Tenebre.
Dario Argento. 1983. ITALIA.
Attori: Anthony Franciosa,
Daria Nicolodi, Giuliano Gemma, Veronica Lario, John Steiner, Lara Wendel, Anja
Pieroni, John Saxon, Carola Stagnaro, Eva Robin's, Lamberto Bava
Durata: 110’
U.S.A. New York. Lo
scrittore Peter Neal, autore del romanzo Tenebrae, parte alla volta
della capitale italiana lasciando la fidanzata Jane negli Stati uniti. Italia.
Roma. Elsa Magni, una giovane donna, è scoperta a rubare il romanzo in un
megastore. Lasciata libera di tornare a casa, la ragazza è massacrata da un
assassino che le infila le pagine del libro in bocca. Giunto in Italia, lo
scrittore, dopo una breve conferenza stampa, si accorge che qualcuno ha
scambiato la sua valigia all’aeroporto di N.Y. ed una volta in albergo è raggiunto
dal capitano Germani della questura che lo informa sull’omicidio, avvenuto
cinque ore prima, con modalità descritte proprio nel romanzo. Nella stanza
d’albergo poi, il capitano Germani trova una lettera anonima, presumibilmente
dell’assassino e poco dopo è proprio il folle a mettersi in contatto con lo
scrittore, chiamando nell’appartamento. Nella memoria dell’assassino intanto,
compaiono immagini di una giornata in spiaggia durante la quale un ragazzo
subisce le violenze di una donna e di un gruppo di ragazzi. L’istinto omicida
porta l’assassino ad uccidere ancora, scegliendo come vittime una coppia di
ragazze lesbiche fra le quali una, Tilde, è amica dello scrittore. La mattina
dopo un’altra lettera anonima è lasciata dall’assassino sotto la porta della
camera d’albergo di Peter, prossimo a sostenere un’intervista con il pignolo
critico Cristiano Berti. Poco dopo, Ann, segretaria personale dello scrittore e
amante segreta di lui, e lo stesso Peter hanno l’impressione di vedere Jane a
Roma, sotto l’albergo. La sera l’assassino esce di casa per rimorchiare una
prostituta ma si accorge di aver lasciato le chiavi inserite nella toppa.
Intanto Maria, la figlia del custode dell’albergo, lasciata sola dal suo
ragazzo in mezzo alla strada, è assalita da un dobermann scappato da un
giardino. Costretta a scappargli, si rifugia nell’appartamento dell’assassino.
Scoperte alcune fotografie che ritraggono le vittime massacrate, la ragazza ne
prende qualcuna convinta di poter aiutare la polizia nelle indagini ma poco dopo,
al rientro dell’assassino in casa, è massacrata con un’accetta. L’ennesima
lettera dell’assassino mette in guardia lo scrittore, questa volta minacciato
personalmente. Convinto che l’assassino sia Cristiano Berti, Peter e Gianni, un
giovane aiutante dello scrittore, vanno nel suo appartamento ed il ragazzo
assiste all’omicidio del critico con un’ascia, compiuto da uno sconosciuto.
