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La patinoire
Anno: 1998
Regista: Jean Phoilippe Toussaint;
Autore Recensione: Ofelia Nunzi
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 22-05-2000


La patinoire - Corato La patinoire (FRANCIA) - La maggior parte del film di Jean Philippe Toussaint si svolge su una pista di ghiaccio, metafora della situazione in Europa, rappresentata da una partita di hockey tra squadre lituane. Cinema nel cinema, molto vicino a Si gira a Manhattan, interessante, con musiche di Brahms sempre incalzanti e la battuta dell’unico attore americano, il Bruce Campbell de La casa, che dopo aver pronunciato per cento volte il nome Dolores, il regista decide di tagliare in fase di montaggio. Tutti gli operatori lavorano sul ghiaccio con pattini ai quali pian piano si abituano. Bravo Jean-Pierre Cassel, il regista sullo schermo, che quando gli è chiesto di cantare una canzone che si ricorda della sua infanzia, inneggia canti universitari sul diritto allo studio e sul futuro (del cinema) da porre nelle mani dei giovani. Sembra proprio quest’ultimo il punto centrale del film, stigmatizzato anche con una grossa critica al festival di Venezia, quando viene presentato il direttore della manifestazione veneta come un corpo in ospedale, trasportabile solo in ambulanza e che dopo aver visto la proiezione del lavoro francese, muore. Il regista e lo sceneggiatore sono bravi a raccontare una storia che parla solo di cinema, che svela tutti i trucchi del mestiere, dalle inquadrature alle luci, all’impossibilità/possibilità di scrivere scene di sesso anche in una storia di pattinaggio (cosa che invece avviene). Un film che diverte senza respiro, che gioca con la politica del cinema, come non poteva non fare un film francese che cerca, ripetendolo più volte, di mostrare il falso del cinema che rende reale una storia, come in una partita di hockey, dove anche senza dischetto si ottiene lo spettacolo