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Burying the Ex
Anno: 2014
Regista: Joe Dante;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 16-09-2014


“Essere morti è la dieta migliore.” Sinceramente non comprendo le classificazioni del cinema, quelle sputate con aria di superiorità e snobismo nei cineforum estivi. Il cinema d’autore, il cinema commerciale, il cinema di serie A, quello di serie B sono categorie che non rientrano nella mia mente. Il cinema è unico. Ha tante chiavi di lettura, mille modi di essere presentato e un solo giudice. Il regista Joe Dante è un autore di B-movie? Ma chi se ne frega, se uno vuole masturbarsi gli suggerisco di non pensare alla posizione di Joe Dante. Arriva a Venezia 71 il suo ultimo film Burying the Ex, una divertente e metaforica storia sulla difficoltà a troncare di netto i legami amorosi. Tutti abbiamo avuto una storia prolungata angosciosamente nel tempo, una relazione che avremmo voluto stroncare da mille anni, protratta per incapacità, paura, senso di colpa. Perché non basta dirlo, ci vuole risolutezza. Nel film a Max non basta neppure la morte di Evelyn per spezzare la relazione. Max ed Evelyn sono fidanzati. Max è un giovane bizzarro, allegro, lavora in un negozio “Andrete all’inferno” dove si vendono stupidi oggetti macabri per Halloween e per fissati dell’horror. Prende la vita in modo non serioso, non si fa paranoie. Evelyn è bellissima, sexy, una bomba a letto però … però è la classica rompiballe. Integralista vegana, ambientalista globale. È una talebana sull’argomento, non gradisce chi ha idee diverse: “non avevo mai incontrato una snob del gelato.” In questi casi la vittima destinata al martirio è sempre il fidanzato. Infatti, Max è incalzato, spinto, strumentalizzato ad accettare pensieri e modi di vita non propri. Evelyn trasforma il loro appartamento, in una casa totalmente verde, riponendo spiegazzati i mitici poster di pellicole italiani in un cassetto. Max ha un fratellastro: Trevis. Un ciccione divertente, totalmente dedito al sesso. Nonostante sia bruttino le donne sono ai suoi piedi: “il mio primo triangolo, sono andato alla grande.” Max non resiste più. Evelyn per quanto bella, gli sta distruggendo la vita. Nel frattempo incontra una ragazza tollerante e disponibile. Ora deve lasciare Evelyn, gli deve comunicare la fine del rapporto; ha scelto il luogo e l’ora ma mentre sta arrivando, la ragazza è investita e muore. Per un maleficio precedente si trasforma in zombie e ritorna dal fidanzato: “Se ti uccido poi possiamo vivere felici e contenti.” Da questo momento il film si trasforma in una commedia divertente, allegra, basata su classici dettami: il doppio senso, la battuta pungente, l’equivoco. Il piacere aumenta perché la pellicola è costruita come una parodia di un B-movie, prendendosi in giro e prendendo in giro i soloni. Il film è totalmente finto, falso, assurdo, irreale, illogico ma simpatico. Ci sono tutti i canoni del genere ma resi deformati. Max dovrà ricorrere all’aiuto spassoso di Trevis per eliminarla definitivamente: “stupida zombi del cazzo.” La morale: le ex non devono essere solo seppellite ma bisogna ucciderle di nuovo, e di nuovo ancora.