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La casa sperduta nel parco
Anno: 1980
Regista: Ruggero Deodato;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 30-11-2004


La grande guerra

La casa sperduta nel parco. Ruggero Deodato. 1980. ITALIA.

Attori: David Hess, Christian Borromeo, Giovanni Lombardo Radice, Annie Brilland, Lorraine De Selle.

Durata: 94’

 

 

Notte. Un uomo alla guida della sua auto taglia la strada ad un’altra macchina e violenta la donna che la conduce, strozzandola. Titoli. L’uomo è Alex, un meccanico che si sta preparando per andare in un disco club a ballare con il suo amico Ricky. Una coppia di giovani borghesi però, all’ultimo momento, gli chiede aiuto a causa di un guasto alla macchina e poiché entrambi stanno andando ad una festa in casa e Alex e Ricky sono ormai in ritardo per il disco club, li invitano con loro. Da subito tutti e due sono presi in giro dagli altri invitati, compresi i due proprietari: Ricky viene fatto ballare in maniera ridicola davanti a tutti e poi gli rubano i soldi al tavolo da poker, barando, mentre Lisa più volte fa finta di starci con Alex fino a che lui e l’amico non capiscono quanto sta accadendo e decidono di gestire la festa, a modo loro. Dopo tanti pestaggi e violenze d’ogni genere, Tom, il ragazzo di Lisa, riesce finalmente ad impossessarsi di una pistola ed ad uccidere Alex. In realtà, infatti, Tom è il fratello della ragazza strangolata ed ha organizzato tutto per vendicarsi della sua morte.

Pellicola originale di Ruggero Deodato, o che almeno ha la capacità di mischiare le carte di un soggetto classico e strausato come quello della situazione in cui alcuni rapitori prendono in ostaggio tutti gli ospiti di un appartamento, grazie ad un finale spiazzante, e che giustifica soprattutto la violenza che anticipa i titoli di testa, altrimenti assolutamente gratuita. Il film, meno splatter del precedente e censuratissimo Cannibal Holocaust (1979), ma comunque disturbante, fa riferimento quindi ad una serie di pellicole che lo hanno anticipato. Il personaggio di Alex per esempio, sembra ottenuto da una perfetta commistione tra il personaggio Tony Manero de La febbre del sabato sera (1977) di John Badham e l’Alex di Arancia meccanica (1971) di Stanley Kubrick, mentre tutta la prima parte (quella che cioè esclude la vendetta organizzata da Tom) sembra un aggiornamento, seppur con i suoi limiti, dell’idea principale di Freaks (1932) di Tod Browning, quando cioè una classe, presa in giro da un’altra, si ribella violentemente. Superba, a mio avviso, l’interpretazione di David Hess (ovviamente faccio riferimento alla media delle interpretazioni nel cinema di genere). Molti, com’era prevedibile, i difetti della sceneggiatura (di Gianfranco Clerici e vincendo Mannino) che non riescono a giustificare la maggior parte delle situazioni, ma che importa se alla fine il film riesce comunque a spiazzarti? La musica di Ritz Ortolani invece salva la maggior parte delle scene violente grazie alla sua capacità di creare contrasto tra melodia e crudeltà. Stessa contrasto cercato tra i due protagonisti (Ricky che riesce a far innamorare una vittima mentre nello stesso momento Alex ne sta seviziando un’altra) ma senza un efficace risultato, se non quello di descrivere un’amicizia ai limiti dell’omosessualità. Una chicca: la donna violentata in macchina all’inizio del film è la moglie dell’attore David Hess, il violentatore [i]. Il doppiatore di Alex è Ferruccio Amendola.

 

 

Bucci Mario

[email protected]



[i] Marco Giusti. Dizionario dei film italiani Stracult. Sperling & Kupfer