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La casa nera - The people under the stairs
Anno: 1991
Regista: Wes Craven;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

La casa nera. Wes Craven. 1991. USA.

Attori: Brandon Adams, Everett McGill, Wendy Robie, A.J. Langer

Durata: 102’

Titolo originale: The people under the stairs

 

 

USA. Los Angeles. Ghetto di colore. Una famiglia d’afroamericani rischia lo sfratto, ma scopre che il padrone di casa è anche proprietario della maggior parte degli immobili del quartiere. La casa nella quale vive con la sua famiglia è un’oscura abitazione ipersigillata da lucchetti ed inferriate inaccessibili. Un bambino e due ladri adulti decidono di introdurvisi per rubare delle monete d’oro ma la realtà che gli si para davanti è superiore alla loro immaginazione. In cantina, infatti, sono tenuti segregati ragazzi rapiti che non hanno saputo rispettare le regole della casa e sono stati abbandonati a loro stessi, ma senza alcuna via di fuga da quell’abitazione. La coppia proprietaria della casa poi, non è nemmeno composta da spostati ma costituita da fratello e sorella. Il bambino, aiutato dalla loro figlia della coppia e dall’arrivo della popolazione del ghetto, riesce ugualmente sia a sottrarre alcune monete d’oro che a distruggere casa, proprietari sanguinosi ed incubo, liberando i ragazzi tenuti segregati.

Forse uno degli horror politici più riusciti dell’ideatore di Nightmare – Dal profondo della notte (1984), che sceglie ancora una volta la famiglia ed il rapporto tra genitori e figli per costruire un impianto narrativo che prende spunto anche da diversi stereotipi delle favole gotiche, come la casa dell’orco o il mito delle monete d’oro. L’aspetto più interessante però è il rapporto tra la famiglia di bianchi, espressione esasperata ma efficace del capitalismo americano wasp, e la comunità degli afroamericani, tenuta in condizione di povertà e sotto schiaffo. L’esplosione finale e la pioggia di dollari chiude infatti un discorso iniziato con il chiaro intento di porre in essere una critica alla condizione sociale della maggior parte dei cittadini americani. Il rapporto incestuoso poi altro non fa che ribadire una società chiusa che detta regole imponendole a se stessa ed agli altri. Horror atipico dunque, per certi versi più vicino a John Carpenter (quello di Fog (1980) per intendersi) che allo stesso Wes Craven, ma con una resa del tutto convincente, dove l’orrore non emerge solo nella ridefinizione degli zombie (di chiara natura Romero) ma nell’insana aria che invade una casa sigillata d’odio. Per certi versi è rintracciabile in questa pellicola l’inizio di un percorso che condurrà il regista a prendersi sempre meno sul serio, a rimodellare il genere, e che culminerà con il film Scream (1996), vera antologia dell’horror sul grande schermo. La folle coppia di capitalisti è la stessa apparsa sul piccolo schermo nel serial televisivo ideato da David Lynch negli anni Novanta, Twin peaks.   

 

 

Bucci Mario

[email protected]