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Il tocco del male
Anno: 1998
Regista: Gregory Hoblit;
Autore Recensione: luca aimeri
Provenienza: Usa;
Data inserimento nel database: 23-07-1998


Fallen (1998)

Il tocco del male

Tit. or.: Fallen; regia: Gregory Hoblit; sceneggiatura: Nicholas Kazan; fotografia: Tom Sigel; musiche: Tan Dun; scenografia: Terence Marsh; costumi: Colleen Atwood; montaggio: Lawrence Jordan; prodotto da: Charles Roven, Dawn Steel; effetti speciali: Buena Vista Imaging / Centimage; cast: Denzel Washington (John Hobbes), John Goodman (Jonesy), Donald Sutherland (Lt. Stanton), Embeth Davidtz (Gretta Milano), James Gandolfini (Lou), Elias Koteas (Edgar Reese), Gabriel Casseus (Art), Michael Pagan (Sam), Robert Joy (Charles), Aida Turturro (Tiff); Usa, 1998; durata: 123'.

Ennesimo thriller freak post-Seven: sghemba creatura sospesa tra detection, serial-killer e scritture religiose, questa volta con abbondanti innesti soprannaturali, epidemici contagi del male à la Twin Peaks, per un viraggio sempre più netto del thriller verso l'horror. Il poliziotto di colore Denzel Washington, puro e incorruttibile, alle prese con efferati delitti che ripropongono con esattezza le stesse modalità di quelli di un serial killer che ha visto con i suoi stessi occhi morire nella camera a gas. Presto, troppo presto, tutto un po' troppo in fretta a scapito della suspense, il gioco si scopre: non si tratta di un epigono del realmente giustiziato serial killer, ma dello spirito di quest'ultimo che si incarna in altri corpi. Il duello tra il detective e il twinpeaksiano Bob della situazione assume poi i contorni di una sfida di ben altra portata nel momento in cui si scopre (attraverso il detto consueto percorso attraverso le sacre scritture) che lo spirito non è altro che un demone. L'idea forte del soggetto sta nel fatto che il passaggio dell'entità da un corpo all'altro avviene tramite semplice contatto (da qui il titolo proposto dai sempre "creativi" distributori italiani, Il tocco del male): ecco che Washington si trova a dover affrontare i "corpi" di innocenti indemoniati loro malgrado (è uno stallo per il coscienzioso poliziotto); in seconda battuta risulta quantomeno difficoltoso riuscire ad individuare il nemico quando questo, nel mezzo della folla, si diverte a scorrazzare da un corpo all'altro (questa situazione, riproposta anche nei termini inversi, ovvero di inseguimento attraverso i corpi da parte del Male ai danni di una studiosa di teologia, costituisce forse il momento di più riuscita tensione dell'operazione)... Al modello del police procedural, secondo il quale seguiamo l'investigazione dell'agente (e Il tocco del male ne rispetta attentamente le tappe, compreso lo snodo drammatico che spinge verso il segmento conclusivo in cui il poliziotto viene incriminato e si trasforma in fuggiasco), si sovrappone quello del thriller paranormale con segmenti in classico stile horror film; il ruolo di guida in tale "labirinto" è affidato, in linea con la tradizione noir, ad una voce narrante (che implicherà l'unico elemento di sorpresa in un finale all'insegna della prevedibilità): messaggi nascosti dietro ai quadri, citazioni dall'Apocalisse, ammonizioni circa la portata della "missione", imminenza della distruzione di Babilonia e avvento dell'Anticristo, rivelazione di un presunto ruolo salvifico del protagonista angelicato eccetera... Mix stucchevole non solo a causa di una sceneggiatura in cui non si sono sapute sfruttare le buone intuizioni che informano il soggetto di partenza optando piuttosto per scorciatoie all'insegna della frettolosità e dell'ovvietà, ma anche in conseguenza delle facili soluzioni formali che il regista propone che annullano la gran parte delle potenzialità suspense delle situazioni (in particolare le soggettive distorte del demone riempiono ogni piega di mistero e attesa, svuotano il gioco prima che cominci); le interpretazioni degli attori fanno il resto: Denzel Washington calato nell'ennesimo ruolo politically correct non dà segni di recitazione all'infuori dello sfoderare i suoi candidi denti per mimare la gioia e ricacciarseli in bocca nell'eventualità contraria (comprensiva di stupore, perplessità, paura ecc.), Donald Sutherland più mummificato che incartapecorito, John Goodman straziante in un pessimo ruolo apparentemente confezionatogli su misura. Un film che, oltre a rendere lampante la svolta nel filone rappresentata da Seven (Se7en, di David Fincher, 1995) e dal suo successo, presenta una miriade di legami (non esattamente all'insegna della citazione, piuttosto del debito) con una quantità di altre pellicole più o meno recenti (un esempio per tutti: L'ultima profezia - God's Army-The Prophecy, di Gregory Widen, 1995): forse il divertimento della visione può risiedere proprio nell'invenimento delle fonti di ispirazione dello sceneggiatore.

filmografia di

GREGORY HOBLIT

1998 Fallen (Il tocco del male)

1996 Primal Fear (Schegge di paura)

1993 NYPD Blue (serie tv)

1993 Class of '61 (tv-movie)

1989 Roe vs. Wade (tv-movie)

1986 L.A. Law (tv-movie)

1981 Hill Street Blues (serie tv)