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Goodbye Casanova
Anno: 2000
Regista: Mauro Borrelli;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 03-07-2001


Goodbye Casanova

Goodbye Casanova
Regia: Mauro Borrelli
Sceneggiatura: Mauro Borrelli
Fotografia: Steven Bernstein
Montaggio: Edward Saller
Produzione: Jeff Kirshbaum
Musica: Gianluca Piersanti, Marco Beltrami
Interpreti: Giancarlo Scandiuzzi (Giacomo Casanova), Yasmine Bleeth (Lavinia), Flea (Silent), Paul Ganus (Robert), Ellen Bradley (Claudia), Pamela Gidley (Hilly), Carmen Filpi (Festus)
Origine: USA, 2000, 84 min., 35mm

Visto al Taormina FilmFest 2001

Goodbye Casanova ha lo straordinario fascino della messa in scena espressionista. Di chiudereaprire l'immaginazione in uno spazio fantastico che è fatto anche di tempo incerto. E di magia, illusione, stupore, che penetra i luoghi e circonda tutti i personaggi. Le collaborazioni di Borrelli con Terry Gilliam (Il barone di Münchausen) e Tim Burton (Sleepy Hollow) si vedono: l'atmosfera di fiaba sognante, di un racconto che ha superato i limiti terreni ed è percorso dalle sensazioni percettive del fantasma, il corpo evanescente dello spettro che è agitato, perturbato estenuamente dal sentimento desiderante. Casanova e la sua amante Lavinia sono imprigionati in un castello che è contenuto in un libro (uno di quei disegni che si aprono a rilievo tra le pagine) fino a quando qualcuno prenderà il libro e lo aprirà proprio a quella pagina. Allora Giacomo Casanova potrà liberarsi impegnandosi nel mondo terreno, aiutando una coppia in crisi. Ma Casanova non può certo cambiare la propria indole e di fronte alla bellezza del corpo vivente tornerà dopo alcuni secoli di torpore ad usare le sue trame ed i portentosi veleni per soddisfare le sue affamate voglie di seduzione ed amore. In un racconto percorso dalla bellezza dell'incontro con la percezione fantastica dello spazio e del tempo i vincoli con le percezioni quotidiane si allentano. È un sentimento straordinario che il film riesce a comunicare, spingendo in quel viaggio ignoto che è percorso dal piacere ambiguo e perverso della seduzione. E Casanova già alla prima apparizione (eccellente la leggerezza onirica di Giancarlo Scandiuzzi) mostra l'ambivalenza e l'intrigante coesistenza del bello e immorale che si sposano per quella causa che è predestinazione e condanna: la conquista del sesso femminile.


Conferenza stampa con Mauro Borrelli
Borrelli: Avevo questo grande desiderio di fare un film, vedevo che molti giovani filmaker indipendenti, come Rodriguez riuscivano a fare film con poche migliaia di dollari. Ho fatto una scommessa, così ho fatto un film di studio, in uno stage, un capannone di Burbank, il problema era dunque costruire questo set. Con un produttore amico sono andato in giro per recuperare i materiali dove si demoliscono i set, e questi materiali sono così serviti per le riprese. Il film è stato girato in due settimane, mentre il set è stato preparato in un mese. Alcuni curiosi si sono uniti ed hanno lavorato con noi, tra cui un fotografo il direttore della fotografia di "Come l'acqua per il cioccolato", e lui è riuscito a farmi girare in 35mm. Molti effetti sono stati fatti non utilizzando la computer graphics.

Un elemento innovatore mi sembra la presenza del libro, vale a dire la pagina scritta come ponte levatoio tra passato e presente. La sua formazione come è arrivata a scovare questa citazione del libro?
Borrelli: Da ragazzo ero un grande appassionato delle biblioteche, che mi facevano pensare ai fantasmi, e Casanova mi piaceva anche come personaggio vittima di un libro. Poi se uno non può costruire un castello, può fare un disegno o meglio un castello che si apre in un libro.

Come è avvenuto il casting?
Borrelli: Mi serviva un personaggio dall'accento e gestualità italiane e così ho messo numerosi avvisi. "Si cerca Casanova". Si presentarono tantissimi camerieri, feci i provini, però erano tutti molto giovani, volevo un personaggio più maturo. Decisi di cercare degli italoamericani. Ne arrivarono una trentina. Già come si presentano come aprono la porte sono molto diversi, diversi dagli italiani e dagli americani. Mentre l'italiano si prende in giro da solo, l'italoamericano non si prende in giro da solo. Gli spagnoli erano più simili agli italiani. Nessuno andava bene e mancava così poco all'inizio delle riprese e bussò improvvisamente qualcuno che voleva fare il provino. "Sei italiano?" gli dissi "Sì sono veneto e un po' francese". Abbiamo fatto il provino Gli diedi una scopa in mano: questa è la tua donna. Lui fece un walzer e poi un monologo.Capimmo subito che era quello giusto.

Il costo del film
Borrelli: È costato 175 mila dollari. Per un film a basso budget è molto importante la capacità del regista di coinvolgere le persone. Alcune persone mi dissero che avrebbero lavorato gratuitamente con me a patto che li avessi fatto mangiare bene visto che sono italiano. Così io allestii una cucina con piatti italiani

Per quanto ha creduto a questo soggetto?
Borrelli: All'inizio il soggetto era più complesso, alla fine ho deciso di scrivere una stesura più semplice

È contento del risultato?
Borrelli: Sono molto contento in rapporto ai mezzi che ho utilizzato.