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Amsterdamned
Anno: 1988
Regista: Dick Maas;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Olanda;
Data inserimento nel database: 12-11-2004


La grande guerra

Amsterdamned. Dick Maas. 1988.OLANDA.

Attori: Huub Stapel, Monique Van de Ven, Serge-Henri Valcke, Tanneke Wim Zomer, Hidde Maas

Durata: 113’

 

 

Un sommozzatore sta terrorizzando la capitale olandese. Munito di un coltellaccio, infatti, il folle omicida uccide senza un movente apparente e alle sue calcagna si mette l’ispettore di polizia Eric Wisse. Dopo una lunga fila d’omicidi, la polizia è convinta di aver trovato l’assassino, un disoccupato che ha lavorato su una base petrolifera, ma è proprio l’assassinio di un collega di Eric a mettere la polizia sulle sue tracce. Dopo un estenuante inseguimento tra i canali, a bordo di potenti motoscafi, l’ispettore Wisse raggiunge il folle nelle fognature della città, ma rimane colpito da una fiocina. Laura, la ragazza che l’ispettore ha conosciuto durante le indagini, prova a rintracciare Eric, in ospedale, convinta che l’assassino sia lo psicanalista, ex sommozzatore, dal quale è in cura. In realtà l’omicida è un paziente dello psicanalista, impazzito dopo essere stato intossicato da sostanze radioattive sul posto di lavoro. L’arrivo tempestivo di Eric a casa dello psicanalista salva Laura da una morte certa, ma l’ispettore arriva tardi a casa del folle: si è tolto la vita.

Come recita il sindaco di Amsterdam al commissario di polizia: il pazzo assassino dei canali sta diventando assieme ai mulini, agli zoccoli ed ai campi di grano, la nuova attrazione dell’estate… e non gli si può dare torto visto che grazie a questa pellicola il cinema olandese ottiene, durante gli anni ottanta, un minimo di visibilità nel panorama internazionale. Grande successo di cassetta, infatti, Amsterdamned è un thriller dai contorni macabri che non solo cita ma addirittura scopiazza qua e là Lo squalo (1975) di Steven Spielberg, dalle inquadrature alla musica (per niente originale) composta dallo stesso regista, autore anche del soggetto, della sceneggiatura e nelle vesti di produttore della pellicola. Poco importa comunque, perché qualche colpo funziona (vedasi il ritrovamento del primo cadavere appeso al ponte) e il regista, al suo terzo film e dopo il grande successo del precedente L’ascensore (1983), mostra di aver ben assimilato la lezione di altri grandi autori del cinema di genere: Halloween: la notte delle streghe (1978) di John Carpenter, per esempio, è sicuramente uno dei prototipi a cui si è ispirato il regista per caratterizzare il suo assassino (mascherato e con una forza eccezionale). Davvero apprezzabili le acrobazie dei motoscafi negli inseguimenti, senza contare che ve ne sono anche a piedi, in macchina ed in moto (cosa difficilissima considerando le possibilità delle strade di Amsterdam). Non manca un sense of humour cinico e grassoccio tipicamente olandese [i]. Punto debole, a parte i vuoti della sceneggiatura (l’assassino è stato sparato in faccia da Eric ma non vi sono segni del colpo), l’interpretazione di Huub Stapel nei panni di un ispettore distante sia dai fatti che dalla capacità di recitare (meglio un nostro Merli o Merenda, visto che nel film c’è anche un arresto fuori programma in una pasticceria). Peccato per lui comunque, ma non può essere salvato come accade per l’impalpabile William L. Petersen in Manhunter – Frammenti di un omicidio (1986) di Michael Mann, pellicola ovviamente imparagonabile a questa e di tutt’altro spessore.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]

 



[i] Paolo Mereghetti. Dizionario dei film 2000. Baldini & Castoldi