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Mononoke Hime - La principessa Mononoke
Anno: 1997
Regista: Hayao Miyazaki;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Giappone;
Data inserimento nel database: 26-01-2000


Mononoke Hime - La principessa Mononoke
Di Hayao Miyazaki

Il primo cartoon che mi ha incollata, piccolissima, davanti allo schermo televisivo è stato "Heidi", qualche decennio fa. L'autore era lui, quell'Hayao Miyazaki che poi ha saputo regalarci altri personaggi indimenticabili come Conan o Lupin III. Un autore cui le porte dell'Occidente sembrano essere misteriosamente sbarrate, almeno per quanto riguarda i suoi lungometraggi. "Mononoke Hime", già annunciato nella scorsa edizione del Future Film Festival (dopo il successo riscosso nell'edizione 1998 del Festival di Berlino) ma poi non proiettato, è stato acquistato dalla Disney ma mai, finora, distribuito nelle sale. La copia finalmente ottenuta dal Future Film Festival, oltre ad essere in giapponese (e, fin qui, nulla di male, non fosse che agli organizzatori era stata annunciata una copia italiana) presenta una assai poco piacevole riga bianca al centro: trattasi evidentemente della copia che la Disney tiene per visione interna e appositamente "marchiata" al fine di evitare il furto o la pirateria. Sembra la storia di una maledizione annunciata ma, faticosamente, almeno quest'anno il film siamo riusciti a vederlo.

Si capisce tutto sommato da subito perché la Disney sia titubante nella distribuzione di questo film. Non è un film per bambini, o almeno non immediatamente per bambini. I personaggi, presi di peso da un'antica leggenda giapponese (che ricorda moltissimo le nostre leggende e anche i grandi poemi epici, l'Iliade in particolare; nulla di nuovo sotto il sole, dunque, se ci si attiene strettamente all'intreccio), non si dividono immediatamente e manicheisticamente in "buoni" e "cattivi": tutti hanno qualcosa di buono, tutti qualcosa di cattivo, dalla principessa allevata dai cani di montagna alla condottiera Eboshi. Tutti contribuiscono allo sviluppo della storia (dove spesso si affaccia la Storia), e i confini tra bene e male (in questo il film è davvero squisitamente orientale) si mescolano e si confondono. In fondo lo stesso eroe (che però è un eroe maledetto), Ashitaka, ci avverte sin dall'inizio: per salvarsi bisogna saper vedere la realtà con occhi non annebbiati.
Tra il poema epico, la tragedia greca, il drammone storico, "Mononoke Hime" riesce anche a parlare della Natura, del rapporto dell'uomo con essa prima che con gli altri uomini, della magia che da questa deriva e di come è facile perderla per sempre (indicativo come Ashitaka ripeta spesso la frase "ma non si può imparare a convivere?"). E conferisce grande dignità anche alle figure di contorno, alla piccola gente che in fondo, da sempre, è il motore dei grandi cambiamenti storici. "Mononoke Hime" è dunque un film di grandissimo respiro, oltre che bellissimo da un punto di vista strettamente formale (il tratto di Miyazaki ne ha fatta, di strada, dai tempi della pastorella svizzera). Tornando ai bambini: davvero non è un film per loro? Eppure ne avrebbero di cose da imparare, vedendo un film di questa importanza. Ma la Disney da quest'orecchio proprio non ci vuole sentire...