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Do Zan - Due Donne
Anno: 1999
Regista: Tahmine Milani;
Autore Recensione: Andrea Caramanna
Provenienza: Iran;
Data inserimento nel database: 31-07-1999


Visto al
Taormina 
Film Fest 99
Do Zan

Do Zan - Due donne

Regia: Tahmineh Milani
Sceneggiatura: Tahmineh Milani
Fotografia: Hossein Jafarian
Montaggio: Mostafa Kherqepush
Interpreti: Niki Karimi (Fereshteh), Merila Zare'i (Roya), Atila Pesiani (Ahmad), Mohammad Reza Forutan (Hassan), Reza Khandan (padre di Fereshteh)
Produzione: Arta Film, Arman Film
Origine: Iran, 1999
Durata: 96', 35 mm

Lo chador, il velo nero che ricopre il volto delle donne islamiche sta per cadere, a giudicare dalle reazioni che il film della Milani ha provocato nel suo paese: centinaia di donne hanno spedito lettere alla regista, rivelando di essere pronte al divorzio. Sotto accusa il pesante maschilismo della cultura islamica che opprime la personalità delle donne, ne condiziona le libertà. Fereshteh e Roya sono due studentesse universitarie, piene di vita e Fereshteh, in particolare, mostra un naturale talento per gli studi, la curiosità per il mondo: "sei davvero un genio", le dice con affetto l'amica Roya, e Fereshteh sogna un futuro importante, magari in America o in Inghilterra. Le prime sequenze del film sono le più belle e convincenti. Esplorano con soave incanto l'affettuosa amicizia tra due giovani donne, i giorni degli esami all'università, le avances dei ragazzi che si concludono in frivole risate, le passeggiate insieme per le vie della città. Il destino di Roya e Fereshteh, tuttavia, non dipende, dalle loro capacità. La vita di Fereshteh è presto segnata dal comportamento maschile. Prima un tale che l'ossessiona chiedendole di sposarlo, poi l'incidente in auto proprio mentre sta scappando dal maniaco che la insegue in motocicletta, che causa il ferimento di un bambino, mentre per un altro non c'è niente da fare. La disgrazia, agli occhi del padre ottuso, svergogna l'intera famiglia cosicché è pronto ad organizzare il matrimonio "salvatore" per la figlia. Fereshteh sposa un uomo che non conosce che presto si rivela crudele, eppure cercherà di amarlo ugualmente.
Il film è un viaggio attraverso i meccanismi della tradizione islamica, l'organizzazione dei matrimoni, con i suoi riti terribili per la donna, che deve accettare ogni tipo d'imposizione, l'autorità paterna, e non decidere mai nulla. Il marito controllerà ogni suo gesto. "Ti darò un permesso scritto per andare all'università", sembra impossibile, ma è tutto regolare per le leggi islamiche. Fereshteh non può fare neanche una telefonata, perché il marito stacca l'apparecchio ogni volta che esce. Il cinema iraniano ci ha spesso sorpreso, perché affronta i temi della violenza psicologica in modo davvero unico con dialoghi penetranti che comunicano il dramma dei personaggi. Il racconto è cucito con inquadrature molto semplici, intensi primi piani del volto di Fereshteh, fedeli al suo punto di vista.

 

Conferenza stampa con Tahmineh Milani (Regista) e Niki Karimi (Attrice)

Quale sarà la reazione del pubblico femminile alla visione del film?
Niki Karimi: "Non sono felice che la gente abbia applaudito vedendo la morte del marito, perché lui non è il motivo principale dell'infelicità della protagonista, responsabile è la mentalità del paese."

È importante la situazione economica della donna?
Tahmineh Milani: "È importante la rappresentazione degli ostacoli culturali che possono bloccare la crescita della donna iraniana, che è posta in una posizione di isolamento. Abbiamo tre tipi diversi di uomini, ognuno dei quali rappresenta una mentalità diversa che blocca la crescita della donna., un uomo che dice di difendere la donna, ma non sappiamo più da cosa la può difendere":

È difficile essere un'attrice in Iran?
Niki Karimi: "Non più che in altri paesi. Ho cercato di trovare i punti in comune tra me ed il personaggio che interpretavo, voglio sentire la situazione dentro, ho disegnato una tabella con i passi che il personaggio doveva attraversare".

Esiste davvero un movimento di donne che si ribella come quello nel film chiamato Apache?
Niki Karimi: "No, si tratta semplicemente di uno scherzo, quando ero a scuola formammo un gruppo col quale contrastare gli uomini, ma non esiste niente di ufficiale, di istituzionale. Non abbiamo paura, semplicemente diamo voce alle nostre opinioni, sfortunatamente non esiste alcuna organizzazione che faciliti la diffusioni di tali opinioni. In Iran le donne ricevono due personalità, dal punto di vista psicologico, ciò che esse sono davvero e ciò che la società le obbliga ad essere."