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$align="left"; include "image1.php3"; ?>Goodbye
Casanova ha lo straordinario fascino della messa in scena espressionista.
Di chiudereaprire l'immaginazione in uno spazio fantastico che è fatto anche di
tempo incerto. E di magia, illusione, stupore, che penetra i luoghi e circonda
tutti i personaggi. Le collaborazioni di Borrelli con Terry Gilliam (Il
barone di Münchausen) e Tim Burton (Sleepy Hollow) si vedono:
l'atmosfera di fiaba sognante, di un racconto che ha superato i limiti terreni
ed è percorso dalle sensazioni percettive del fantasma, il corpo evanescente
dello spettro che è agitato, perturbato estenuamente dal sentimento
desiderante. Casanova e la sua amante Lavinia sono imprigionati in un castello
che è contenuto in un libro (uno di quei disegni che si aprono a rilievo tra le
pagine) fino a quando qualcuno prenderà il libro e lo aprirà proprio a quella
pagina. Allora Giacomo Casanova potrà liberarsi impegnandosi nel mondo terreno,
aiutando una coppia in crisi. Ma Casanova non può certo cambiare la propria
indole e di fronte alla bellezza del corpo vivente tornerà dopo alcuni secoli
di torpore ad usare le sue trame ed i portentosi veleni per soddisfare le sue
affamate voglie di seduzione ed amore. In un racconto percorso dalla bellezza
dell'incontro con la percezione fantastica dello spazio e del tempo i vincoli
con le percezioni quotidiane si allentano. È un sentimento straordinario che il
film riesce a comunicare, spingendo in quel viaggio ignoto che è percorso dal
piacere ambiguo e perverso della seduzione. E Casanova già alla prima apparizione
(eccellente la leggerezza onirica di Giancarlo Scandiuzzi) mostra l'ambivalenza
e l'intrigante coesistenza del bello e immorale che si sposano per quella causa
che è predestinazione e condanna: la conquista del sesso femminile.
Conferenza stampa con Mauro Borrelli
$align="right"; include "image2.php3"; ?>Borrelli: Avevo questo grande
desiderio di fare un film, vedevo che molti giovani filmaker indipendenti, come
Rodriguez riuscivano a fare film con poche migliaia di dollari. Ho fatto una
scommessa, così ho fatto un film di studio, in uno stage, un capannone di
Burbank, il problema era dunque costruire questo set. Con un produttore amico
sono andato in giro per recuperare i materiali dove si demoliscono i set, e
questi materiali sono così serviti per le riprese. Il film è stato girato in
due settimane, mentre il set è stato preparato in un mese. Alcuni curiosi si
sono uniti ed hanno lavorato con noi, tra cui un fotografo il direttore della
fotografia di "Come l'acqua per il cioccolato", e lui è riuscito a
farmi girare in 35mm. Molti effetti sono stati fatti non utilizzando la
computer graphics.
Un elemento innovatore mi sembra la presenza del libro, vale a dire la
pagina scritta come ponte levatoio tra passato e presente. La sua formazione
come è arrivata a scovare questa citazione del libro? Borrelli: Da ragazzo ero un grande appassionato delle biblioteche, che mi
facevano pensare ai fantasmi, e Casanova mi piaceva anche come personaggio
vittima di un libro. Poi se uno non può costruire un castello, può fare un
disegno o meglio un castello che si apre in un libro.
Come è avvenuto il casting? Borrelli: Mi serviva un personaggio dall'accento e gestualità italiane e
così ho messo numerosi avvisi. "Si cerca Casanova". Si presentarono
tantissimi camerieri, feci i provini, però erano tutti molto giovani, volevo un
personaggio più maturo. Decisi di cercare degli italoamericani. Ne arrivarono
una trentina. Già come si presentano come aprono la porte sono molto diversi,
diversi dagli italiani e dagli americani. Mentre l'italiano si prende in giro da
solo, l'italoamericano non si prende in giro da solo. Gli spagnoli erano più
simili agli italiani. Nessuno andava bene e mancava così poco all'inizio delle
riprese e bussò improvvisamente qualcuno che voleva fare il provino. "Sei
italiano?" gli dissi "Sì sono veneto e un po' francese". Abbiamo
fatto il provino Gli diedi una scopa in mano: questa è la tua donna. Lui fece
un walzer e poi un monologo.Capimmo subito che era quello giusto.
Il costo del film
Borrelli: È costato 175 mila dollari. Per un film a basso budget è molto
importante la capacità del regista di coinvolgere le persone. Alcune persone mi
dissero che avrebbero lavorato gratuitamente con me a patto che li avessi fatto
mangiare bene visto che sono italiano. Così io allestii una cucina con piatti
italiani
Per quanto ha creduto a questo soggetto?
Borrelli: All'inizio il soggetto era più complesso, alla fine ho deciso di
scrivere una stesura più semplice
È contento del risultato?
Borrelli: Sono molto contento in rapporto ai mezzi che ho utilizzato.