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Dante's peak (La furia della montagna)
Anno: 1996
Regista: Roger Donaldson;
Autore Recensione: l.a.
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 06-03-1998


Dante's Peak (La Furia della Montagna), di Roger Donaldson. Sceneggiatura, Leslie Bohem. Con Pierce Brosnan, Linda Hamilton. Usa, 1996. Dur.: 1h e 52'.

Dopo essersi manifestato sotto varie sembianze e formule nella corrente (1996-97) stagione cinematografica, dalle contaminazioni thriller di "Turbulence" alle ibridazioni action di "Daylight" e "Twister" a quelle SF di "Indipendence Day", il disaster-movie ritorna nella sua essenzialità: l'Uomo contro la forza della Natura (manifesta sotto forma di catastrofe) ed effetti speciali come protagonisti. Hollywood punta sui vulcani, e sforna ben due pellicole incandescenti: "Volcano" e "Dante's Peak". Se il primo non è ancora stato distribuito in Italia [aprile '97, n.d.r.], il secondo si è riversato magmaticamente nelle sale nostrane preceduto ed accompagnato dal solito apparato di concorsi, viaggi premio alle Hawaii, zainetti + kit-di-sopravvivenza, e volantinaggio (opuscoli pseudo-scientifici che magnificano la potenza distruttiva dei vulcani, tracciano una mappa delle eruzioni "storiche"- da Pompei a Krakatoa - forniscono un poster didattico per istruire terminologicamente lo spettatore...)... si diceva, il solito battage che precede ed accompagna i kolossal su cui non ci si può permettere il rischio di un flop. Dante's Peak, il Picco di Dante, è il vulcano (presunto) spento sulle cui pendici sorge un'amena cittadina che da esso prende il nome. Il vulcanologo Pierce Brosnan scopre che la montagna sta covando una violenta eruzione; ovviamente, novello Cassandra, nessuno gli crede... La sua intuizione si rivelerà esatta, con tutte le conseguenze del caso. L'intreccio è ridotto all'essenziale: in apertura un breve prologo narra la backstory del protagonista principale; Brosnan ha perso la sua compagna durante un'eruzione nelle Filippine... Prima conseguenza: l'oggetto del suo interesse scientifico, per cui possiede una sorta di sesto senso, diviene la sua ossessione ed il suo nemico giurato. Seconda conseguenza: dopo quell'incidente, Brosnan sembra aver perso la capacità di innamorarsi (fino a quando non incontrerà Linda Hamilton, sindaco di Dante's Peak). Terza conseguenza: i suoi colleghi lo considerano paranoico ed allarmista (ma si rivelerà una novella Cassandra). Velocemente si passa alle prime avvisaglie di risveglio del vulcano: una sequenza di vago sapore spielberghiano mostra come due giovani amanti vengano "bolliti" dalle acque di un innocuo laghetto rese incandescenti da una fuoriuscita di lava. Ed eccoci alla co-protagonista: Linda Hamilton, sindaco di Dante's Peak, madre di due bambini, abbandonata dal marito e, come lo scienziato, ormai dimentica di cosa sia l'amore. Ed il film è bello che impostato in tutta la sua prevedibilità: non resta che l'eruzione, che gli sceneggiatori ci fanno attendere un po' troppo a lungo sperando in un effetto suspense, ma ottenendo solo la noia. A differenza della stragrande maggioranza dei film del filone, "Dante's Peak" non vive di una dimensione corale, ovvero più personaggi organizzati in gruppo con relativo bagaglio di tensioni latenti che esplodono sotto la pressione della disperata situazione; oppure più coppie su cui si focalizza a rotazione... In "Dante's Peak" si punta sull'essenziale: i protagonisti sono Brosnan e la Hamilton, l'antagonista il vulcano; il nucleo drammatico è costituito da questo scontro, senza fronzoli di sottotrame e di personaggi minori... Altro elemento interessante è la coniugazione di road-movie e disaster: i due protagonisti non possono semplicemente fuggire; prima devono recuperare i figli di lei che sono in cima alla montagna. Quindi arrancano fino alle fauci del mostro, e poi utilizzando qualsiasi mezzo per sfuggirgli, inseguiti da colate di lava, tempestati dai lapilli, acciecati dalla cenere, con la terra che viene a mancare da sotto i piedi per le scosse telluriche. Insomma, è l'Eruzione-delle-eruzioni quella del Picco di Dante; un inferno degno del Poeta: con tanto di esplosione/disintegrazione finale della montagna... ma prima, all'elemento del fuoco, viene a sommarsi quello non meno devastante dell'acqua: i ghiacci si sono sciolti, la diga ha ceduto (non poteva mancare una diga) e l'acqua ha spazzato ciò che restava ancora in piedi, compresi i ponti fondamentali per il proseguimento della fuga dei nostri. Lo sceneggiatore ha messo sulla carta l'elenco dei suoi peggiori incubi, li ha rimpolpati con qualche tomo sui "vulcani più cattivi del mondo" e con una lettura veloce dell'"Inferno" dantesco, e poi ha affidato il tutto ai tecnici degli effetti speciali - che non si sono risparmiati. Il finale è debolissimo: laddove di norma si ha l'apocalittica apoteosi che si contrasta con l'ennesima e più geniale trovata, in "Dante's Peak" l'enorme bolla si sgonfia grazie ad un segnalatore della Nasa che permette ai soccorritori di individuare i sopravvissuti. Baci abbracci applausi: sono morte centinaia e centinaia di persone, la geografia della zona è stata trasformata - una montagna è esplosa ed un paese cancellato, ma l'evento è che Brosnan è ancora vivo e finalmente può baciare la Hamilton! E come in tutti i disaster che si rispettino (compresi i recenti "Daylight" e "Independence Day") non manca neppure il cane, che ne esce un po' spelacchiato ma sano e salvo - da non confondere con Brosnan, anche se le doti recitative li rendono sostanzialmente intercambiabili. Attendendo "Volcano" e gli altri "disastri" preannunciati ("Cyclone", "Firestorm", "Titanic", "Tsunami", "Storm Warning", "Submerged"...), se proprio non c'è di meglio.