La
casa sperduta nel parco. Ruggero Deodato. 1980. ITALIA.
Attori: David Hess, Christian
Borromeo, Giovanni Lombardo Radice, Annie Brilland, Lorraine De Selle.
Durata: 94’
Notte. Un uomo alla guida della
sua auto taglia la strada ad un’altra macchina e violenta la donna che la
conduce, strozzandola. Titoli. L’uomo è Alex, un meccanico che si sta
preparando per andare in un disco club a ballare con il suo amico Ricky. Una
coppia di giovani borghesi però, all’ultimo momento, gli chiede aiuto a causa
di un guasto alla macchina e poiché entrambi stanno andando ad una festa in
casa e Alex e Ricky sono ormai in ritardo per il disco club, li invitano con
loro. Da subito tutti e due sono presi in giro dagli altri invitati, compresi i
due proprietari: Ricky viene fatto ballare in maniera ridicola davanti a tutti e
poi gli rubano i soldi al tavolo da poker, barando, mentre Lisa più volte fa
finta di starci con Alex fino a che lui e l’amico non capiscono quanto sta
accadendo e decidono di gestire la festa, a modo loro. Dopo tanti pestaggi e
violenze d’ogni genere, Tom, il ragazzo di Lisa, riesce finalmente ad
impossessarsi di una pistola ed ad uccidere Alex. In realtà, infatti, Tom è il
fratello della ragazza strangolata ed ha organizzato tutto per vendicarsi della
sua morte.
Pellicola originale di Ruggero
Deodato, o che almeno ha la capacità di mischiare le carte di un soggetto
classico e strausato come quello della situazione in cui alcuni rapitori
prendono in ostaggio tutti gli ospiti di un appartamento, grazie ad un finale spiazzante,
e che giustifica soprattutto la violenza che anticipa i titoli di testa,
altrimenti assolutamente gratuita. Il film, meno splatter del precedente e
censuratissimo Cannibal Holocaust
(1979), ma comunque disturbante, fa riferimento quindi ad una serie di
pellicole che lo hanno anticipato. Il personaggio di Alex per esempio, sembra
ottenuto da una perfetta commistione tra il personaggio Tony Manero de La febbre del sabato sera (1977) di John
Badham e l’Alex di Arancia meccanica
(1971) di Stanley Kubrick, mentre tutta la prima parte (quella che cioè esclude
la vendetta organizzata da Tom) sembra un aggiornamento, seppur con i suoi
limiti, dell’idea principale di Freaks
(1932) di Tod Browning, quando cioè una classe, presa in giro da un’altra, si
ribella violentemente. Superba, a mio avviso, l’interpretazione di David Hess
(ovviamente faccio riferimento alla media delle interpretazioni nel cinema di
genere). Molti, com’era prevedibile, i difetti della sceneggiatura (di
Gianfranco Clerici e vincendo Mannino) che non riescono a giustificare la
maggior parte delle situazioni, ma che importa se alla fine il film riesce
comunque a spiazzarti? La musica di Ritz Ortolani invece salva la maggior parte
delle scene violente grazie alla sua capacità di creare contrasto tra melodia e
crudeltà. Stessa contrasto cercato tra i due protagonisti (Ricky che riesce a
far innamorare una vittima mentre nello stesso momento Alex ne sta seviziando
un’altra) ma senza un efficace risultato, se non quello di descrivere
un’amicizia ai limiti dell’omosessualità. Una chicca: la donna violentata in
macchina all’inizio del film è la moglie dell’attore David Hess, il
violentatore [i]. Il
doppiatore di Alex è Ferruccio Amendola.
Bucci Mario
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