Incubo
sulla città contaminata. Umberto Lenzi. 1980. ITALIA.
Attori: Hugo Stiglitz, Laura
Trotter, Maria Rosaria Omaggio, Mel Ferrer, Francisco Rabal, Sonia Viviani
Durata: 92’
Un aereo atterra senza permesso
sulla pista di un aeroporto militare. Il giornalista Dean Miller è lì per fare
un’intervista ad un importante studioso ma si accorge che dall’aereo scende una
manica di uomini aggressivi, pieni di ferite e che uccidono i militari accorsi
sul posto. In breve tempo l’intera città è in mano di questi uomini che, subita
una radiazione nucleare, diffondono attraverso il sangue il germe della
contaminazione. Dopo migliaia di morti, fuggito dalla città, persa la moglie e
salvato in extremis da un elicottero, Dean si sveglia nel suo letto: è stato
tutto un incubo. Poco dopo l’uomo va all’aeroporto per fare la sua intervista e
l’incubo diventa realtà.
Variazione nemmeno troppo
originale sul tema degli zombie, in questa pellicola esseri contaminati
da radiazioni atomiche. Effetti speciali ridicoli e comunque contenuti (se si
eccettua il solito occhio strappato), e una recitazione degli attori ai livelli
più bassi non rendono fede al lavoro di un artigiano che si è sempre saputo
distinguere nei vari generi cinematografici, dal peplum al
poliziottesco. In realtà questa pellicola doveva essere diretta dal regista
Enzo G. Castellari il quale, come Lenzi, avrebbe preferito una storia di
vampiri alla L’ultimo uomo della terra (1964) di Ubaldo Ragona,
piuttosto che una storia di zombi. Il film comunque potrebbe aver influenzato
il recente remake de L’alba dei morti viventi (2004) di Zack Snyder,
poiché entrambe le pellicole portano sullo schermo zombie non troppo intontiti
ma più aggressivi e soprattutto in grado di organizzarsi e correre. Per certi
versi potrebbe aver dato qualche spunto al regista George A. Romero per
realizzare l’ultima pellicola della sua trilogia sui non morti, Il giorno
degli zombi (1985), nel quale lo scontro principale è tra militari e
cadaveri ambulanti. Apprezzabile in ogni modo, del film di Lenzi, il suo
contenuto ecologico ed antinucleare. Davvero assurde invece alcune falle a
livello di sceneggiatura: l’unico modo di ucciderli sarebbe sparargli in testa
ma nel massacro nello studio televisivo (all’inizio del film quindi), per ben
due volte e chiaramente, uno zombie con un foro di proiettile in testa ammazza
e squarta qua e la; la moglie del comandante (Maria Rosaria Omaggio) trova una
sua scultura con un coltello insanguinato conficcato in un occhio e poco dopo è
lì che la ripara… senza timore di chi abbia compiuto quel gesto in casa sua.
Assurdo!!! Immancabile, infine, l’ovvia aggressione in ascensore…. un classico
degli zombie movie.
Bucci Mario
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