Blade
violent – I violenti. Glbert Roussel (Claudio Fragrasso). 1983. ITALIA.
Attori: Laura Gemser, Carlo De
Mejo, Gabriele Tinti, Ursual Flores, Claudio Romano, Franca Stoppi
Durata: 85’
U.S.A. La giornalista Emanuelle Larson nel tentativo di
dimostrare che il procuratore Robinson è implicato in un traffico di
stupefacenti, restata lei stessa coinvolta nella faccenda e condannata. In
prigione, poiché ancora pericolosa, diventa oggetto di soprusi della direttrice
e di Albina, la detenuta più dura del carcere. Da un’altra parte, quattro
pericolosi detenuti condannati a morte sono trasferiti di carcere e durante il
tragitto tentano una prima evasione. Lo sceriffo che li accompagna riesce ad
evitargli la fuga, ma avendo perso i suoi uomini è costretto a chiedere ospitalità
al carcere femminile dove Emanuelle è detenuta. Qui i delinquenti riescono
ugualmente a girare a loro favore la faccenda ed a impossessarsi del carcere.
Mentre tutti se la spassano con le detenute, la polizia prova a fare irruzione,
ma invano, riuscendo solo ad uccidere uno dei quattro. Viene organizzata una
roulette russa tra Emanuelle ed Albina, la quale muore. Un altro della banda è
vittima della rappresaglia femminile e quando i due rimasti provano a darsi
alla fuga il procuratore Robinson non si tira indietro dall’ordinare il fuoco,
interessato soprattutto a far uccidere anche Emanuelle. Solo Crazy boy, il capo
della banda riesce a fuggire a bordo di un’auto con Emanuelle lo sceriffo in
ostaggio, ma è proprio quest’ultimo a saldare il conto finale del delinquente.
Ultimo appuntamento per il personaggio della giornalista
Emanuelle, interpretato come al solito dalla bella (ma mai brava) Laura Gemser,
questa volta protagonista di un classico W.I.P. movie (women in
prison). Scegliendo la stessa ambientazione de Violenza in un carcere
femminile (1982) di Bruno Mattei (entrambe le pellicole, infatti, furono
girare nei pressi di Roma e Frascati a distanza di cinque settimane, con la
collaborazione di Mattei) il regista inserisce la variante dei fuggitivi
condannati a morte, portatori d’insana follia in un carcere già di per sé
abbastanza difficile. Siamo in presenza di un livello davvero basso di cinema,
difficilmente ascrivibile al mercato delle pellicole di serie B. Pochi spunti
creativi e tanto sesso violento da far passare ogni pretesto erotico come
necrofilo poiché si tratta sempre di sesso in prossimità della morte e della
violenza. Testo di base dovrebbe essere la denuncia della situazione carceraria
ma niente si avvicina a quanto gli obiettivi sembrano dichiarare. Due spunti
interessanti in 85’ di pellicola: la soggettiva di un poliziotto con
maschera antigas, e soprattutto la mezza rivolta in carcere con un operatore
coinvolto, esaltata in pellicole più recenti come Assassini nati – Natural
born killers (1994) di Oliver Stone. Blade violent parte con il
piede sbagliato (una rappresentazione teatrale in carcere che allude
all’orgoglio femminista di maniera) e finisce senza arrivare da nessuna parte.
Sulla paternità della pellicola, infine, diversi problemi sorgono: per molti
anni si è detto di questo film che fosse di Bruno Mattei ma in una recente
intervista Claudio Fragrasso ha dichiarato di esserne lui il padre [i]
….che coraggio!).
Bucci Mario
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