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Wrong turn
Anno: 2003
Regista: Rob Schmidt;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: U.S.A.;
Data inserimento nel database: 12-11-2004


La grande guerra

Wrong turn.  Rob Schmidt. 2003. USA.

Attori: Desmond Harrington, Eliza Dushku, Jeremy Sisto

Durata: 84’

 

 

Una coppia di scalatori è massacrata da qualcuno nel bosco. Qualche giorno dopo, un ragazzo sta andando in automobile ad un appuntamento di lavoro, ma sull’autostrada c’è un ingorgo ed allora sceglie di tagliare per una strada che attraversa il bosco. Distratto travolge l’auto di un gruppo di ragazzi che ha forato perché qualcuno ha teso un filo spinato sulla strada. Tutti e cinque diventano prede di un trio di deformi e feroci slasher che vivono in una baracca isolata nel bosco. Solo due dei ragazzi riesce a salvare la pelle, uccidendo i tre mostri, e ritornando sulla strada principale.

Slasher movie di contenuto effetto, soprattutto se paragonato alla vagonata di films dello stesso genere uscita contemporaneamente al cinema. Quasi tutti devono molto a Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hooper (qualcuno addirittura in termini economici), ma questo è sicuramente uno dei meno riusciti anche se forse, per certi versi, più originale di altri. Senza troppi fronzoli, infatti, il regista butta nel bosco cinque ragazzi in pasto ai lupi cattivi (inevitabile l’accostamento con le fiabe, visto che anche i malefici macellai sembrano veri e propri orchi) senza curarsi del fatto che alla fine però a morale del film è: “Se state cercando un lavoro, mettetevi in coda sulla strada principale e vedrete che non avrete brutte sorprese”. Effetti speciali non male (di Stan Winston) ma nessun colpo di scena che possa essere chiamato tale, scontato se si lavora con una sceneggiatura colabrodo e con attori antipatici. Bello solo il colpo d’ascia che taglia a metà la testa di una povera vittima… effetto vanificato però dal fatto che avviene tra gli alberi, nemmeno si trattasse di Rambo (1982) di Ted Kotcheff o La tigre e il dragone (2000) di Ang Lee. Ciò che davvero inquieta e fa pensare di questo film, invece, è il fatto che in America, dove viene prodotto, un film come questo, gore e adolescenziale, è quasi sempre realizzato pensando al consumo privato, quindi per dvd o vhs, mentre da noi arriva al cinema, quasi se lo meritasse, e scompare dopo un breve passaggio sulla televisione satellitare. Un film che fa riflettere, almeno.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]