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Cambio de sexo
Anno: 1973
Regista: Vicente Aranda;
Autore Recensione: Sonia Del Secco
Provenienza: Spagna;
Data inserimento nel database: 19-04-1998


Rece

Cambio de sexo
Regia
di Vicente Aranda; con Victoria Abril, Bibí Andersen, Rafaela Aparicio, Montserrat Carulla, Lou Castel, María Elías; sceneggiatura di Vincente Aranda, Joaquín Jordá; fotografia di Néstor Almendros; musica di Ricardo Miralles; montaggio di Maricel; produzione Impala, S.A./Morgana Films; Spagna, 1977; col.; 108'

Un bel film, forte, fortissimo. Narra la storia di Josè-Maria che diventerà Maria-Josè. Il percorso di presa di coscienza del proprio essere è lento come è lento per tutti gli adolescenti di questo mondo ma con una complicazione ulteriore, Josè sa di non essere un uomo e lo sanno anche la madre e la sorella e i compagni di scuola e sa ma non vorrebbe saperlo il padre-padrone pronto a curarlo con metodi, come dire, molto maschili. Il suo corpo parla chiaro: Josè cammina come una donna anche con i pantaloni, siede come una donna, guarda come una donna. Ma il suo corpo dice anche che Josè-Maria deve crescere dentro un corpo di uomo che non riconosce, in un petto senza quel seno che lui/lei sente spingere da dentro. E da qui tutte le tappe più atroci di identificazione di sistemazione della propria apparenza esteriore, il travestimento prima, gli ormoni poi, le depilazioni fastidiose, l'operazione pericolosa, la vita, finalmente la vita e, in un attimo, l'orgasmo.

Victoria Abril, giovanissima, interpreta il doppio ruolo, un personaggio in costante movimento, fatto di partenze e ritorni, di un'inquietudine affidata, oltre che a questi movimenti, a primi piani anch'essi movimentati, commoventi. Aranda mette in scena una piccola grande passione, sospesa tra il pubblico e il privato, con finale dolceamaro: positivo per la chiusura votata al piacere e caratterizzata dal ritorno nell'anonimato-privato (Maria-Josè rifiuta sempre l'esposizione di sé, anche se la chiave per aprire la porta della trasformazione definitiva è proprio l'accettare di esibirsi e, forse, l'insuccesso che ne deriva) che la cesura improvvisa finale le restituisce; ma pochi istanti prima, la "fredda" descrizione dell'operazione, accompagnata da sogni di morte (forse incubi di castrazione, ultimo retaggio di un'identità moritura), aveva gettato una luce sinistra e minacciosa sul faticoso processo di mutazione.
Come sempre, spiazzante il personaggio e l'interpretazione di Lou Castel.