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O luna in Thailanda
Anno: 2012
Regista: Paul Negoescu;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Romania;
Data inserimento nel database: 14-09-2012


“Qualcuno che sa come divertirsi a Capodanno.” O luna in Thailanda (Un mese in Thailandia) del regista Paul Negoescu è una sorpresa. Primo perché è un bel film, secondo perché – incredibilmente – non cita mai Ceausescu. Sarebbe come per un autore italiano realizzare un film senza mai citare la mafia o Berlusconi: impossibile, solo di quello possono parlare. Invece questa storia è un bel prodotto, ci mostra un aspetto della Romania sconosciuto, particolare. Segno indiscutibilmente dell’avanzare dei tempi. Il paese sta migliorando, dalle miserie economiche – le quali permangono – si sta formando anche una classe media, borghese la quale impone dei diversi modi di pensiero e culturali. Radu è giovane, ha un buon lavoro, ha una bella macchina, ha un Iphone, pensa di andare in vacanza in Thailand. Abita in un elegante appartamento, è di buona cultura; fra i manifesti appesi in casa vediamo pure un disegno di Corto Maltese. La sua vita appare indirizzata verso una normale conclusione. Eppure il capodanno accade un melodramma. Tutto la storia si svolge nella vigilia e nella notte dell’anno nuovo. Radu è un bel giovane e ha una fidanzata. Da subito percepiamo il disagio in questa relazione. La sua ragazza Adina decide, fa e disfa, lui subisce e non ha il coraggio di sbottare. Visivamente il regista ci presenta il suo malessere in una bella scena: durante la cena di capodanno con gli amici, lei è seduta in tavola di spalle. Lui si è alzato e fermo immobile la osserva da dietro. Ma cosa è successo? Tuttavia poco prima gli aveva proposto di passare una vacanza di un mese in una spiaggia tailandese. Un tarlo implacabile sta scavando nella sua mente e nel suo cuore. Lo stesso giorno, in un supermercato, ha sentito urlare il nome Nadia, lo stesso della sua ex, lasciata tempo prima. L’ultimo dell’anno con gli amici passa di festa in festa, da discoteca a discoteca, a ballare, parlare, fumare. Ma tanta gente a divertirsi contrasta con il suo animo. Lui non è tranquillo ha il bisogno di rivedere a Nadia. Finirà a rincontrarla e riuscirà a proporgli di trascorrere un mese di ferie in Thailand con lui. Forse il problema non è delle ragazza, ma, la pellicola, lascia presagire una sua sofferenza interiore. Il film è piacevole. La storia interessante e ben girata, anche se nella seconda parte gli autori non sapevano come uscirne. Però, con una bella fotografia, ci presentano un gradevole affresco della Romania attuale. I personaggi assomigliano sempre più a noi. Come ad esempio, un’amica, la quale racconta delle sue avventure/disavventure amorose in Spagna. Siamo alla presenza di un cinema che sta rinascendo. Dimenticavo. È vero, il film non cita mai Ceausescu, la moglie, la dittatura, il comunismo ecc., però non può fare a meno di nominare Nadia Comaneci, perché a tutto c’è un limite!