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Cinque donne intorno ad Utamaro-Utamaro o meguru gonin no onna
Anno: 1946
Regista: Kenji Mizoguchi;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Giappone;
Data inserimento nel database: 15-10-2010


Utamaro è uno dei più importanti pittori della Ukiyoe: “le immagini del mondo fluttuante”. I pittori di questo genere ritraevano luoghi, donne, uomini, momenti particolari della città di Edo fine settecento/ottocento. Edo, l’antica Tokyo, era diventata capitale politica dell’impero. Ad Edo viveva lo Shogun, il quale obbligava alla residenza per gran parte dell’anno i signori delle province. Quando questi dovevano tornare nei loro possedimenti erano costretti a lasciare come “ostaggi” le loro famiglie. Edo era quindi cresciuta a dismisura. La città stava prosperando economicamente. Ovviamente una città “porto di mare” diffonde anche abitudini e consuetudini popolari. Ecco lo sviluppo del teatro Kabuchi e la grande diffusione della prostituzione. Questo fenomeno era soprattutto concentrato in un quartiere della città di Edo. Ecco il mondo di Mizoguchi Kenji in Cinque donne intorno ad Utamaro. Le immagini non sono pulite, sono rovinate dal tempo. Questo aiuta a crescere l’atmosfera del film. Le riprese sfuocate, non chiare creano una atmosfera noir intorno al film ed al personaggio di Utamaro. Lui è il Maestro, il pittore delle tante donne circondanti la sua vita. La sua passione per le donne è sfuocata come le immagine. Lui nelle donne cerca il modello, la perfezione oppure una pelle liscia e delicata dove apporre il suo disegno. Non ha nulla di materiale la sua relazione con le donne; la sua è una misoginia o meglio la sua è una omosessualità forse neppure molto latente, descritta con maestria da Mizoguchi Kenji. Tutti i film sulla vita dei pittori hanno un difetto: quello di trasformare la storia in un tableaux vivants. Il pittore diventa prigioniero dei suoi dipinti e non riesce a delineare una sua vita. Anche qui le sue donne alla fine diventano i suoi dipinti. Questo è il difetto capitale, ma poi il film si sviluppa in un profondo romanticismo e una ricchezza dell’ambiente vietato di Edo.