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Ratatouille Anno: 2007 Regista: Brad Bird; Autore Recensione: Anna Maria Pelella Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 08-01-2008
Ratatouille
regia: Brad Bird
anno: 2007
nazione: Usa
durata. 110 min.
cast:
(voci) Patton Oswalt, Ian Holm, Lou Romano,
Brian Dennehy , Peter Sohn, Peter O'Toole, Brad Garrett , Janeane
Garofalo, Will Arnett, Julius Callahan, James Remar, John
Ratzenberger,
Teddy
Newton , Tony Fucile, Jake Steinfeld
Remy,
un ratto che vive in campagna, insieme al padre, al fratello Emil e a
tutta la loro colonia, non riesce a vivere restando nei limiti
imposti dalla sua condizione. Lui non vuole mangiare spazzatura, né
avanzi, ama la buona cucina e guardando alla televisione il programma
del grande chef Gusteau impara a cucinare. Le vicissitudini della
vita lo condurranno nella cucina di uno dei migliori ristoranti di
Parigi, quello di Gusteau, dove con la sua competenza riesce a far
diventare chef Linguini, un semplice sguattero che di cucina non
capisce nulla, il quale a sua volta si scopre essere il figlio
perduto del grande chef defunto che aveva lasciato disposizioni circa
l’eredità del ristorante...
“
sei una pantegana per la miseria!
Qualunque cosa tu abbia fatto è piaciuta”
La
Pixar non sbaglia un film da sempre, e questo è l’ennesima
prova del talento di un officina che riesce a rendere interessante
persino una colonia di ratti. Il topo che volle farsi chef ha una
verve che coinvolge dal primo fotogramma, e se si riesce a superare
l’ostacolo iniziale, quando ci si rende conto che quelli sullo
schermo sono ratti, e che noi ci stiamo facendo prendere dalla loro
storia, ci si trova in un’atmosfera che non si vedeva dai tempi de
Gli Aristogatti.
Solo che i tetti di Parigi sono adesso abitati dal piccolo chef e dal
suo amico che millanta una competenza culinaria, senza aver mai messo
al fuoco una sola pentola. E se dapprima tutto questo ci appare un
tantino esagerato, sarà con vera passione per il destino dei
due che seguiremo lo svolgersi della storia, non fosse altro che per
vedere sconfitto il cattivissimo chef Skinner, nemico di Linguini e
mercenario che, con sottile ironia ci viene mostrato a coltivare solo
i facili guadagni dati dai surgelati.
Le
scene corali sono le più riuscite, sempre se si riesce a stare
a guardare un’intera colonia di ratti che balla come ai bei tempi
di Romeo e Duchessa. Sorvolando sulla morale della storia, che
comunque ha la sua da dire circa i sogni che ciascuno coltiva e il
proprio personale diritto al conseguimenti degli stessi, salta
comunque all’occhio l’accuratezza con cui i personaggi sono
caratterizzati. Dal ratto che vive una condizione di solitudine in
seno ad una comunità in cui non si riconosce, allo chef di
fama e la sua perfetta cucina, adesso guidata da un avido mercenario,
giù fino al critico gastronomico, che assaggiando il
ratatouille del piccolo chef, riceve un’epifania che lo rimanda
nella cucina di sua madre e per questo pone rimedio ad un’intera
vita spesa a distruggere chef e ristoranti.
Risulta
assai sorprendente come la scelta della Pixar di non umanizzare i
suoi animali, se non nei piccoli particolari, nel caso gli occhi e le
orecchie, li renda comunque realistici e nel contempo assolutamente
irresistibili, al punto da creare una paradossale empatia col piccolo
chef e con la sua sgangherata famiglia, che infine salverà la
reputazione di Linguini, ma non la sua cucina, chiusa dall’ispettore
dell’ufficio di igiene, causa invasione di ratti, appunto.
Il critico gastronomico
Anton Ego rappresenta non senza ironia intere schiere di critici
quotati il cui parere da anni influenza i destini di generazioni di
ristoranti e di chef famosi. Ed è con grandissimo gusto che ci
si mostra il bambino dentro il critico, che alla fine voleva solo il
ratatouille di sua madre e nulla più, e per questo macellava
reputazioni e carriere senza alcuna pietà.
La competenza tecnica
dietro tutto questo è semplicemente magica, e non per un
attimo potremo dubitare della realtà di quello che i nostri
occhi ci rimandano, è proprio così nell’universo
della Pixar non solo i ratti ballano, ma cucinano meglio degli uomini
e incredibilmente per questo stravolgono le regole che da sempre li
vogliono fuori dalle nostre cucine.
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