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300
Anno: 2007
Regista: Zack Snyder;
Autore Recensione: Fulvio Faggiani
Provenienza: Usa;
Data inserimento nel database: 29-03-2007


Eran giovani e forti, e sono morti! Arrivo buon ultimo in una serie di recensioni sul film di Zack Snyder tratto da un fumetto, pardon, graphic novel, del grande Franck Miller.
Ho cercato di non essere influenzato dalle 1000 voci lette nei vari blog che affollano la rete ma, alla fine, non ci sono riuscito. Ho letto tutto e il contrario di tutto e l'incredibile è che non si può dare torto a nessuno. Ma andiamo per ordine.
Decido con la mia ragazza di andare a vedere il film di martedì (ovvero post-lunedì di massa e anche perché le puntate di Lost le ho già viste tutte scaricate e sottotitolate!). Scegliere una cosa all-american-way all'Ideal con una capatina da Mc Donald's o un aperitivo casalingo con bue affumicato all'aceto balsamico e crudo di Parma con kiwi per poi andare all'Eliseo che è più vicino? Maledetto Carlin Petrini, mi hai troooppo condizionato!
Arriviamo con largo anticipo e così ci vediamo anche i "prossimamente su questi schermi":
Mio fratello è figlio unico di Lucchetti che ha un titolo che è tutto un programma ma non altrettanto si può dire del film: Scamarcio comunista, fratellino fascista, mamma Finocchiaro tutto sulle note di Nada... BRRR, MA CHE FREDDO FA? I segni del male con la premio oscar 'profumata Dior' Hillary Swank in cui lei fa Piero Angela e cerca di spiegare perché il fiume è diventato di sangue, piovono rane, le cavallette devastano la città e... lei non ammazza la bambina? (vi giuro! Se lo chiede anche la mamma!)
Vi siete rotti? Ok, andiamo a incominciare. Voice over, orchestrazione epica: sì, è proprio l'inizio di 300! La storia è quella della battaglia delle Termopili: pochi spartani contro milioni di persiani.
Il film attacca subito bello duro con la rupe Tarpea da cui gli spartani buttano i neonati malformati o sottopeso (giusto! Mica c'erano i cassonetti); si passa poi all'addestramento del futuro re, Leonida, che all'età di 10 anni viene tolto alla famiglia e addestrato a suon di bastonate, pugni e mancanza di cibo (e ricordatevi che è un bambino e non un pit bull). Naturalmente chi esce vivo da questa specie di addestramento non è esattamente un diplomatico, ergo se ti arriva l'ambasciatore di Serse con un sacco pieno dei teschi dei re che non si sono sottomessi e ti dice: "abbello! Passamo de qua, pijiamo lacua rocchetta, er grano der mulinobianco e te famo du uscite del raccordo anulare affianco alle villette abusive", ancora grazie che Leonida non gli risponda "tepiscio'nculo"!!?
Quindi il re coraggioso prende con sé 299 uomini che hanno figli maschi che possano continuare la progenie e si dirige verso le Termopili, una specie di Ômbuto naturale.
Per un po' vincono, poi perdono e li ammazzano tutti. Fine.
La trama è veramente questa.
Ma la cosa veramente interessante è l'accanimento di alcuni verso questo film.
Per molti è l'esemplificazione dell'odierno "scontro di civiltà", ma forse ci si dimentica che è tratto piuttosto fedelmente da un fumetto. E non importa che le parole gloria, libertà e onore ricorrano 300 volte. È un fumetto!
I personaggi sono cesellati con un martello pneumatico; la divisione manicheistica è tale da far impallidire John Ford: da una parte i buoni - gli spartani dai fisici perfetti, belli, sposati e praticamente nudi se escludiamo le mutande e il mantello rosso - dall'altra i cattivi - deformi, lascivi, dai dubbi gusti sessuali, intabarrati in costumi da beduini o, nel migliore dei casi, degli pseudo ninja dalle maschere d'argento (ma sotto respirano come Darth Fener e sono devastati dalla lebbra!). I due nemici sono rispettivamente il capitano di un gruppo di marines esaltati (se la ridono quando il sole viene oscurato dalle frecce che gli scagliano contro: "combatteremo nell'ombra", ah ah ah!) e il gigante piercingato del circo Barnum che si porta dietro il correttore e il lucidalabbra! Menzione d'onore alla regina di Sparta: bonissima e come direbbe un Verdone d'altri tempi "nun c'ha du' capezzoli: c'ha du' chiodi che ce poi appende i quadri!"
Gli scontri ipermuscolari tra le due fazioni sono accompagnate da schitarrate che, per ottenere un maggiore rientro economico, si potevano tranquillamente affidare a varie band nu-post-metal (Korn, Evanescence e via dicendo); i paesaggi di Sparta sono il bucolico grano del Mulino Bianco che avevamo già visto nel Gladiatore a cui l'eroe ritorna con il ricordo in punto di morte; l'urlo degli eroi in battaglia non si capisce se sia un triplice partenopeo AUMM o un più nativo americano AUGH o un lupesco AUU!
Detto questo, il film risulta assolutamente divertente e questo Zack Snyder non vediamo l'ora di poterlo giudicare nel 2008, visto che attualmente è al lavoro su un altro fumetto cult: Watchmen di Alan Moore.

Fulvio Faggiani