapon, di Richard Donner, 1987), Die Hard
(Trappola di cristallo/Die Hard, di John McTiernan, 1988)
o Indiana Jones (I predatori dell'Arca perduta/Raiders
of the Lost Ark, di Steven Spielberg, 1981), ritrovare Martin
Riggs & Roger Martaugh, John MacLane/Willis o Indy/Ford con
regolarità, ogni tot anni, in un nuovo episodio, è
come ritrovare "vecchi amici" che ci ricordano
i "vecchi tempi", quelli della visione del primo episodio
- ma anche tempi che si stratificano mano a mano che i capitoli
aumentano...: e si crea l'attesa della nuova "puntata",
anche se quella precedente era pienamente autoconclusa. Ciò
che si vuole vedere ancora non è semplicemente quel
genere di azioni, ma azioni di quel genere/tono vissute da quei
personaggi protagonisti. La chiave del successo di queste serie
è nei Personaggi [- anche da qui i ricchissimi cachet richiesti
dagli attori per ri-vestire quei panni, rischiando di rimanerci
intrappolati.]
Arma letale,
poi, essendo impostato sui personaggi più di quanto non
possa apparire, gioca a fondo su meccanismi "telenovelici",
sull'accumulo di personaggi e sulle reazioni di complicità
del pubblico che li ri-conosce (pre-conoscenza); ad ogni episodio,
secondo una formula precisa, la "cerchia famigliare"
del film si arricchisce di personaggi che ritornano nell'episodio
seguente: Joe Pesci è presente dal secondo capitolo fino
al quarto, Rene Russo dal terzo al quarto e (eventuali) seguenti
- lei ormai è della «family» (come urlano
in coro tutti i personaggi riuniti in una non casuale foto-ricordo
conclusiva: la serie potrebbe anche finire qui e dunque, sotto
i titoli di coda, scorrono le foto dell'album della Weapon-Family,
con immagini non solo da tutti e quattro gli episodi, ma anche
di Donner, il regista che ha diretto tutti i capitoli, di Shane
Black, lo sceneggiatore creatore dei personaggi ecc.).
Non è un caso che il flano di Lethal
Weapon 4 sottolinei che "la gang" è tornata,
l'intera gang, cioè tutti i personaggi che nel
tempo si sono coagulati intorno al "nucleo-a-due + appendice
la famiglia Martaugh"; da notare che sia Joe Pesci che Rene
Russo entrano in ballo, rispettivamente nel 2° e nel 3°
ep., come coprotagonisti, cioè alterando/ampliando "momentaneamente"
il team di detective (da duo a trio) per essere poi assorbiti
e integrati nella gang di spalla - Pesci come amico, la Russo
come moglie di Riggs. Il quarto episodio non trasgredisce la formula
e a portare la variante al buddy-movie (film con una coppia
"maleassortita" o "forzata" come protagonista)
interviene un giovane detective rampante che si svelerà
essere il futuro genero di Roger... e Roger non lo sopporta. La
coppia principale prova fastidio nei confronti dell'intruso, tende
ad allontanarlo, salvo apprezzarlo progressivamente e accettarlo
come membro del clan in extremis, nell'epilogo: è un meccanismo
che si ripete ogni volta che subentra un terzo nel duo di eroi
della serie. Questo permette di avere la coppia "maleassortita"
o "forzata" che è elemento quasi basilare del
buddy-movie: se nel primo episodio la frizione si verificava proprio
tra Riggs e Martaugh, alla fine di quell'avventura gli ostacoli
alla loro amicizia erano stati eliminati; dal secondo episodio
sarebbero stati affiatati, quindi meno interessanti, e avrebbero
offerto uno spettro di gag differenti da quelle vincenti del modello;
introdurre un terzo personaggio protagonista ha permesso, di volta
in volta, di offrire un "nucleo spezzato", in conflitto
comedy, con due schieramenti principali (Riggs+Martaugh
vs. Pesci, la Russo, Chris Rock) e le sei possibilità
di relazioni tra i tre personaggi-vertici del triangolo/trio.
