L’esorcista 2: l’eretico. John Boorman. 1977. USA.
Attori: Linda Blair,
Richard Burton, Max von Sydow, Ned Beatty, Louise Fletcher, Paul Henreid
Durata: 103’
Titolo originale: Exorcist II: the heretic
Washington. Georgetown, USA. La
giovane Regan Mac Neil, ragazza da qualche anno esorcizzata, non si è ancora
ripresa dal trauma e frequenta uno studio di psicologi mentre la madre,
attrice, è lontana impegnata in una turnè. S’interessa del suo caso il gesuita
padre Phillip Lamont il quale, assieme alla psicologa Tuskin e tramite un
particolare strumento ipnotico, riesce a mettersi in contatto telepatico con
Regan ed a vedere non solo quanto accaduto durante l’esorcismo in cui Padre
Merrin perse la vita, ma soprattutto l’origine del male che si è impossessata
di lei. Grazie a questo incontro, Lamont conosce Pazuzu, il demone assiro dell’aria
(rappresentato da una cavalletta) ed un ragazzo che nel passato era riuscito a
sconfiggerlo. Deciso a sconfiggere anche lui il Maligno ed a liberare Regan,
Lamont si reca in Etiopia per conoscere chi aveva sconfitto Pazuzu, ma al suo
rientro è condannato dalla Chiesa come eretico e allontanato dal caso. Deciso
comunque a completare la sua missione, padre Lamont va a Washington, nella casa
dove era stato effettuato l’esorcismo, e riuscendo a strappare il cuore
posseduto di Regan, salva la ragazza ma muore nel crollo della casa.
Sequel del fortunatissimo horror L’esorcista (1973) diretto da William
Friedkin, questa volta incentrato più sugli aspetti psicologici e metafisici della
rappresentazione del Male che su quelli splatter, sui quali il precedente
capitolo aveva costruito la propria fortuna. Boorman, infatti, mette in piedi
un solido impianto di confronto tra Bene e Male, in una sfida dal sapore
effettivamente eretico (il riconoscimento da parte di Lamont di altre forme di
religiosità votate al Bene) che si risolve, come nel primo caso, con un estremo
gesto di fede. Sebbene questo secondo episodio si sia mostrato nettamente
inferiore sul piano commerciale rispetto al primo, non è da sottovalutare tutta
una serie di sottotesti (soprattutto lo scontro tra psicologia e fede, scienza
e religione) che nel primo erano messi involontariamente in secondo piano. In
questa pellicola, infatti, sono recuperati alcuni dialoghi del testo di William
Blatty, fonte ispiratrice sia del primo che del secondo episodio, e che puntano
l’attenzione sulla crisi mistica e di fede, la realtà religiosa di altri paesi,
il riconoscimento dei limiti della scienza. Ma Boorman non si ferma solo a
questo, anzi, soprattutto nella rappresentazione, ricava un delirio di
sovrapposizioni, tra fantastico e reale (i viaggi compiuti da Lamont, veri o a
cavallo della cavalletta Pazuzu) del tutto assenti nel primo episodio (la
doppia sovrapposizione tra l’esorcismo e la seduta ipnotica, per esempio). Con
questo film, infatti, il regista risalda due modelli religiosi (quello
cattolico e quello pagano) opponendoli al Male, una volta che è riconosciuta la
sua presenza. È questo uno degli aspetti che più interessa al regista,
irrazionalista laico, affascinato dall’opposizione tra misticismo e realtà [i]. Anche
il rapporto tra Regan e Lamont, costruito secondo le dinamiche del cinema
classico sentimentale, arricchiscono il genere di una contaminazione sottile ma
efficace, in una sorta di corteggiamento tra Bene e Male, ed un finale dal
sapore melodrammatico in cui si svela l’inconciliabilità tra i due sentimenti
superiori. Di grande impatto le scene in cui le locuste aggrediscono il popolo
africano, senza eccessi d’immagini gore o spargimento di sangue, il film ha
qualcosa d’italico, forse perché ricorda in qualche maniera L’anticristo (1974) di Alberto De
Martino, molto vicino al film di Boorman, sia per la volontà di approfondire il
contrasto tra scienza e fede religiosa, sia nella sua struttura narrativa.
Musiche di Ennio Morricone sia per il film italiano che per quello di Boorman
(meno di una coincidenza quindi). Dopo la prima del film, il regista Boorman
applicò un taglio di quindici minuti e cambiò il finale (che vedeva l’esorcista
sopravvivere). A chiudere la trilogia L’esorcista
III (1990) di William Peter Blatty (l’autore del romanzo) ed a riaprirla il
recente L’esorcista: la genesi (2004)
di Renny Harlin.
Bucci Mario
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