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La sorgente dell'amore - La source des femmes Anno: 2011 Regista: Radu Mihaileanu; Autore Recensione: Roberto Matteucci Provenienza: Belgio; Italia; Francia; Data inserimento nel database: 13-02-2013
“L'amore porta sempre sventura.”
Radu Mihaileanu ci ha portato in giro per tanti paesi in Train de Vie, Vai e vivrai e ll Concerto.
Nel suo ultimo film La sorgente dell’amore ci trasporta in un fantastico villaggio arabo raccontandoci una bella storia tutta al femminile.
Nella campagna di una nazione mediorientale il problema dell’acqua è faticoso. Esiste una sola sorgente situata lontana dal centro abitato. Per raggiungerlo c’è un sentiero lungo, ripido, insidioso sia in salita sia in discesa: “Dove l'amore si sta prosciugando.”
Per tradizione sono le donne ad andare a prendere l’acqua, mentre gli uomini disoccupati e scansafatiche osservano nell’indifferenza le loro femmine.
Purtroppo nella sfaticata diverse donne incinte perderanno i loro figli in funeste cadute.
Così accade anche a Leila. Leila proviene da un altro villaggio. Si è trasferita dopo il matrimonio con Sami. Sami la ama sfrenatamente. La suocera invece non riesce a comprendere la scelta del figlio e lo spinge a ripudiarla.
Leila in seguito al suo incidente incita tutte le donne del paese a ribellarsi. È un mestiere da uomini.
O i maschi risolvono il problema oppure sarà sciopero del sesso: “l'unico potere che abbiamo sul l'uomo.”
Il seguito è uno svolgersi di avvenimenti, confronti, liti, scontri, alcuni tristi e drammatici, altri divertenti. Perché il linguaggio del film è un gradino più alto della realtà, il regista rumeno tenta un genere da commedia, modificando il paesaggio e creando un ambiente indicativo solo metaforicamente.
Perciò abbiamo tante donne, belle colorate allegre bizzarre. Soprattutto il personaggio speciale è un’anziana: la vecchia lupa.
Lei è ascoltata e rispettata dalle donne, mentre è temuta dagli uomini per la sua lingua tagliente.
Quando parla attraverso episodi della sua vita passata e con metafore riuscendo a convincere perfino le più recalcitranti. Grazie al suo appoggio la protesta di Leila sarà condivisa da tutte le donne del paese.
La scena rappresentativa è la vecchia lupa sull'asino mentre conversa al cellulare con il figlio in mezzo al deserto.
Lo stile è un’esaltazione delle donne e del paesaggio.
Abbiamo gruppi di persone riprese dall’alto. Scene di danza collettiva. Poi, tanta luce, molto sole, e la camera che si sposta inseguendo un disegno di ambientazione sociale.
In parte si tocca il confronto fra l’islamismo e le donne.
Ma è un aspetto di vita comune e il saggio uomo conosce la risposta: “Solo il creatore ha la meglio sulla loro astuzia.”
Il film non ha la cifra stilistica e il pathos emotivo delle sue precedenti storie.
Per tutto il tempo rimaniamo in attesa, sospesi per qualcosa che dovrebbe arrivare.
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