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Sospesi nel tempo Anno: 1996 Regista: Peter Jackson; Autore Recensione: l.a. Provenienza: Usa; Data inserimento nel database: 13-06-1998
SOSPESI NEL TEMPO
Sospesi nel Tempo (The Frighteners), di Peter Jackson.
Sceneggiatura, Peter Jackson, Fran Walsh. Con Michael J. Fox,
Trini Alvarado, Peter Dobson, John Astin, Jeffrey Combs. Prodotto
da Robert Zemeckis. Usa, 1996. Dur.: 1h e 49'.
SOSPESI NEL TEMPO. USA. Uomini che cascano in un tempo-trappola
per osservare il proprio passato, per sbirciare nel futuro, per
materializzarsi nel passato più remoto e sfidare gli antenati
("Back to the Future" parti I-II-III); uomini che attraversano
il tempo inteso come Storia, vivendola, modificandola, percorrendola
senza sosta, ripercorrendola con il ricordo attraverso il flashback
("Forrest Gump"); uomini e non-uomini-cartoons che vivono
in una realtà parallela immaginaria, atemporale, o piuttosto
sospesa, in un'isola che non c'è ma che ripresenta fedelmente
i difetti della Realtà ("Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?");
tempi immobilizzati, costretti, irrigiditi, eternati, per magia,
con tutte le conseguenze fisiche del caso ("La Morte Ti Fa
Bella"); tempi stregati di un racconto del brivido, tempo
come attesa vibrante di suspense, tempo come passatempo, tempo
della finzione fantastica, "altro tempo" varcata la
soglia della sospensione della verosimiglianza, incubico tempo-REM
("I Racconti della Cripta", "Incubi")... Tempo
come viaggio in altre dimensioni, con un bagaglio zeppo di film
del passato da cui attingere senza sosta. O, più semplicemente,
ambientazioni nel passato ("1964. Allarme a New York: Arrivano
i Beatles"), o tempi narrativi frenetici ("La Fantastica
Sfida"). Ma anche, tempo indecifrabile: presente contaminato
di elementi del passato, e/o viceversa, per uno spazio-tempo dell'azione
inteso come cornice pennellata di intertestualità, per
sottolineare l'appartenenza ad un genere riveduto e corretto magari
nostalgicamente ("All'Inseguimento della Pietra Verde").
Il cinema di Robert Zemeckis è uno spettacolare missile
contro le barriere temporali: un gioco modulato in tutte le sue
varianti ed in tutti i suoi toni. Gli effetti speciali sono il
propulsore ed il detonatore della macchina cinematografica di
Zemeckis: permettono di viaggiare a velocità iperbolica;
permettono deflagrazioni più o meno forti, a seconda dei
casi, al momento dell'impatto con la storia narrata; quello che
è certo è che un'esplosione si verifica, puntualmente
(magari anche solo al box-office).
SOSPESI NEL TEMPO / bis. NEW ZELAND. Peter Jackson, il
signore dello Splatter neozelandese, gioca - mescolandoli - con
elementi simili, su spettro più limitato (anche in conseguenza
di una filmografia logicamente più ristretta e orgogliosamente
indipendente ed artigianale) ma con effetti non meno deflagranti.
Tempi-realtà paralleli popolati non da cartoons ma da muppets
("Meet the Febles"); presenti-passati indecifrabili
dai prologhi adventure, corpi in putrefazione che si rifiutano
di morire - e la convivenza con la morte non li fa assolutamente
belli ("Splatters, Gli Schizzacervelli"); isole atemporali
invase da E.T.zombies ("Bad Taste"); mondi onirici ancorati
ad un passato lontano ed improbabile che invadono progressivamente
il presente di qualche decennio fa sotto forma di ossessioni ("Creature
del Cielo"); tempo-Storia ripercorsa da Jackson (e dal co-autore
Costa Botes) attraverso lo sberleffo in un falso-documentario
in cui si ripercorrono le tappe della storia del cinema in un'ottica
esclusivamente neozelandese ("Forgotten Silver")...
Tempi simulati, negati, costruiti, inventati, espansi (e relativi
spazi): lente deformante necessaria alle incursioni nel territorio
del fantastico, su un versante più specifico - un'altra
faccia della medaglia. Ritmi narrativi convulsi, rimandi intertestuali,
citazioni: la spettacolarità (quella più simpaticamente
e "grezzamente" oltraggiosa) come veicolo privilegiato.
Ed effetti speciali non posticci, ma pienamente integrati come
motore e parte essenziale dell'azione: Jackson piega trucchi filmici
e profilmici ai suoi intenti dissacratori, macinando senza soluzione
cinema citazioni corpi e non-corpi in un tripudio di sangue ed
interiora condito in salsa di humour nero ed ironia corrosiva
che dagli anfratti dell'affabulazione più grottesca non
lesina graffi a realtà società tabù... Nel
Tritatutto Jackson passano, senza pietà, mode, amori,
odi, matricidi, cronaca nera, consumismo, potere, religione...
ecc.: il succo (rigorosamente rosso) che si ottiene è un
concentrato di provocazione, sghignazzo, lucidità. L'hamburger
è servito: ma potrebbe essere, come in "Bad Taste",
a base di carne umana.
