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Europa Anno: 1991 Regista: Lars von Trier; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: Danimarca; Francia; Germania; Svizzera; Data inserimento nel database: 18-03-1998
Ambientato nella Germania dell'immediato secondo dopoguerra, il film
narra le alterne sorti di un giovane americano emigrato in Europa ed
introdotto, dallo zio tedesco, nelle ferrovie come responsabile di
vagone letto. Qui, nel suo primo viaggio di lavoro, incontra e si
innamora di una giovane donna che lo coinvolge, suo malgrado, nelle
trame di un movimento neonazista, portandolo addirittura a piazzare una
bomba sul treno in cui lavora.
Alternando bianco e nero a colore, camera fissa a camera a mano,
scomponendo spesso le inquadrature in molteplici piani diversi, questo
film ricorda da vicino certo espressionismo tedesco, senza pero'
arrivare alla forza di un Fritz Lang, cui pure deve molto. Von Trier non
e' tedesco, e' danese, e si vede. La storia non regge, e' noiosa e
banale, piena dei soliti luoghi comuni sugli americani buoni e generosi
ed i tedeschi cattivi e traditori. Un tedesco l'avrebbe raccontata certo
in modo molto diverso.
Siamo ben lontani dalla maturita' artistica e professionale di "Breaking
the Waves" " e di "The Kingdom", anche se la mano del genio c'e' gia'
tutta: valga per tutte la splendida sequenza iniziale che ci mostra,
ossessivamente, lo scorrere delle rotaie accompagnato dalla voce fuori
campo di un narratore che parla come fosse un ipnotizzatore (espediente
che ricorrerra' altre volte nel corso del film, forse troppe).
Un film, nel suo complesso, difficilmente definibile come un capolavoro,
ma nello stesso tempo un film che un vero amante di Von Trier non deve
assolutamente perdere.
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