[Il discorso sull'"affezione"
ai personaggi/attori delle serie, e ai toni di cui sono portatori
(certi commenti sdrammatizzanti, ironici, che solo una certa
interpretazione fa funzionare come umoristici, ad esempio), può
invertirsi in una fascia di pubblico più giovane che magari
scopre solo a ritroso (dall'ultimo al primo episodio) le vite
di questi (super)eroi, tramite il vhs - una prospettiva distorta
in cui necessariamente i primi capitoli difficilmente spuntano
il confronto con gli ultimi: i protagonisti risultano più
scarni rispetto a quelli recenti, più glam e spesso
più divertenti; la formula si è affinata e quella
originaria può risultare povera; e poi, i progressi nel
campo degli effetti speciali che permettono maggiore realismo/credibilità
e spettacolarità nelle fondamentali sequenze action; infine,
da non sottovalutare, la «contemporaneità» in
cui erano calati i precedenti episodi di due serie di quelle citate
(Lethal Weapon e Die Hard) è divenuta trapassato
prossimo se non passato remoto (1987 = 11 anni fa!) e quindi il
design del film (compreso lo stile visivo) risulta, a occhi più
giovani, come qualcosa di opaco, tutt'altro che scintillante;
gli stessi attori sembrano privi di smalto per acconciature,
abbigliamento ecc. E' un filtro che, per mantenere l'esempio legato
alla serialità nella fiction, potremmo rapportare a quello
che automaticamente sorge nel vedere i telefilm importati con
qualche anno "di ritardo", o riprogrammati. In quest'ultimo
senso, si pensi ad esempio alla coppia Stursky&Hutch, a quanto
erano "nuovi" intorno alla metà degli anni'70,
quando andarono in onda per la prima volta sulla Rai, mentre il
fascino che emanano ora è retrò, è legato
alla fascia del cult(o); in tempi ancora più recenti, poco
più di dieci anni fa, il telefilm più glam in assoluto
degli '80, il clippatissimo Miami Vice, con la coppia Sonny&Rico
(ancora buddy-movie: offre un numero doppio, come minimo, di percorsi
narrativi possibili) che a vederla oggi non è che kitsch,
la musica è "vecchia" (all'epoca era la colonna
sonora del momento) e le famose scene sexy che fecero scalpore
sono, oggi, decisamente pudiche rispetto a una qualsiasi pubblicità
di assorbente.]
Con Arma letale 4 sono dunque trascorsi
undici anni dalla prima avventura di Riggs/Gibson e Murtaugh/Glover,
e loro non sono più gli stessi: troppe bombe e sparatorie,
troppi salti nel vuoto e car-crash... Il super-eroe inizia a interrogarsi
sul "super": teme l'avversario laddove, ai "bei
tempi" degli altri tre episodi, lo avrebbe affrontato chiedendogli
di sparargli con occhi da kamikaze; il suo compagno, più
anziano e da sempre più posato, assume appieno il ruolo
del mentore, guida pratica ai territori dell'età e, ancora,
della famiglia.
Il definitivo passaggio all'età adulta
di Riggs è dato dalla nascita del suo primogenito; altra
faccia della medaglia, il passaggio allo stadio seguente a quello
di padre del capo-Famiglia Martaugh: che diventa nonno, e suocero
dell'odioso Chris Rock.
Ampliamento fino alla saturazione nell'happy-end:
due bimbi in fasce, Famiglia Martaugh al completo, Joe Pesci/Leo
Getz, il capitano Murphy, e, per concludere, gli sposi novelli
Trisha-Lee e Martin-Lorna (quindi il personaggio di Gibson risolve
definitivamente il suo percorso personale, trovando l'anima gemella
degna di sostituire la moglie scomparsa - della quale per la prima
volta ci viene mostrata la tomba, per rinfrescare intertestualmente
la memoria sul suo passato e chiudere il cerchio).
