Demoni
2 - L'incubo ritorna. Lamberto Bava. 1986. ITALIA.
Attori: David Knight, Nancy
Brilli, Corallina Tassoni, Asia Argento, Michele Mirabella
Durata: 90’
Amburgo. In un grande
complesso residenziale si tiene una festa mentre alla televisione è mandato in
onda un film dell’orrore. La giovane festeggiata, Sally, intenta a guardare la
televisione, è aggredita da un demone uscito dalla televisione, ed a poco a
poco, l’intero stabile è infestato e contagiato. Un gruppo d’inquilini si
rifugia nel parcheggio sotterraneo, ma inutilmente.
Sequel del precedente Demoni (1985) sempre diretto da Lamberto
Bava, con carenza d’idee e sovrabbondanza di gore. Dietro questo progetto,
scritto anche da Dario Argento e Dardano Sacchetti, diversi innesti del cinema
canadese di Cronenberg, da Il demone
sotto la pelle (1975) dal quale trae ispirazione l’ambientazione, fino a Videodrome (1983) dal quale trae spunto
per la contaminazione televisiva, già ben portata sullo schermo da Poltergeist (1982) di Tobe Hooper.
Ancora tante le citazioni, come la goccia di sangue che rianima il primo
demone, chiaramente ispirata ad uno dei capolavori del padre del regista, La maschera del demonio (1960) di Mario
Bava, o anche il demonio che aggredisce Nancy Brilli, sicuramente debitore nei
confronti di Gremlins (1984) di Joe
Dante. Il film purtroppo non convince mai a livello narrativo (come può essere
credibile un’invasione di demoni dalla televisione?) ma sorprende a livello d’effetti
speciali, realizzati dal bravissimo Sergio Stivaletti, molti dei quali oggi
mostrano ancora tutta la loro potenza evocativa nella rappresentazione del male
e della mutazione. Il film, non del tutto originale come si è detto, è stato a
sua volta ispiratore di un altro, misconosciuto, film di genere come The video dead (1987) di Robert Scott.
Facendo il punto, se nel primo episodio l’orrore usciva dallo schermo per
aggredire il pubblico di un cinema, in questo lavoro invece, c’è sì la
consapevolezza che la televisione stia sostituendo il cinema (siamo in pieni
anni ottanta, quando prolifica cioè il mercato delle homevideos), e che quindi
sia possibile far uscire i demoni dallo schermo catodico, ma un eccesso di
superficialità non ne rende chiare le intenzioni. A distanza di quasi venti
anni, The ring (1998) di Hideo Nakata
(e tutti i sequel e prequel e remakes) ripropone in un certo senso lo stesso
concetto, ma con una struttura narrativa ben più solida.
Bucci Mario
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