Peter non ha potuto assistere perché stordito da un colpo in testa. Nella
memoria dell’assassino affiorano i ricordi di una vendetta sanguinaria nei
confronti della donna che da giovane l’ha umiliato. Il giorno dopo, la sua
fidanzata Jane e Bulmer, l’agente letterario, s’incontrano nell’ufficio di
questo, perché amanti, dopo che Bulmer ha convinto Peter ad allontanarsi dalla
città. I due amanti si danno appuntamento in piazza dove tra la folla sbuca
l’assassino che accoltella l’uomo. Gianni, intanto, torna la sera nella casa di
Berti perché convinto che la verità sia in quell’appartamento. Lì ricorda che
il critico si assumeva la responsabilità degli omicidi, quindi qualcun altro
era stato ad ucciderlo. Tornato nella sua auto è strangolato da uno
sconosciuto. La sera stessa Jane chiama Ann e le chiede di andare a casa sua
perché tentata dal togliersi la vita. L’assassino arriva prima e la uccide a
colpi d’ascia. Poco dopo una donna fa ingresso nell’appartamento e l’assassino
l’abbatte con la stessa arma: è Peter Neal che si dispera perché crede di aver
colpito Ann che invece arriva poco dopo con il capitano Germani. Ad essere stata
uccisa è l’aiutante del poliziotto che ha scoperto una relazione tra Bulmer e
Jane. La verità viene fuori: l’assassino era Cristiano Berti, ma Peter ne aveva
approfittato per uccidere lui e poi usare l’idea del serial killer per
eliminare Jane ed il suo amante. Disperato, Peter si toglie la vita tagliandosi
la gola con un rasoio. Germani dice ad Ann di aver scoperto nel passato dello
scrittore un probabile delitto di una ragazza uccisa per vendetta. Il capitano
rientra nell’appartamento dove lo scrittore, che in realtà ha utilizzato un
rasoio finto, è ancora vivo e lo abbatte con un colpo d’ascia. Anna fa per
rientrare anche lei nell’appartamento e spingendo una statua piena d’aculei,
infilza involontariamente Peter, un istante prima che sia lui ad uccidere
proprio Ann. Piove e le grida della donna sfumano al nero.
Ottava pellicola per il
regista romano, e ritorno al giallo dopo il passaggio nell’oscurità
parapsicologica e metafisica del precedente Inferno (1980), anticipato
da Suspiria (1977). Tenebre, infatti, è un buon thriller che
oltre ad indagare gli aspetti violenti della natura umana, circoscritti al
senso dell’omicidio ed alla necessità della vendetta, prende spunto soprattutto
dai classici del genere per giocarvi, sovrapponendo su diversi piani i temi
principali (amore e morte per esempio) e mischiando le carte nei rapporti
dinamici (doppio finale e passaggio dall’omicidio seriale a quello passionale).
Truculento, carico di suspence, spietato con le sue tante vittime, il film di
Dario Argento esalta lo spettatore ed il fan per l’aria folle che traspira,
rancida di morte. Tanti comunque i ripescaggi nella personale filmografia del
regista, dall’omicidio nel parco a quello in pubblico nella piazza, dal
personaggio principale che a metà percorso sceglie di partire, fino a quella
particolare e macabra attrazione del regista per i vetri: per l’ennesima volta,
infatti, un corpo di donna ne rimane trafitto. Estremamente acrobatico l’uso
della m.d.p. (vedi l’omicidio delle lesbiche, durante il quale la m.d.p.
agganciata ad un braccio meccanico chiamato Louma, gira attorno a tutto
l’appartamento, avvolgendolo lentamente). La sequenza del dobermann, che
costringe Maria a rifugiarsi nel covo dell’assassino, è d’altissimo livello
emotivo, nonché geniale ed esasperante. A questo punto tornano utili le musiche
dei Goblin in chiaro stile progressive anni ottanta, con tanto di vocoder di
Simonetti che sibila paura, paura, paura… (nella pellicola non firmano
Goblin perché manca il batterista Agostino Marangolo). Infine l’uso del
flashback, in realtà la cosa più originale del film, che sembra pertinente
all’omicida e che invece fa parte delle memorie dello scrittore (anche lui
omicida). Convincente l’interpretazione di Giuliano Gemma, tra i protagonisti
figura anche Veronica Lario (Jane) moglie del Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, e Lamberto Bava, figlio del grande regista di genere Mario e
regista anche lui. Non perfettamente riuscito lo scambio tra letteratura e
cinema, fantasia e realtà, sebbene le intenzioni siano davvero buone. La voce
che legge il testo del romanzo Tenebrae, all’inizio della pellicola
mentre scorrono i titoli di testa, è proprio di Dario Argento, che spesso si è
divertito ad impersonificare l’assassino, almeno fino a che era necessario introdurre
solo mani guantate o voce narrante. Nella versione televisiva del film
solitamente manca la scena nella quale a Veronica Lario è amputato il braccio:
i motivi sono tutti da ricercare nella sua relazione matrimoniale con il
proprietario delle televisioni sulle quali è trasmessa la pellicola.
Bucci Mario
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