NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Sangue Vivo
Anno: 2000
Regista: Edoardo Winspeare;
Autore Recensione: Ofelia Nunzi
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 09-06-2000


L’amore di Winspeare per la musica della sua terra č talmente tanto prepotente che la pizzica entra con tutta la sua energia e il suo furore anche in questa nuova storia: una storia attuale

L’amore di Winspeare per la musica della sua terra è talmente tanto prepotente che la pizzica entra con tutta la sua energia e il suo furore anche in questa nuova storia: una storia attuale.

Si narra di mondi e culture che si accavallano, che provano a nascere o che si sentono morire al tempo di un "Ritmo Vitale", prendendo a prestito una espressione dei testi dei Sud Sound Sistem. E’ il racconto di una trasformazione attraverso l’analisi-incontro-scontro di tre figure e tre generazioni.

La civiltà contadina è una figura paterna, già morta, viva solo nei sogni di una vecchia; ha il volto rugoso e i denti consumati di un vecchio leone non più aggressivo; è bianca, nuda, semplice, pura come le costruzioni rurali pugliesi. Sulla pietra bianca si balla fra gli ulivi e i neri capelli sciolti delle belle "uagnone" salentine. È una immagine catapultata in questa pellicola dalle inquadrature di Pizzicata, film di esordio del regista.

Questo tempo perduto è soprattutto musica e sonagli di tamburelli in una rievocazione che non arriva mai alla ricostruzione folkloristica da cartolina.

Il nuovo scenario, il presente: i figli.

Zimba, il maggiore, sente, nel silenzio della propria coscienza, la colpa di essere causa della cancellazione di un mondo, ma, ossessionato, ne cura il rispetto, ne fa rivivere il coraggio, ne suona gli strumenti. Il figlio minore è un Bastianazzo di verghiana memoria, forse meno superficiale ma ugualmente illuso. L’illusione è abbandonare il tamburrello per inseguire un pericoloso miraggio laddove il caldo fa perdere anche il senno.

È il simbolo di una nuova civiltà che, rinnegati i campi, perde la propria identità mentre ne cerca un’altra. Ma lo strumento, un setaccio per il grano con la pelle di ciuccio tesa e nastri colorati, vibra, animandosi di vita propria fra le mani di Donato come fra quelle di nessun altro nel paese: è un ritmo secolare, frutto di incontri di civiltà diverse, è un sistema curativo, sensuale come una serpe, frenetico, che conduce il corpo a movimenti convulsi fino allo sfinimento fisico.

Allora il maggior pregio dei film di winspeare è quello di dare nuova linfa vitale alla "sua" cultura salentina, sua perché particolarmente amata e particolarmente sentita. Il prof. Luciano Canfora sostiene, come gli storiografi greci, che tutto ciò che non è raccontato è perduto. Ben vengano dunque i racconti se possono rivitalizzare ciò che sta per morire. Vi posso assicurare che durante la proiezione il pubblico faceva fatica a rimanere seduto al suo posto, assorto e coinvolto dal ritmo fremente delle pizziche.

Cadono dunque gli eventuali preconcetti che potrebbero sorgere in qualità di reazione al fiorire di produzioni pugliesi in questo periodo. È inevitabile che in questo contesto si osino fare dei paragoni fra questo film e Lacapagira, data la stessa provenienza del fenomeno e la comunanza di alcuni temi. In realtà Sangue Vivo non ha la stessa velocità del film barese, né la freddezza, né tanto meno l’ironia. Ciò è dovuto al modo di raccontare di Winspeare più riflessivo, più analitico nei confronti dei caratteri dei personaggi, più lento nelle inquadrature in modo da privilegiare la fotografia e le luci, ma non meno crudo e non meno reale.

Così, in questa terra profumata di ciliegie, protesa in un mare (in Pizzicata il soldato americano piovuto dal cielo che voleva andar via, si sente rispondere: "E dove vai? Qui intorno è tutta acqua"), che conduce presto a terre vicine ma misteriose e inesplorate, anche Bari, solo qualche centinaio di km più a nord sembra lontana: pare venga dalla Papuasia il discografico barese atteso per giorni (guarda un po’ chi si vede ….Nico Cirasola…che in questo caso recita meglio di quando si autodirige!)

Il film non poteva essere che recitato in dialetto salentino e poi sottotitolato in italiano. Per la consulenza musicale Winspeare si avvalso ancora della collaborazione del gruppo Officina Zoè, di cui alcuni componenti fanno parte del cast. Omaggio anche ai Sud Sound Sistem, portavoci da tempo del calore salentino attraverso la versatilità della lingua nel battere in levare del reggae.