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Fury - The fury
Anno: 1978
Regista: Brian De Palma;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 14-04-2005


Fury

Fury. Brian De Palma. 1978. USA.

Attori: Kirk Douglas, John Cassavetes, Carrie Snodgress, Amy Irving, Charles Durning, Daryl Hannah, Jim Belushi

Durata: 118’

Titolo originale: The fury

 

 

Medio Oriente 1977. Peter Sanders, dei servizi segreti, e suo figlio Robin, hanno deciso di far ritorno negli Stati Uniti, a Chicago. Sulla spiaggia nella quale stanno facendo colazione però un commando di palestinesi li attacca attentando alla vita di Peter. Ad organizzare l’azione è stato Childress, un collega di Peter. Chicago 1978. Scampato all’attentato e perse le tracce di suo figlio, Peter semina gli uomini di Childress e si mette alla ricerca di Robin. In una scuola intanto, la giovane Gillian Bellaver prende coscienza di avere dei poteri esp e chiede alla madre di essere lasciata qualche settimana in un istituto dove studiano questi fenomeni. Qui la ragazza, sotto l’occhio attento dell’infermiera Hester e di altri medici, dimostra di avere poteri superiori a tutti gli altri ragazzi che frequentano l’istituto. Hester è anche la donna di Peter e da lui viene contattata per dargli una mano a trovare Robin, anch’egli dotato di poteri esp, e che solo con l’aiuto di Gillian può essere individuato. Ad interessarsi di Gillian però è anche Childress che sta dietro all’istituto, in realtà fucina per scoprire persone dotate di eccezionali poteri e che possono essere utilizzati dal governo americano contro i paesi nemici. Grazie all’aiuto di Hester, Gillian riesce a fuggire dall’istituto e viene recuperata da Peter, ma l’infermiera muore in un incidente. Nel frattempo Robin, che ha una relazione con una collega di Childress, dimostra poca tolleranza ed una propensione alla violenza. Ad un luna park, infatti, notati alcuni arabi, egli con i suoi poteri fa in modo che una giostra sulla quale due emiri si divertono provochi un incidente uccidendoli tutti. Grazie a Gillian, Peter individua la casa dove Robin è tenuto e dove nel frattempo il ragazzo ha appena ucciso la sua compagna. Catturato da Childress, Peter si ritrova con il figlio sul tetto, ma da lui viene aggredito. Il ragazzo cade e muore e Peter decide allora di suicidarsi lasciandosi cadere anche lui. Childress, perso il ragazzo, ha adesso per le mani Gillian. Il giorno dopo l’uomo le domanda di collaborare ma la ragazza lo uccide facendo esplodere il suo corpo.

Collage di generi cinematografici, con maggiore propensione al cinema di spionaggio ed a quello parapsicologico. Con un occhio alla carriera di Alfred Hitchcock [i], uno al romanzo di John Farris (al quale il film è ispirato e che ha collaborato alla stesura della sceneggiatura) ed un piacere personale nel mostrare il sangue, il regista Brian De Palma realizza un bel lavoro carico di suspence, dilatato ma crescente, e che non rinuncia a gags o intelligenti momenti di distensione comica. Il film, infatti, inizia come un war movie (Kirk Douglas che imbraccia il mitra e uccide la maggior parte dei palestinesi), prosegue come una commedia (tutta la parte in cui Douglas tiene sotto sequestro una famiglia e poi l’incontro con i poliziotti) continua come un film di spionaggio e si conclude con due sequenze splatter degne di un film horror. A causa proprio di tutti questi ingredienti, il film mostra il difficile carattere (tipico di De Palma) che non permette una sua facile definizione. È per questo motivo quindi che solitamente lo si definisce un film di fantascienza [ii]. A parte queste considerazioni su dove collocare Fury in un’eventuale videoteca, il film ha più motivi per lasciarsi apprezzare. Innanzi tutto prosegue il discorso sulla mente affrontato anche con il precedente Carrie – Lo sguardo di Satana (1976), consegnando ancora una volta al corpo femminile (soprattutto, anche se qui c’è pure Robin) la facoltà di far sanguinare (e quindi il rapporto tra donna e sangue), poi il tema del doppio (doppia faccia dei servizi segreti Childress\Sanders; doppio potere quasi gemellare Gillian\Robin) e infine un modo di girare assolutamente personale (anche se classico, visto che molte volte riprende proprio Alfred Hitchcock) che in questa pellicola è ancor più che nelle precedenti firma e stile del regista. Carrelli lentissimi che sembrano spiare, cambi d’inquadratura costanti e molteplici (per non parlare dell’ultima esplosione di Childress), zoom che si allargano e stringono nel passaggio dalla notte all’alba, rallenti emotivi, ed una fotografia molto colorata (di Richard H. Kline) arricchiscono un immaginario visivo già di per sé ricco e dotato di padronanza del mezzo. Fury, come la maggior parte delle pellicole di Brian De Palma, cade dalla tela sul pubblico come solo il buon cinema riesce a fare. Su tutte, tre sequenze: quella in cui Gillian sulle scale sente della presenza passata di Robin, quella della fuga dall’istituto e naturalmente quella della morte di Childress. Non a torto Fury è uno dei film che anticipa, apre e gestisce gli anni ottanta. Molto bravi tutti gli attori, soprattutto Douglas, in questo film capace di passare da un genere all’altro, praticamente in mutande. Tra le comparse, particina per Daryl Hannah e Jim Belushi. Una cosa è certa, infine, che Fury deve sicuramente aver ispirato Scanners (1981) di David Cronenberg, oltre che per il soggetto del film, soprattutto per quelle esplosioni del corpo che tanto hanno caratterizzato questo fenomeno di parapsicologia (in De Palma l’autore degli effetti è Rick Baker, mentre in quello di Cronenberg è Dick Smith). C’è anche da dire che Cronenberg a differenza di De Palma, elimina ogni artificio narrativo (gags e melodrammi) per asciugare un soggetto già di per sè interessante e ridurlo al tema del rapporto tra mente e corpo, sfruttando la forza narrativa del doppio. Infine, anche il contatto rivelatore di Gillian sulle scale anticipa la fobia del contatto utilizzata sempre dal regista canadese per un altro suo film, La zona morta (1983). 

 

 

Bucci Mario

[email protected]



[i] Anche se il critico Enrico Ghezzi afferma che proprio Fury è il primo film di De Palma ad essere totalmente non hitchcockiano, sinceramente non può non escludersi l’influenza del regista britannico in questo lavoro.  Enrico Ghezzi. Paura e desiderio. Bompiani. 

[ii] Roberto Nepoti. Brian De Palma. Il castoro.