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El medina - La città Anno: 1999 Regista: Yousry Nasrallah; Autore Recensione: Andrea Caramanna Provenienza: Egitto; Francia; Data inserimento nel database: 18-01-2001
El medina – La città
El medina – La città
Regia: Yousry Nasrallah
Sceneggiatura: Yousry Nasrallah, Nasser Abdel Rahmane, Claire Denis
Fotografia: Samir Bahzan
Montaggio: Tamer Fathi
Musica: Tamer Ezzat
Interpreti: Bassem Samra, Roschdy Zem, Mohamed Nagati, Abla Kamel, Ahmad Fouad
Selim, Ines De Medeiros, Amr Saad, Basma, Mess Hattou
Produzione: Ognon Pictures, Misr International, La Sept Art
Distribuzione: Flach Pyramide International 5, rue Richepanse 75008 Paris tel
0033 42960220 fax 0033 40200551
Origine: Egitto, Francia, 1999, 35 mm, col., 90 min.
visto al Cinemamed. Il Cinema dei Paesi Arabo Mediterranei. Palermo 11-18
gennaio 2001 Panorama Lungometraggi 1997 2000
$align="left"; include "image1.php3"; ?>Il Cairo e Parigi sono le città, i
luoghi che si uniformano allo stato d'animo del protagonista Alì, in questa
storia fortemente individuale, ma che si traduce in un percorso dell'esperienza
dal sapore universale. L'ispirazione è quella dei versi poetici di Costantinos
Kavafis: "Sempre farai capo a questa città. Altrove non sperare, non c'è
nave non c'è strada per te". Dovremmo inferire che lo spostamento da Il
Cairo a Parigi è nella sostanza fittizio, poiché la dimensione heideggeriana
dell'essere gettato nella vita, è la stessa in ogni luogo. La rappresentazione
tende a confermare questa verità. Il protagonista Alì è, infatti, letteralmente
gettato nel tourbillon dell'esistenza. E nel suo caso, probabilmente
l'affermazione personale è più difficile perché la sua scelta di essere attore
incontra il contrasto oppressivo dell'autorità paterna. A Parigi invece dovrà
combattere la brutalità che ogni paese riserva agli immigrati. Una verità molto
semplice che nel suo caso, dopo terribili ed umilianti vicende per sbarcare il
lunario, rischia anche di finire in tragedia, quando è investito crudelmente da
una banda di delinquenti senza scrupoli.
Come avevamo già notato in A proposito di ragazzi, ragazze col velo la
regia di Yousry Nasrallah mostra una eccezionale disponibilità per i
personaggi, che risultano perfettamente descritti nelle minime sfumature
attraverso l'importante supporto di dialoghi autentici. Nella costruzione
semplice delle inquadrature, mai artificiosa, che si affida a lunghi primi
piani dei volti, emerge la parola o meglio il dialogo come fondamentale
strumento dialettico dell'esistenza. Solo che è proprio la reticenza, la
chiusura e grettezza mentale che poi si impongono a scapito della libertà e
dignità individuali. In questo senso il film riesce a dimostrare, con una
storia in apparenza convenzionale, se vogliamo una delle tante variazioni dei
racconti di formazione, il rapporto tra la collettività e l'individuo e i
meccanismi di potere che si perpetuano subdolamente attraverso i rapporti
familiari.
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