Amsterdamned. Dick Maas. 1988.OLANDA.
Attori: Huub Stapel,
Monique Van de Ven, Serge-Henri Valcke, Tanneke Wim Zomer, Hidde Maas
Durata: 113’
Un sommozzatore sta terrorizzando la capitale olandese.
Munito di un coltellaccio, infatti, il folle omicida uccide senza un movente
apparente e alle sue calcagna si mette l’ispettore di polizia Eric Wisse. Dopo
una lunga fila d’omicidi, la polizia è convinta di aver trovato l’assassino, un
disoccupato che ha lavorato su una base petrolifera, ma è proprio l’assassinio
di un collega di Eric a mettere la polizia sulle sue tracce. Dopo un estenuante
inseguimento tra i canali, a bordo di potenti motoscafi, l’ispettore Wisse
raggiunge il folle nelle fognature della città, ma rimane colpito da una
fiocina. Laura, la ragazza che l’ispettore ha conosciuto durante le indagini,
prova a rintracciare Eric, in ospedale, convinta che l’assassino sia lo
psicanalista, ex sommozzatore, dal quale è in cura. In realtà l’omicida è un
paziente dello psicanalista, impazzito dopo essere stato intossicato da
sostanze radioattive sul posto di lavoro. L’arrivo tempestivo di Eric a casa
dello psicanalista salva Laura da una morte certa, ma l’ispettore arriva tardi
a casa del folle: si è tolto la vita.
Come recita il sindaco di Amsterdam al commissario di
polizia: il pazzo assassino dei canali sta diventando assieme ai mulini,
agli zoccoli ed ai campi di grano, la nuova attrazione dell’estate… e non
gli si può dare torto visto che grazie a questa pellicola il cinema olandese
ottiene, durante gli anni ottanta, un minimo di visibilità nel panorama
internazionale. Grande successo di cassetta, infatti, Amsterdamned è un
thriller dai contorni macabri che non solo cita ma addirittura scopiazza qua e
là Lo squalo (1975) di Steven Spielberg, dalle inquadrature alla musica
(per niente originale) composta dallo stesso regista, autore anche del
soggetto, della sceneggiatura e nelle vesti di produttore della pellicola. Poco
importa comunque, perché qualche colpo funziona (vedasi il ritrovamento del
primo cadavere appeso al ponte) e il regista, al suo terzo film e dopo il
grande successo del precedente L’ascensore (1983), mostra di aver ben
assimilato la lezione di altri grandi autori del cinema di genere: Halloween:
la notte delle streghe (1978) di John Carpenter, per esempio, è sicuramente
uno dei prototipi a cui si è ispirato il regista per caratterizzare il suo
assassino (mascherato e con una forza eccezionale). Davvero apprezzabili le
acrobazie dei motoscafi negli inseguimenti, senza contare che ve ne sono anche
a piedi, in macchina ed in moto (cosa difficilissima considerando le
possibilità delle strade di Amsterdam). Non manca un sense of humour cinico e
grassoccio tipicamente olandese [i].
Punto debole, a parte i vuoti della sceneggiatura (l’assassino è stato sparato
in faccia da Eric ma non vi sono segni del colpo), l’interpretazione di Huub
Stapel nei panni di un ispettore distante sia dai fatti che dalla capacità di
recitare (meglio un nostro Merli o Merenda, visto che nel film c’è anche un
arresto fuori programma in una pasticceria). Peccato per lui comunque, ma non
può essere salvato come accade per l’impalpabile William L. Petersen in Manhunter
– Frammenti di un omicidio (1986) di Michael Mann, pellicola ovviamente
imparagonabile a questa e di tutt’altro spessore.
Bucci Mario
[email protected]