Lo scontro con i nuovi nemici, oltre ad
offrire il sempre esplosivo action-cocktail, si articola quindi
sulla constatazione dell'eroe circa la propria inadeguatezza al
ruolo (vecchiaia, paternità imminente, responsabilità);
una presa di coscienza che gioca su un costante contrappunto comico
che così esplicito non era mai stato negli episodi precedenti,
e che qui non esita nemmeno a colorarsi da vaudeville. Se la formula
vincente era stata la giusta mescolanza di adrenalina e comedy
su un tappeto drammatico di fondo [si pensi al primo episodio,
al teaser sul suicidio della ragazza, o al travaglio di Riggs
nel dolore della moglie assassinata e alla dura sequenza in cui
tenta il suicidio; più in generale, tutta la comicità
del primo Riggs era profondamente annegata nella disperazione,
e la progressiva nascita dell'amicizia nella coppia protagonista
si sviluppava appunto nel recupero di Riggs dalla solitudine e
dalla paranoia grazie al suo inglobamento nel nucleo famigliare
di Martaugh], di capitolo in capitolo ha preso vieppiù
il sopravvento la pratica delle iniezioni di ironia (rispetto
al genere) e autoironia (dei personaggi, dell'operazione stessa):
in questo quarto episodio la componente comica è l'elemento
principale, fino a rasentare la parodia. Attraverso lo humour,
gli eroi possono confessare i propri difetti senza essere retorici,
risultando più vulnerabili, più umani, conservando
il vantaggio/forza dell'autoironia.
La carica demistificante nei confronti dell'eroe/degli
eroi è perlopiù il punto di forza dei sequel di
successo del filone action-adventure, un percorso ampiamente battuto
per avvicinare con la simpatia il personaggio allo spettatore:
si pensi alle peripezie di Indiana Jones, in particolare al duo
Jones-figlio/Jones-padre in Indiana Jones e l'ultima crociata
(Indiana Jones and The Last Crusade, di S. Spielberg, 1989),
o all'evoluzione di MacLane attraverso i tre Die Hard fino
alla devastazione psico-fisica dell'incipit e alle sgangherate
acrobazie slapstick di certi passaggi del più recente...
L'integrazione tra storia di intreccio e
storia di personaggio, a vantaggio di una delineazione più
profonda del protagonista e di una maggiore presa sul pubblico,
procede di film in film anche arricchendo lo spettatore di sempre
nuove nozioni circa l'eroe: di volta in volta ci vengono svelati
elementi della sua personalità che gli conferiscono umanità
strappandolo al monolitismo fumettistico del super-eroe e permettendogli
di sopravvivere tra tanti altri personaggi garantendo una
percentuale di freschezza rispetto al pubblico, proponendo quindi
nuovi appigli/margini per empatizzare.
Anche questa pratica si riscontra in molte
serie di successo. Nel terzo Indiana Jones, ad esempio, ci veniva
addirittura mostrata la/una backstory dell'eroe [un frammento
significativo della sua giovinezza: la sua prima avventura interpretata
dall'accattivante River Phoenix; la provenienza del cappello e
della frusta, l'origine della cicatrice sul mento di Jones/Ford
(anche qui sovrapposizione personaggio/attore), la paura dei serpenti,
l'assenza della figura materna e la latitanza di quella paterna;
l'origine del (sopran)nome «Indiana» - nome del cane
dell'archeologo-da-piccolo nella finzione, nome del cane del creatore
della serie, George Lucas, nella realtà...) per poi introdurre
il personaggio di Sean Connery e illustrare il rapporto padre-figlio
in perenne cortocircuito (buddy-movie) con perenni lampi
sul passato e perno del confronto scienza-fede, tema di questo
capitolo come del primo. Nella serie Die Hard, per i primi
due episodi, la personalità di MacLane/Willis era svelata
soprattutto attraverso i riflessi della crisi matrimoniale che
viveva; nella sceneggiatura del terzo episodio (che, curiosità,
era stata scritta per Arma Letale IV mentre poi è
stato adattato in Duri a morire/Die Hard with a Vengeance,
di John McTiernan, 1995) la figura della moglie (che presumibilmente
sarebbe stata Lorna nello scipt originale; Riggs&Martaugh
sarebbero tornati "soli"?) si limita ad una voce al
telefono che nemmeno sentiamo (e la telefonata è sempre
sospesa o rimandata) mentre si sterza nettamente sulla strada
"sicura" del buddy-movie (ancora): nel processo di formazione
della coppia, nei momenti di saldatura, durante le prove che l'intreccio
gli impone, vediamo finalmente MacLane, eroe solitario per definizione
(abbandonato dalla moglie, lontano dalle figlie, sospeso dalla
polizia), interagire con Samuel L. Jackson, costretto al gioco
di squadra e al confronto con un uomo comune. In «L'umanità
dei personaggi»: sceneggiatori, regista, attori di Arma
Letale 4 hanno puntato a questo. E' la scorciatoia per rendere
minima la barriera tra personaggio (e film) e pubblico - non a
caso è una delle regole rintracciabili in tutti i manuali
di sceneggiatura d'oltreoceano.
