Wrong turn. Rob
Schmidt. 2003. USA.
Attori: Desmond Harrington,
Eliza Dushku, Jeremy Sisto
Durata: 84’
Una coppia di scalatori è massacrata da qualcuno nel
bosco. Qualche giorno dopo, un ragazzo sta andando in automobile ad un
appuntamento di lavoro, ma sull’autostrada c’è un ingorgo ed allora sceglie di
tagliare per una strada che attraversa il bosco. Distratto travolge l’auto di
un gruppo di ragazzi che ha forato perché qualcuno ha teso un filo spinato
sulla strada. Tutti e cinque diventano prede di un trio di deformi e feroci slasher
che vivono in una baracca isolata nel bosco. Solo due dei ragazzi riesce a
salvare la pelle, uccidendo i tre mostri, e ritornando sulla strada principale.
Slasher movie di contenuto effetto, soprattutto se
paragonato alla vagonata di films dello stesso genere uscita contemporaneamente
al cinema. Quasi tutti devono molto a Non aprite quella porta (1974) di
Tobe Hooper (qualcuno addirittura in termini economici), ma questo è
sicuramente uno dei meno riusciti anche se forse, per certi versi, più
originale di altri. Senza troppi fronzoli, infatti, il regista butta nel bosco
cinque ragazzi in pasto ai lupi cattivi (inevitabile l’accostamento con le
fiabe, visto che anche i malefici macellai sembrano veri e propri orchi) senza
curarsi del fatto che alla fine però a morale del film è: “Se state cercando
un lavoro, mettetevi in coda sulla strada principale e vedrete che non avrete
brutte sorprese”. Effetti speciali non male (di Stan Winston) ma nessun
colpo di scena che possa essere chiamato tale, scontato se si lavora con una
sceneggiatura colabrodo e con attori antipatici. Bello solo il colpo d’ascia
che taglia a metà la testa di una povera vittima… effetto vanificato però dal
fatto che avviene tra gli alberi, nemmeno si trattasse di Rambo (1982)
di Ted Kotcheff o La tigre e il dragone (2000) di Ang Lee. Ciò che
davvero inquieta e fa pensare di questo film, invece, è il fatto che in
America, dove viene prodotto, un film come questo, gore e adolescenziale, è
quasi sempre realizzato pensando al consumo privato, quindi per dvd o vhs,
mentre da noi arriva al cinema, quasi se lo meritasse, e scompare dopo un breve
passaggio sulla televisione satellitare. Un film che fa riflettere, almeno.
Bucci Mario
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