Duel.
Steven Spielberg. 1971. U.S.A.
Attori: Dennis
Weaver, Tim Herbert, Charles Peel, Eddie Firestone
Durata: 88’
David Mann, commesso viaggiatore,
incontra sulla strada un’autocisterna che, dopo un paio di sorpassi, gli si pianta
davanti senza farlo più passare. Approfittando di una sosta per chiamare la
moglie a casa, David crede di esserselo tolto dai piedi, ma ritrova il grosso
automezzo una volta ritornato in viaggio. Dopo averlo sorpassato con una
manovra pericolosa, se lo ritrova alle calcagna più accanito di prima.
Costretto ad aumentare la velocità, sbanda in prossimità di un’altra stazione
di servizio, finendo con l’auto sulla staccionata. Ne approfitta per fermarsi e
mangiare qualcosa, ma poco dopo si accorge, vedendo l’autocisterna parcheggiata
fuori, che il proprietario è nello stesso posto. In preda al panico, volendo
rinunciare a qualsiasi questione in strada, se la prende con l’uomo sbagliato.
Il grosso automezzo riparte e lui inutilmente cerca di corrergli dietro a
piedi. Rimessosi sulla strada incontra uno scuolabus in panne e cercando di
dare una mano a spingerlo, incastra la sua auto con il mezzo. Dall’altra parte del
ponte si affaccia l’autocisterna. Convinto che voglia investirli tutti, David
si rimette in macchina e dopo averla disincagliata fugge via, in tempo però per
vedere l’autocisterna spingere nuovamente sulla carreggiata lo scuolabus e
rimetterlo così in moto. Fermo ad un passaggio a livello mentre passa un treno
merci, si ritrova di nuovo con l’autocisterna alle spalle che prova a spingerlo
sulle rotaie, ma inutilmente. Poco dopo si ferma ad un’altra stazione di
servizio per mettersi in contatto con la polizia, ma l’autocisterna prima
distrugge la cabina telefonica e poi prova ad investirlo a più riprese. Dopo
essere riuscito a sfuggirgli, si nasconde con l’auto attendendo che trascorra del
tempo. Inutile: l’autocisterna è ad alcuni chilometri più avanti che lo aspetta.
Deciso a farla finita, dopo il rifiuto di una coppia d’anziani viaggiatori a
chiamare la polizia, accetta la sfida ed ingaggia una gara ad altissima
velocità con l’enorme automezzo. Toccato il limite, la macchina ne risente
andando in ebollizione e perdendo velocità fino a che non esce nuovamente di
strada. Accortosi che l’auto perde anche benzina, David decide di lanciarla
contro l’autocisterna a tutta velocità. Prendendola in pieno, la costringe a
finire in un burrone, esplodendo.
Pensato e realizzato come un
prodotto per la televisione ABC, ed allungato in seconda battuta con altro
girato adatto a far passare il prodotto nelle sale cinematografiche (solo per
il mercato europeo però, e praticamente introducendo il personaggio della
moglie), l’opera d’esordio del ventiquattrenne Steven Spielberg è una grande
prova di forza della settima arte, basata su un soggetto esile scritto dal
grande Richard Matheson (autore anche della sceneggiatura), ma realizzata con
impressionante capacità. Gestione del ritmo e dello spazio, infatti, sono gli
elementi principali di una pellicola costruita su un duello moderno di nuovi
cowboy pronti a sfidarsi, secondo le regole del progresso, ad una velocità
nuova e sempre in accelerazione. I riferimenti al genere western non sono
nemmeno tanto nascosti: il senso del viaggio, la sequenza nel bar, gli stivali,
le auto come cavalli (quello scuro ad indicare il cattivo) e soprattutto la
sfida finale, all’ultimo sguardo, tra uomo e macchina. A parte quindi la
capacità tecnica del regista, davvero notevole, emergono bene però anche tutti gli
altri sottotesti del racconto: Spielberg vuole dimostrare, riuscendoci
pienamente, che il progresso e la velocità ad esso legata producono una
delirante tensione per un’assurda corsa al benessere. A questo si aggiunga che
il processo innesca un’isterica competizione cui il protagonista non riesce a
sottrarsi se non abbandonando se stesso, rinunciando e sacrificando l’immagine
che lo rappresenta in questo folle duello: la sua stessa automobile (la stessa
per la quale i bambini dello scuolabus lo offendono). Emblematica è anche la
scena in cui entrambi i contendenti corrono al fianco di un treno merci
lanciato a sua volta ad alta velocità, e che per certi versi ricorda
l’inseguimento metropolitano girato in un film uscito in sala nello stesso
anno, Il braccio violento della legge
(1971) di William Friedkin. Duel inizia some un parto e finisce con
la morte di un dinosauro che lancia un ultimo grido disperato, e lo sguardo
attonito di un uomo che è riuscito a liberarsi dell’auto dove era stato
partorito (l’immagine che esce da un box e che va in strada). In questo percorso,
la presenza del cinema hitchcockiano, che si accanisce sui protagonisti messi
di fronte ad un mostro senza volto o anima: il conducente dell’autocisterna,
infatti, non compare mai, se non nella mente di David quando s’immagina di
dovergli rivolgere la parola nella stazione di servizio.
Bucci Mario
[email protected]