Ma il lavoro sul personaggio non basta,
e non è sufficiente la gang familiare: l'action
vuole la sua parte.
In questo ambito, in sintonia con l'attuale
tendenza hollywoodiana, il riferimento al cinema di Hong Kong
è più che esplicito.
Le forme di conflitto oggettivo (inseguimenti,
sparatorie...) non solo sono più che variegate (dalla tortura
con l'anestetico inebriante agli acrobatici corpo a corpo a colpi
di kung-fu), ma sono orchestrate in lunghissime sequenze iperboliche
in cui vengono sfruttate a 360° le potenzialità della
location in cui l'azione si situa, con una predilezione per situazioni
estreme (la scazzottata in un casa viaggiante sezionata verticalmente
come un set, la cui parete mancante è sostituita da un
telo di nylon/schermo trasparente... è da antologia).
Situazioni troppo forti per un'eroe-di-mezza-età.
Situazioni estreme, fuori da ogni logica
se non quella della spettacolarità: la più visionaria
viene situata proprio nel teaser, nella sequenza action
d'apertura in medias res, ed è così forte
l'impatto che lo spettatore difficilmente se ne domanda la connessione
col resto della storia (che infatti non si potrebbe trovare, perché
non c'è: è un segmento separato, di puro spettacolo,
slegato completamento dal plot del film; la tendenza corrente
è che ci siano legami tra teaser e svolgimento della trama;
i primi film di 007, che introdussero la pratica del teaser nel
cinema mutuandola dalla tv, erano così impostati, un frammento
puramente introduttivo sul personaggio e sul tono del lavoro).
Arma letale si apre su una specie di "palombaro"
(sembra uscito da un disaster-movie giapponese anni'50-'60) che
cammina in una strada del centro, con due bombole sulla schiena:
in mano ha un lanciafiamme e sta dando fuoco a mezza città.
Di forte impatto, puramente visivo: un omino di latta che disegna
la notte col fuoco, ridisegnando la città che incontra
a ogni suo passo, fetta di fuoco dopo fetta di fuoco. Catastrofico.
Arrivano Riggs e Martaugh, e non sanno cosa fare quando scaricano
tutti i loro proiettili addosso a quell'antenato di Terminator
che nemmeno si scalfisce... Bisogna farlo saltare in aria.
Antagonista nettamente più forte
del protagonista: è uno dei meccanismi che, con più
immediatezza, attivano l'empatia tra protagonista e spettatore;
si tiene sempre per il più debole, se si tifasse per il
cattivo non ci sarebbe più storia.
«Riggs & Martaugh contro l'uomo
di ferro»: sembrerebbe non esserci altra possibilità
che la fuga per i nostri.
Altrettanto si dica per il nemico numero
uno di turno: è giovane, agile, spietato... In una parola:
pericolosissimo. E' come un gatto, ed è il corpo-ponte
tra Hollywood e Hong Kong: è Jet Li, star hongkonghese,
famoso come protagonista della serie (un'altra) Once Upon a
Time in China, il pirotecnico "wuxiapian by Tsui Hark"
(Tsui Hark, regista, produttore di saghe di grande successo e
dei successi di John Woo. Tsui e Woo, entrambi passati alle scuderie
californiane dopo il ritorno di Hong Kong alla Cina). I ritmi
sincopati, la fantasia e l'inventiva che Hollywood ha scoperto
nel «cinema più commerciale del mondo» (come
è stata definita l'industria di H.K. senza volerla svilire)
l'hanno messa nella condizione di reinventarsi tentando di conciliare
la propria forza della narrazione con l'invenzione hongkonghese,
senza però mettere pienamente a fuoco che la chiave di
quel cinema sta proprio nella libertà del copione, che
supplisce agli ampi spazi del plot dedicati all'azione più
spettacolare con sequenze-pausa, di articolazione, in cui, per
sintetizzare i passaggi, renderli più immediati, si passa
attraverso il melò. Alla luce dei conflitti a tinte forti
che costituiscono i fari/pilastri della storia, i registi hongkonghesi
hanno spazio per lavorare sulla messa in scena delle sequenze
action sperimentando soluzioni non solo/semplicemente spettacolari.