THE FRIGHTENERS. La dimensione hollywoodiana e spettacolarmente
high-tech di Zemeckis si incontra con quella più artigianale,
più aggressiva, meno soft di Jackson: due grandi affabulatori
in coppia, il primo nelle vesti di produttore, il secondo in quelle
di co-sceneggiatore e regista. Due amanti degli effetti speciali
non gratuiti. Due manipolatori di immagini e di cinema. Due amanti
della spettacolarità utilizzata come lasciapassare mimetico
per idee e satira. Il punto di contatto è un soggetto di
Jackson, sceneggiato a quattro mani con la moglie Fran Walsh.
Ambientazione temporale: indecifrabile; ad elementi del presente
si mescolano elementi del passato in un pastiche fumettistico
d'atmosfera fifties (?) impregnata di reminiscenze lucide e piovose
noir. A questa enigmatica realtà temporale, si sovrappone
un gioco di sdoppiamento: realtà parallele convivono grazie
alle shining-kubrickiane doti extrasensoriali del ghostbuster
Michael J. Fox che rendono "visibile" il regno dei morti
quanto quello dei vivi; il fantasma di un serial-killer continua
nel presente (e nella realtà) le imprese sanguinarie del
suo passato; nella parte finale del film, un rischioso cortocircuito
temporale farà coincidere presente e passato costringendo
M.J. Fox all'ennesimo "back to the future". Thrillomedy,
thriller+comedy, come lo ha definito Jackson, "Sospesi nel
Tempo" non lesina citazioni, come da tradizione delle cinematografie
del regista e del produttore. Finiscono nel mirino del baraccone
ectoplasmatico (a stratosferico tasso di effetti speciali digitali)
ordinati villini american middle-class, crisi famigliari ed incomunicabilità
celate dietro candide staccionate e praticelli ben curati popolati
di nanetti in gesso, schizoidi agenti FBI, nevrotici militari...
ma soprattutto viene colpita la mistificazione tutta americana
della figura del serial-killer. Jackson e Zemeckis non esitano
ad ancorare la comedy alla tragica realtà, dipingendo una
coppia di assassini seriali ispirati esplicitamente ad una coppia
drammaticamente passata alla storia criminale: Charles Starkweather
e Carlin Ann Fugate ("Honeymoon Killers" e "Senza
Movente"). Nell'incontro Jackson-Zemeckis è difficile
stabilire chi abbia la meglio: forse sul versante dell'ambientazione,
del lavoro sull'atmosfera, del certosino lavoro di assemblaggio
e rielaborazione di frammenti di cinema e di generi, del gusto
per la favola un poco sgangheratamente sfrenata e rocambolesca
a tratti slapstick a tratti cartoon... l'influenza di Zemeckis
è portante. Senza dubbio, tuttavia, la componente più
visionariamente dark, che funge da contrappeso e zavorra, ispessendo
il coté più leggermente comedy è da attribuirsi
a Jackson. Se può avere senso fare calcoli del genere,
si potrebbe azzardare che la prima parte del film è più
vicina al produttore, mentre la seconda è riconducibile
al regista. L'impronta di Jackson è decisamente evidente
nel lungo segmento finale: quando presente e passato si toccano,
il ritmo del film subisce un'impennata, l'adrenalina sale vertiginosamente
prendendo una direzione inversa a quella del resto del film...
Il gusto dello stupore, del meraviglioso, che predomina in "Sospesi
nel Tempo" risulta un po' eccessivo, a tratti stucchevole
e subisce un calo quasi fisiologico durante lo svolgimento dell'intreccio;
nel finale, al contrario, predomina tutt'altro tono: scaricata
la narrazione per famiglie, si scatena la violenza che sembrava
trattenuta per tutto il resto della pellicola... Presente e passato
entrano in collisione; ed in questa convergenza, l'allegra e scanzonata
follia rivela i suoi aspetti diabolici e perversi: il serial killer
prende consistenza fisica, e lo scontro diventa un corpo-a-corpo,
non più un corpo-a-ectoplasma. In altri termini, Jackson-Zemeckis
riportano la materia narrata, su cui hanno ironizzato, alla terribilità
che gli è propria. I flash di passato che irrompono, abbaglianti,
si tingono di rosso, abbandonando le tinte neutre della trasparenza
fantasmatica: Jackson, da parte sua, abbandona il grottesco per
confrontarsi con sequenze action vere e proprie. Zemeckis perde
un po' della sua verginità, Jackson quasi si svezza ricreando
la tensione che sottendeva "Creature del Cielo", il
pubblico forse rimane un po' stordito... A riportare il tono a
quello precedentemente dominante è il prefinale edenico...
altre citazioni, altri happy end, ed una terza dimensione temporale
- molto, molto, sospesa, tra le nuvole.
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