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Le regole dell’attrazione - The rules of attraction
Anno: 2002
Regista: Roger Avary;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 14-04-2005


Le regole dell'attrazione

Le regole dell’attrazione. Roger Avary. 2002. USA.

Attori: James Van Der Beek, Shannyn Sossamon, Ian Somerhalder, Jessica Biel, Kip Pardue, Kate Bosworth, Eric Stoltz, Faye Dunaway,

Durata: 110’

Titolo originale: The rules of attraction

 

 

USA. Al Candem College tre vite (e qualcuna di più) si sfiorano, s’incrociano e s’intrecciano. C’è Sean, impegnato a recuperare i soldi che deve ad uno spacciatore; Lauren, vergine alla quale Sean va dietro e che invece è innamorata di Victor; e Paul, bisessuale con problemi ad affermare il proprio lato omo… A pagare per tutti è la povera Lara, suicida ed appassionata di Sean.

Dramma generazionale per un gruppo di ragazzi che non sa fare le giuste scelte e che inserito nel contesto studentesco del college percorre ad alta velocità la strada delle delusioni affettive, senza un attimo di respiro, senza soffermarsi sulle conseguenze delle proprie azioni. Ispirato all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, pubblicato nell’ormai lontano 1987, Le regole dell’attrazione si regge sulle ammiccanti patologie del nuovo cinema, influenzato cioè da citazioni, autocitazioni e scelte modaiole della rappresentazione (che molto guardano cioè all’immaginario consumistico dei videoclips), su un montaggio interessante (di Sharon Rutter, zeppo di rewind ed incroci e che per certi versi potrebbe aver influenzato anche le scelte visive di Elephnat (2003) di Gus Van Sant) e sulla scelta del protagonista di questa morbosa e contorta analisi della giovane società americana: James Van Der Beek, attore che ha scoperto il successo grazie alla serie televisiva Dawson Creek, e che sembra scelto apposta per dare un contributo ad infangare proprio quel modus operandi che la televisione americana continua a perseguire, di descrivere cioè il mondo dei giovani studenti come pieno di rischi e minacce ma che comunque alla fine si risolve sempre con una lieta riuscita. Il mondo del college americano al cinema dunque, un po’ per la necessità di dover portare un modello diverso da quello televisivo ed un po’ per la necessità che ha il cinema di cercare e creare lo scandalo, sembra purtroppo ripetersi, meno ridicolo e grottesco di quello messo in scena da Animal House (1978) di John Landis, e meno godereccio di quello proposto da pruriginosi capostipiti come Porky’s - Questi pazzi pazzi porcelloni (1981) di Bob Clark o Maial college (2002) di Walt Becker, al quale Roger Avary non aggiunge molto di nuovo. I giovani in America non sanno guardare le cose come sono, sembra dire il film di Avary\Ellis (le lettere della ragazza suicida confuse come fossero state inviate dalla sua compagna di stanza) e se a ciò si aggiunge l’incapacità quasi congenita di non essere in grado di fare delle scelte o di evitarne altre, non rimane che andare in Europa, concedersi una pausa comportandosi alla stessa maniera, ed incassare al botteghino… Killing Zoe (1994), il suo esordio alla regia, mi parve all’epoca un film senza necessità… in questo nuovo lavoro Roger Avary è stato bravo nel riuscire a ripetersi: frenetico, a tratti scontato, eccessivo nella scelta di essere eccessivo, Le regole dell’attrazione forse meritava di rimanere un buon romanzo di successo…

 

 

Bucci Mario

[email protected]