In altre parole, un modo di fare cinema lontano, nella sua formula,
da quello americano, tutto impostato (a partire dalla recitazione:
realistica, non sopra-le-righe) su un rispetto di una qualche
verosimiglianza.
La tendenza a mediare l'action hollywoodiano
con la "lezione" hongkonghese annovera tentativi sempre
più recenti; non ultimo Arma Letale 4 che tuttavia
si limita a innestare nelle sequenze adrenaliniche schegge degli
aspetti più squisitamente spettacolari: situazioni limite
che vengono portate ad una crescita esponenziale rapida oltre
il punto di non-ritorno, secondo concatenazioni ripetute, location
insolite e movimento.
I personaggi di sempre, con qualche anno
di troppo; situazioni ancora più difficili per evidenziare
l'inadeguatezza degli eroi; ironia e auto-ironia che li riscattano
- sgangherati ma sempre spavaldi; sequenze action spinte oltre
il punto di non ritorno: quarto e forse ultimo episodio, con affetto
speciale.
filmografia
di
RICHARD DONNER
1998
Lethal Weapon 4 (Arma letale 4)
1997
Conspiracy Theory (Ipotesi di complotto)
1995
Assassins (id.)
1994
Maverick (id.)
1992
Lethal Weapon 3 (Arma letale 3)
1992
Radio Flyer (Il grande volo)
1992
Two Fisted Tales (Incubi; episodio: Showdown)
1989
Lethal Weapon 2 (Arma letale 2)
1989
Tales from the Crypt (I racconti della crypta, serie
TV: episodio: Dig That Cat, He's Real Gone/ Sotterra quel gatto,
è davvero morto!)
1988
Scrooged (S.O.S. Fantasmi)
1987
Lethal Weapon (Arma letale)
1985
The Goonies (I Goonies)
1985
Ladyhawke (id.)
1982
The Toy (Giocattolo a ore)
1980
Inside Moves (I ragazzi del Max's bar)
1980
Superman II (id.; non accreditato)
1978
Superman (Superman, il film)
1976
The Omen (The Omen. Il presagio)
1975
Bronk (serie TV)
1975
Bronk (L'investigatore Bronk, Tv-movie)
1975
Sarah T. - Portrait of a Teenage Alcoholic (Tv-movie)
1975
A Shadow in the Streets (Tv-movie)
1974
Petrocelli (id., serie TV)
1974
The Six Million Dollar Man (L'uomo da sei milioni di
dollari, serie TV)
1974
Lucas Tanner (Tv-movie)
1974
Senior Year (Tv-movie)
1973
Kojak (id., serie TV)
1972
The Streets of San Francisco (Sulle strade di San Francisco,
serie TV)
1972
Ghost Story (serie TV)
1972
The Sixth Sense (serie TV)
1971
Cade's County (serie TV)
1971
Cannon (id., serie TV)
1969
Twinky (id.)
1968
The Banana Splits Adventure Hour (Banana Split,
serie TV)
1968
Salt and Pepper (Sale e pepe: superspie hippy)
1966
It's About Time (serie TV)
1965
Get Smart (serie TV)
1965
The Wild, Wild West (serie TV)
1964
The Man from U.N.C.L.E. (serie TV)
1963
The Fugitive (Il fuggitivo, serie TV; due episodi)
1963
Philbert (Three's a Crowd)
1962
Combat! (id., serie TV)
1961
X-15 (Il leggendario X-15)
1959
The Twilight Zone (serie TV)
1958
Wanted: Dead or Alive (serie TV)
|