Giorni
contati. Peter Hyams. 1999. USA.
Attori: Arnold Scwarzenegger, Gabriel Byrne, Kevin Pollack,
Robin Tunney, Rod Steiger, Udo Kier
Durata: 120’
Titolo originale: End of days
1979. Città del Vaticano. Secondo una particolare
congiunzione astrale (che vuole la luna simile ad un occhio) è individuato
l’esatto giorno della nascita di una bambina che darà luce al figlio del male.
Sei ore dopo a N.Y. un’infante di nome Christine, appena partorita, è
controllata da una particolare setta d’infermieri che ne individua la sua
peculiarità. 1999, pochi giorni prima del capodanno, un banchiere di Wall
Street è posseduto dal Male e si trasforma nell’Angelo Nero. Tocca a Jericho
Cane, un ex poliziotto, ed al suo compagno Bobby, proteggere a loro insaputa
proprio questo banchiere. Durante il trasporto dell’uomo, un prete, di nome
Tommaso D’Aquino e veggente affetto da crisi spirituale, prova ad ucciderlo
senza successo. Bobby e Cane decidono d’investigare sul prete e così giungono
alle radici di una storia che vorrebbe i Cavalieri del sacro vedere da
una parte (i cosiddetti buoni) ed i seguaci del male dall’altra (i cosiddetti
cattivi), entrambi interessati alla ragazza. La Chiesa è a conoscenza del fatto
che il demonio, nel 1999, il 31 dicembre, alle 23:30 cercherà di accoppiarsi
con questa donna per dare inizio all’inferno sulla terra. Per riuscire a
vincere contro il male, un’anima persa come quella di Jericho non è
sufficiente, ma alla fine, dopo mille pallottole ed altrettante esplosioni, la
redenzione di Schwarzenegger riuscirà a salvare il destino del mondo.
Riassumere interamente la
versione action de L’esorcista (1973) di Friedkin, mi sembrava
esagerato, quindi ho tralasciato tutta quella parte di film così tipica del
genere che vuole l’eroe con le mani tagliate dai vetri impugnare pistole e
pistoloni e sferrare cazzotti, una sceneggiatura che non tenga conto della
storia e della consequenzialità delle battute (il prete che sa che Tommaso ha
la lingua tagliata domanda a Jericho “Tommaso ti ha parlato della donna?”)
ed un finale oltre ogni ragione biologica, che vuole il suicidio di Schwarzy
quando mancano solo 30 secondi alla mezzanotte, e quindi ormai impossibilitato
ad accoppiarsi con Christine. Un paio di domande sorgono però spontanee: una
contadina polacca alle prese con le stimmate perché dovrebbe essere inviata in
una chiesa di N.Y. anziché a Roma? E soprattutto, se lo Spirito Santo è stato
in grado di concepire Gesù senza intercessioni fisiche, perché il male è così
sfortunato da non riuscire ad avere rapporti sessuali senza la necessità di
entrare nel corpo di Gabriel Byrne? Ma ancora di più, è emblematico che mentre
una chiesa in pieno centro è quasi crollata del tutto, l’intera città di N.Y.
continua i suoi festeggiamenti di capodanno. Dice ad un certo punto il Papa “E’
proprio quando siamo nel momento più buio che dobbiamo fare ricorso alla nostra
fede” (si riferiva agli sceneggiatori o agli spettatori del film?) e
Schwarzy, mentre si carica di armi come un asino sembra rispondere direttamente
a lui quando dice “Vado a fare il mio lavoro!”. In realtà, bisogna avere
un altro tipo di fede per portare a termine questo campione di film
mentre appare chiaro che è proprio quella di Hyams la vera anima persa
di tutto questo lavoro. Unica chicca del film, Schwarzenegger crocifisso, ma
dura troppo poco.
Bucci Mario
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