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Poulet aux prunes
Anno: 2011
Regista: Marjane Satrapi; Vincent Paronnaud;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Francia; Germania;
Data inserimento nel database: 04-09-2011


“La vita … Se sapeste cosa ne penso.” Marjane Satrapi, sempre con l’aiuto di Vincent Paronnaud, ritorna alla regia con il film Poulet aux prunes: Pollo alle prugne. Disegnatrice iraniana, abita a Parigi. La sua storia, la sua vita ci è stata raccontata in Persepolis. Sappiamo tutto della sua giovinezza, delle sue avventure sessuali e del suo ricordo dell’Iran. Un film di successo Persepolis, allora secondo voi di che parla il nuovo suo film? Della storia di una famiglia borghese iraniana al tempo dello Scià. Sono narrate le vicende di Nasser Ali, artista estroverso con la passione della musica. Partendo dal suo desiderio di morire, ci viene raccontato, con flash back e improvvisi ma gustosi visioni in avanti, il suo passato ed il futuro della sua famiglia. Prevale sempre la retorica del tempo finito, di come si stava male con lo Scià, di come si svendeva il petrolio, ma di quella epoca rimane l’atmosfera passionale ed ardente. Dimostrazione è l’amore infinito e per sempre fra Nasser Ali e la bella Iran. Un amore impossibile, ma unicamente nella sua materializzazione, ma inesauribile nel suo perenne desiderio. Il film è disegnato: scene, immagini sono tutte di derivazione grafica. Anche gli stessi personaggi, appaiono come finti, come tratteggiati sulla carta. I loro desideri sono parossistici, i loro movimenti e posture abbozzate. Soprattutto è la raffigurazione della sceneggiature a darci il senso di sogno e la sensazione di vivere come una onirica favola. A volte si esagera e si confondono incomprensibilmente le elaborate idee. Il meglio arriva con l’ironia dei personaggi: i veloci ma sarcastici destini dei due figli sono divertenti. Come il nevrotico comportamento del figlio, frenetico fino a raggiungere la deliziosa tranquillità dell’oppio. Rimane la citazione di Sophia Loren, con il ripugnante ancheggimento recitato dal fratello. Il pensiero di un Socrate volitivo nel raggiungere la morte, circondato da efebi giovincelli ma costretto a un segno di umiltà da un sonoro peto del figlio di Nasser Ali. C’è il senso della morte, della preghiera “Le tue preghiere mi impediscono di morire.” Il tempo passato vive nella stanza parigina della Satrapi e dal suo desiderio di restaurazione politica e sociale. Ma quel tempo non tornerà; smaniosa, apprensiva allora la Satrapi si tormenta nelle pagine bianche fino a deliziarci di una simpatia segnata dalla matita. “Sposati, l’amore verrà con il tempo.”